Fegato: come depurarlo per salvare il tuo Natale

Tra meno di 30 giorni è Natale e cominciano i quindici giorni più impegnativi per il nostro apparato digerente che dovrà gestire un eccesso di zuccheri e grassi a cui non è abituato. La migliore strategia, per poter affrontare questo fatidico periodo, è avere un fegato in perfetta forma. Ecco, quindi, un protocollo di facile utilizzo per drenare e disintossicare quest’organo fondamentale e prepararlo all’esubero di lavoro che lo attende.

Il fegato e le sue funzioni

Prima di procedere vediamo le importanti funzioni del fegato: è un filtro nei confronti delle tossine che circolano nel nostro organismo. Un suo cattivo funzionamento, quinidi, non consente lo smaltimento delle scorie metaboliche, dei residui di farmaci e additivi chimici, dell’alcol e della nicotina. Ma non solo, svolge anche altre mansioni indispensabili, come quella di produrre energia che arriverà ad ogni cellula, di essere un valido avamposto del sistema immunitario, di produrre la bile e supportare la sintesi del colesterolo, dei trigliceridi e di proteine, potenziando in questo modo la massa muscolare e dandoci la possibilità di affrontare gli sforzi fisici senza risentirne troppo.

Un fegato in ordine, inoltre, migliora la funzionalità intestinale, facendoci dimenticare quei fastidiosi disturbi come la stipsi, ci riporta verso il peso forma e ci consentirà di avere maggiore energia a disposizione.

Come faccio a disintossicarmi?

Partiamo quindi da quella che deve essere l’alimentazione fino al 23 dicembre. La parola d’ordine sarà: dieta a basso indice glicemico (IG).

Che significa? In pratica dovremo privilegiare quegli alimenti che innalzano di poco la glicemia rispetto ad un cibo di riferimento e cioè il pane bianco (IG 100).

Cosa succede quando mangiamo per esempio le patate bollite, il riso brillato o la pizza che hanno un alto indice glicemico? Viene liberata insulina con lo scopo di riportare i valori di glicemia alla normalità. Se questo processo si ripete spesso, andremo incontro a quella condizione che viene definita insulino resistenza, e lo zucchero rimane in circolo costringendo il fegato ad un super lavoro per trasformarlo in grasso sotto forma di trigliceridi.

Quindi, per un fegato sano, via libera a tavola ad alimenti quali pasta e riso integrale, legumi, pseudo cereali (grano saraceno, amaranto e quinoa) e a verdure ricche di clorofilla quali sedano, porri e bietole. Una menzione particolare per gli alimenti ricchi di glutatione quali gli asparagi, l’avocado, gli spinaci, le mele, il pompelmo e le carote.
Le barbabietole (rape rosse) con il loro colore e la loro consistenza ricordano il parenchima epatico e mai signatura sarà tanto significativa e con la loro ricchezza di magnesio, fosforo, calcio, potassio e ferro, oltre che di vitamine e fibre, daranno un valido contributo ai processi digestivi e fungeranno da ricostituenti.

Alimenti detox

Un frullato composto da una barbabietola, una mela annurca ed un limone, il tutto arricchito da una decina di bacche di Goji è un’ottima merenda depurativa per il fegato. Una bevanda in grado di ridurre anche i livelli di colesterolo. La cicoria, ad esempio, per la sua grande quantità di glucosidi ed inulina, è un eccellente pietanza da inserire nell’alimentazione della domenica sera. Questo per sfruttare il suo potere detox quando il pranzo è stato abbondante. Buona abitudine sarebbe quella di non far mancare nella dieta di questi quasi trenta giorni catalogna, radicchio e carciofo.  Quest’ultimo, probabilmente è il re della terapia alimentare di disintossicazione epatica. Possiede proprietà anti radicali liberi, depurative e diuretiche legate in primis alla cinarina e poi alle vitamine, oligoelementi, minerali, ceneri, mucillagini ed antiossidanti, i più importanti dei quali sono il betacarotene e la luteina.

Alcuni consigli per i pasti

Quotidianamente, il pranzo dovrebbe essere preceduto da un’insalata di lattughino e rucola condita con olio di semi di lino ed arricchita da semi di finocchio e di chia. Questo per preparare la digestione, alleggerire il compito del fegato e contrastare colesterolo e trigliceridi.

