Doppio cognome ai figli: la vera new entry è stop all’automatismo

Sono anni che l’Italia discute in merito al doppio cognome da attribuire ai figli.

La limitazione è contemplata dall’articolo 262 del nostro codice civile e nega di fatto alle donne italiane di poter dare il proprio cognome ai propri figli.

Nel mese corrente, la Corte Costituzionale ha proceduto ad emanare una sentenza che riconosce l’illegittimità costituzionale di tutte le norme che prevedono l’automatica attribuzione del cognome del padre.

“La Corte ha ritenuto discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio la regola che attribuisce automaticamente il cognome del padre. Nel solco del principio di eguaglianza e nell’interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell’identità personale. Pertanto, la regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due”.

Una svolta storica? Si, ma non come si potrebbe pensare.

Il diritto al doppio cognome

Il diritto italiano aveva già fatto, qualche anno fa, un passo in avanti, riconoscendo ai genitori la possibilità di attribuire ai figli il doppio cognome, sia paterno che materno. La legge però si limitava a questo e non riconosceva la possibilità di poter però scegliere solo quello materno, a discapito di quello del padre.

Per cui, la sentenza della Corte Costituzionale non costituisce una novità per quel che riguarda l’attribuzione del doppio cognome, ma è, di fatto, una vera svolta storica nel diritto italiano, poichè fa decadere l’automatismo della scelta del cognome del padre e riconosce la possibilità alle mamme di attribuire il proprio cognome alla prole.

E’ questa la vera “new” della sentenza.

Un diritto storico per le donne italiane ma, soprattutto, un riconoscimento dovuto che ha le sue fondamenta nella Costituzione stessa con i suoi princìpi fondamentali.

Come funzionerà?

Non bisogna confondere l’automatismo dell’attribuzione del cognome e il riconoscimento al diritto del doppio cognome. Sono due cose ben diverse e distinte tra loro.

La Corte costituzionale di fatto riconosce un diritto alle mamme, con riferimento ai figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi. Quindi, al momento della registrazione all’anagrafe, la coppia potrà scegliere quale cognome dare al bambino, quello materno, quello paterno, o entrambi.

Per quel che riguarda l’attribuzione del doppio cognome, invece, il diritto italiano prevede già da anni questa possibilità. Inoltre, prevede l’implicito obbligo, poi, da parte del figlio, di qualificarsi con entrambi i cognomi attribuiti. In buona sostanza, ogni volta che apporrà una firma questa dovrà contenere il doppio cognome.

Il problema, semmai, insorge nel momento in cui due genitori con doppio cognome avranno a loro volta un bambino. Come funzionerà? Il bambino si ritroverà ad avere quattro cognomi? Se così fosse, sarebbe una moltiplicazione esponenziale che nel rapido volgersi di quattro generazioni produrrà un’identificazione con 65.536 cognomi.

Il modello ispanico insegna. Infatti, nei paesi ad influenza spagnola, l’attribuzione dei cognomi viene data considerando un ordine “prioritario” che, se non viene indicato dai genitori stessi, viene stabilito dall’impiegato dell’anagrafe. Esiste quindi un cognome “primario” ed uno “secondario”. Questo diventa detrminante per la prole a venire. Infatti, i figli dei genitori che hanno già un doppio cognome mantengono solamente il primo cognome sulla carta d’identità di ogni genitore.

La Corte Costituzionale apre dunque un precedente storico che ora il Governo deve considerare e regolamentare obbligatoriamente, ispirandosi eventualmente ai modelli già esistenti, come quello ispanic appunto.

Ci riusciremo senza combinare il solito pasticcio all’italiana?

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”