Cara Italia, ce la faremo anche questa volta?

Cara Italia, non so neanche da dove cominciare. Ci siamo lasciati alle spalle un anno ormai stanco, pieno di dolori e gioie. Ma poi è arrivato lui. E’ proprio vero che, nella vita, sai quel che lasci ma non sai quel che trovi.

Speravamo in un anno migliore, che ci avrebbe fatto rialzare da una crisi economica e sociale. Ma credo che si sono meschiate un po’ le carte in tavola.
Com’è che si dice? Anno bisesto, anno funesto? Eh cara Italia, lo sai bene che sei abitata da tanti superstiziosi. E questo 2020, ci guardava già con occhi di sfida fin dall’inizio.

Ci ha fatto fare conoscenza con qualcuno che non ci piace affatto. Qualcuno, anche se sarebbe meglio dire qualcosa, di molto furbo, che indossa una corona da re. Una corona che ha messo l’Italia a tacere e tutti noi in ginocchio. Cara Italia, noi questo non ce lo aspettavamo affatto. Noi che tutti insieme abbiamo addirittura stappato una bottiglia di bollicine ignari e confidenti in un anno di prosperità e amore. E invece il 2019 ci ha lasciato una brutta eredità, un nemico prepotente e superbo che non riusciamo n eanche a vedere.

Cara Italia…

Caro amico ti scrivo.. così mi distraggo un po‘ “, diceva Lucio Dalla. Anzi, forse è meglio che ti chiami con il tuo vero nome.
Cara mamma Italia, questo Covid-19 pensava di riuscire a nascondersi bene qui al Nord, vero? In una regione come la Lombardia che corre sempre a causa dei vari impegni. Ora per colpa sua ci siamo fermati tutti. Ti sei fermata tu, stanca da un’Unità che hai conquistato con sudore e fatica.

Siamo italiani e facciamo difficoltà a credere anche alle parole ormai. Nei momenti in cui ci hanno detto che tutto sarebbe andato bene e invece non era così. Cara Italia, io ti dico invece che tutto andrà come deve andare, mentre ti chiedo se ogni tanto ci senti. Ogni giorno ti parliamo dal balcone, ti cantiamo il tuo amato Inno e applaudiamo agli eroi che ci stanno salvando la vita.

Cara Italia, questa quarantena mi spaventa. Ti chiedi mai se al termine di tutto questo, ci vorremmo ancora così bene come adesso? Ma non tutti i mali vengono per nuocere e spero che questo tempo ci insegni ad aiutare anche chi non conosciamo.

Ed ora che nessuno sta calpestando la tua schiena, riposa cara Italia perché sarai molto stanca.
Noi siamo qui a proteggerci. Non vogliamo darti false speranze e ti diciamo allora che tutto andrà come deve andare.

Buonanotte Cara Italia, ce la faremo anche questa volta.

Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.