Tisane ed infusi non devono mai mancare in questo periodo: una tisana al rosmarino e salvia da assumere a colazione e prima di andare a letto determinerà un’azione disintossicante sul fegato, ma agirà anche sul sistema nervoso, oltre che essere un utile antinfiammatorio, antidolorifico, antivirale e nelle donne allevierà i fastidiosi sintomi della menopausa, ed andrà alternato con un infuso di bardana: pianta depurativa per eccellenza, la cui azione si estende su fegato, reni ed intestino oltre che ridurre colesterolo, trigliceridi e glicemia.

Senza dimenticare il tè. Per questo periodo è utile il Kukicha, conosciuto anche con il nome di Bancha, che si prepara bollendo direttamente una presa di rametti in 150 ml di acqua per 10 minuti. Ovviamente filtrato e lasciato freddare prima si essere bevuto. La peculiarità di questo tè giapponese è la sua quasi totale assenza di teina e per questo se ne consiglia l’assunzione di tre tazze al giorno, meglio ancora se durante i pasti in sostituzione dell’acqua, per facilitare il processo digestivo.

Le proprietà del Kukicha

Le sue proprietà sono svariate e non riguardano solo il fegato. Il Kukicha migliora la funzione cardiovascolare, riduce la pressione arteriosa, lenisce la mucosa gastrica e brucia i grassi. Possiede, inoltre, proprietà diuretiche, ipoglicemizzanti ed ipocolesterolemizzanti. Va a migliorare la densità ossea, grazie all’alta quantità di calcio e le difese immunitarie per la presenza di vitamine e potassio.

E in conclusione del nostro percorso di drenaggio e disintossicazione epatica, ecco una preparazione di cynara (carciofo), tarassaco e fumaria in tintura madre da assumere in mezzo bicchiere di acqua prima di pranzo e cena, il cui compito è quello di lavorare in maniera energica sul fegato, agendo anche su colesterolo e trigliceridi. Una curiosità: nel Medio Evo il carciofo era proibito a tutte le ragazze, in quanto si riteneva possedesse proprietà afrodisiache.

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Dr. Rocco Berloco
Dr. Rocco Berloco
Rocco Berloco, medico chirurgo, specializzato in Medicina Generale, esperto in Omeopatia con iscrizione presso l’Albo dell’Ordine dei Medici di Bari. In quanto omeopata tratto i disturbi pediatrici, le allergie, le problematiche ginecologiche, tutte le patologie funzionali dell'intestino, ma in special modo mi occupo di ansia, di depressione, di attacchi di panico, ma anche di supportare il soggetto oncologico con medicinali omeopatici, per antagonizzare gli effetti collaterali della chemio e radioterapia. Da sempre mi piace pensare che basta poco per trasformare la sofferenza in un sorriso, che la Medicina sia Una e comprenda varie sfaccettature e che la sua Mission sia quella di aiutare le persone a Cambiare, a diventare migliori, a lasciarsi alle spalle sofferenze e traumi, perchè non si deve curare la Malattia, ma guarire l'Uomo. Cerco di avvicinarmi alle emozioni, di riuscire a parlare loro e farle fluire in modo da rendere le persone libere da quegli schemi e da quelle convinzioni limitanti che ne bloccano i comportamenti. Lavorare per il cambiamento significa scrollarsi di dosso pattern negativi ed abitudine non ecologiche. E tutto questo si può fare attraverso i medicinali omeopatici, attraverso i fiori di Bach (ma anche altre essenze floreali) e i fitoterapici. Ma non solo. A volte non basta, bisogna scendere in profondità, scrostare la rabbia, vivere diversamente il Tempo, il passato di cui non ci si riesce a liberare ed il futuro che è sempre un passo davanti. Bisogna imparare a restare nell'attimo, nel qui ed ora, nel hic et nunc, bisogna fermarsi semplicemente nel Presente. A volte è fondamentale il lavoro profondo con la pnl (programmazione neurolinguistica) per prendere finalmente consapevolezza dei propri Talenti, per far riaffiorare la propria autostima. Ma a volte c'è bisogno anche creare un percorso, trovare la strada, fissare gli obiettivi, identificare la propria Mission, attraverso una Vision personalizzata. Ecco perchè diventa fondamentale il coaching! Ma spesso il tassello decisivo è nel nostro intestino, perchè l'asse intestino-cervello muove tanti neurotrasmettitori, tante citochine, tante endorfine, e perchè andando a ritroso la stragrande maggioranza delle patologie si struttura su quella che gli anglosassoni chiamano "leaky gut syndrom" in Italia meglio conosciuta come permeabilità intestinale. E allora prendiamo coscienza del ruolo fondamentale del microbiota, e che i probiotici non sono tutti uguali, e che un intestino sano fa persone sane.