CAMERA e MOMA di New York: capolavori fotografici moderni

L’associazione CAMERA di Torino ospita la nuova mostra dal titolo “Capolavori della fotografia moderna 1900-1940. La collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art, New York”. Aperta fino al 26 giugno 2022, l’esposizione è unica nel suo genere: unisce arte, innovazione, creatività e tecnologia. L’allestimento, organizzato in collaborazione con il MOMA di New York, ripercorre la storia della fotografia del primo Novecento fino agli anni ’40.

ARTISTI

“Si tratta dell’occasione per vedere dal vero e toccare con gli occhi i capolavori che tutti conosciamo dalle pagine dei libri di storia della fotografia” afferma Walter Guadagnini, direttore di CAMERA. Un viaggio attraverso 4 decenni visti tramite l’obiettivo della camera di fotografi famosi come Andreas Feininger e Henri Cartier-Bresson, ma anche di artisti meno conosciuti che permettono però di arricchire il percorso espositivo in maniera efficace. Anche le fotografe, con i loro capolavori, contribuiscono a rendere la mostra completa e ricordano che, nonostante il loro lavoro sia spesso sottovalutato, è di eccellente qualità.

LA MOSTRA

L’esposizione inizia dal lungo corridoio, che costituisce una sorta di prologo e consente quindi di ampliare lo sguardo andando oltre alle foto. Introduce infatti il visitatore non solo alla storia della fotografia, ma offre una visione complessiva della vita durante il primo Novecento. Lungo il corridoio le persone si immergono nell’atmosfera dell’epoca attraverso rare edizioni di volumi e riviste di quegli anni, e vecchi cortometraggi riprodotti grazie ad appositi visori. Dal fondo del corridoio si accede alla prima sezione per poi risalire verso l’entrata. Le aree all’interno dell’allestimento sono 7 e suggeriscono una sola delle molte chiavi di lettura dell’esposizione.

CAMERA- Corridoio introduttivo della mostra. Il soffitto è voltato, le pareti sono bianche con dettagli rossi in corrispondenza degli ingressi delle sale della mostra. Lungo la parete destra si trova la timeline dal 1906 al 1940 e in basso sono esposti volumi e giornali dell'poca. La parete sinistra, divisa dalle colonne che sostengono le volte, ospita i visori che riproducono vecchi cortometraggi.

CAMERA E MOMA

All’interno dell’intero allestimento si percepisce lo “sguardo del collezionista”, una sorta di visione complessiva e generale che presuppone “un disegno formale” dietro alle fotografie esposte. Questo perché molte delle immagini in mostra fanno parte della ricchissima collezione assemblata dallo svizzero Thomas Walther e successivamente acquistata dal Museum Of Modern Art di New York (MOMA). “Nel nostro sesto anno di attività, ottenere un così prezioso riconoscimento è per noi fonte di orgoglio, nonché stimolo per proseguire sulla via dell’eccellenza”, così dichiara Emanuele Chieli, presidente di CAMERA.  

IL PERIODO

La transizione sociale e culturale che avviene nella prima metà del Novecento è raccontata efficacemente dai fotografi: le loro opere raccontano l’epoca nella quale vivono e allo stesso tempo influenzano il pensiero contemporaneo sul passato. Rappresentare i cambiamenti però, equivale a stravolgere i vecchi canoni e altresì impiegare una tecnologia sempre più alla vanguardia. Così nascono “le fotografie che vanno oltre alla bellezza dell’immagine stessa”, perché racchiudono in loro innovazione ed estro artistico.

ALCUNE OPERE

“I fotografi hanno la capacità di catturare i soggetti e trasfmormarli in qualcosa di diverso, come una sorta di illusione”. Così accade, ad esempio, per le immagini urbane. Le infraestrutture,  viste da caratteristiche angolazioni, creano disegni e motivi sorprendenti. Sono foto di ambienti e luoghi che trasportano indietro nel tempo, che descrivono in maniera artistica, a tratti poetica, la realtà di inizio secolo scorso, così distante ma al contempo così simile. È il caso del ponte di Brooklyn, simbolo della città di New York, dell’americano J. Jay Hirz. La foto, scattata verso la fine degli anni Venti del secolo scorso, gioca con i riflessi nelle pozzanghere della struttura. Tra il riflesso e il ponte non si distingue una linea di confine, così sembrano fondersi l’uno nell’altro, formando un’immagine unica e nuova.

CAMERA- Foto in bianco e nero del ponte di Brooklyn. La struttura si fonde con il suo riflesso creato nelle pozzanghere.

Altri fotografi posano l’occhio dell’obiettivo sul corpo umano o su sue singole parti, fotografando nudi oppure concentrandosi su dettagli come bocca e occhi. In particolare il volto si conferma un valido soggetto per sperimentare diverse angolazioni, illuminazioni e posizioni. Il fotografo svizzero Helmar Lerski, ad esempio, cattura lo stesso viso da due prospettive diverse mentre il soggetto esprime sensazioni differenti. Helmar mostra due diverse sfaccettature dell’individuo: un’espressione quasi di dolore, l’altra minacciosa. La luce gioca un ruolo molto importante in quanto riesce a modificare alcuni aspetti e dare una diversa visione dello stesso volto.

CAMERA

CAMERA, il centro italiano per la fotografia di Torino, è un progetto di portata internazionale nato nel 2015. L’associazione, attraverso mostre, laboratori per grandi e piccini, incontri settimanali e workshop, si pone l’obiettivo di divulgare la fotografia e offrire alla popolazione un’offerta culturale diversificata.

CAMERA, in soli 6 anni, si è affermata a livello nazionale e internazionale come un polo fondamentale del mondo fotografico, cosa che ha permesso la collaborazione con enti di rilievo come, in questo caso, il MOMA di New York.

Ambra Ciardulli
Ambra Ciardulli
Descrivere me stessa è arduo, non mi conosco abbastanza bene. Mille passioni, milioni di idee che nella mia mente viaggiano costantemente senza sosta e che si riflettono nel mio carattere sfaccettato. "Sei strana" mi dicono continuamente parenti, amici, conoscenti. L'unico modo per riordinare i miei pensieri è attraverso la scrittura, il minimo comune denominatore della mia vita. Un modo per condividere le mie esperienze, per non dimenticare e non essere dimenticata in un mondo dove ormai si sfreccia senza lasciare traccia del proprio passaggio.