Emanuela Loi: la sua storia rivive nella divisa della nipote

Era l’anno 1989 quando una ragazza, con il sogno della sua vita di diventare maestra, decide invece di entrare a far parte della Polizia di Stato. Si chiamava Emanuela Loi ed era la prima donna poliziotto divenuta membro della scorta di Paolo Borsellino.

Aveva solamente ventiquattro anni quando la sua vita si spense nella strage di Via d’Amelio a Palermo. Una vita spezzata che è tornata tra noi grazie alla nipote, nata quattro mesi dopo la sua morte e che porta il suo stesso nome.

Lettera ad un poliziotto

“Caro poliziotto,
indipendentemente che tu sia un uomo o una donna. E’ al tuo cuore che parlo e, come ben sai, il cuore non ha sesso e a volte non conosce nemmeno regole.

Quando hai scelto di arruolarti in Polizia, forse, nessuno ti ha mai messo in guardia dal fatto che, oltre al danno del rischio di perdere la vita ogni volta che esci di casa, c’è anche la beffa. Il rischio di essere incomreso, deriso, e trattato come non meriti.

Probabilmente se ti avessero avvertito, sicuramente saresti rimasto stupito e forse avresti anche sorriso. Certo non ti avrebbe turbato.

Caro poliziotto, quando ti sei arruolato, invece, conoscevi benissimo altri aspetti di questo mestiere. Sapevi che un lavoro come il tuo ti avrebbe portato a sopportare e accettare l’essere, a volte, malvisto. Proprio come quello che accade in grandi e gravi circostanze quando lotti per il tuo senso del dovere.

Chi non fa il tuo mestiere, non può immaginare come ci si possa sentire quando tu e i tuoi colleghi siete guardati con occhi di disprezzo solo perchè indossata la vostra amata Giacca Blu. Ma devi sentirti fiero perchè non è per tutti una vita fatta di sacrifci.

Sei consapevole del fatto che fare la cosa giusta non porta sempre applausi e ringraziamenti. Non tutti capiscono, ma tu lo sapevi che questo faceva parte del conto da pagare.

A volte anche con la vita.

“Non li avete uccisi, le loro idee camminano sulle nostre gambe”.

Una delle frasi più vere che ci portano indietro negli anni. Non sappiamo, a volte, se sia più giusto chiamarlo destino, per chi ci crede, o semplicemente fatti attuali che ci riportano indietro nel tempo.

E la storia cammina su “gambe nuove”, anche se il nome è lo stesso.

Anche lei si chiama Emanuela Loi, ha 28 anni e oggi anche lei indossa la divisa. E’ la nipote della poliziotta uccisa nell’attentato di via Adamelio, e ha deciso di ricalcare le orme della zia.

“Porto il suo nome, farò la poliziotta come lei”, aveva affermato tempo fa la ragazza. Sarda e con lo stesso senso del dovere proprio come sua zia.

Nel mese di gennaio 2021 ha, quindi, iniziato la sua carriera in Polizia presso la Scuola Allievi Agenti di Alessandria con il sogno di poter andare a lavorare a Palermo.

“Voglio continuare il lavoro che lei dovette interrompere”.

Emanuela Loi in Polizia - nella foto con capelli lunghi scuri tiene inmano una fotografia della zia poliziotta
Emanuela Loi – Foto da www.costasmeralda.it
Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.