Festival di Sanremo golden years: dal 1954 al 2014

Un viaggio musicale attraverso i decenni tra melodie, storia e icone della Canzone Italiana

Da quando le prime note risuonarono nella bellissima cittadina ligure nel 1951, il Festival di Sanremo è diventato una pietra miliare nella storia della musica italiana. Una celebrazione annuale che ha plasmato e riflesso l’evoluzione della società e della cultura nel corso dei decenni.

In questo viaggio musicale senza tempo, esploreremo le edizioni dei Festival di Sanremo del 1954, 1964, 1974, 1984, 1994, 2004 e 2014.

Ognuna di queste annate ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva, contribuendo a definire l’identità musicale e sociale dell’Italia di quei tempi.

Attraverso le voci iconiche, le canzoni indimenticabili e gli eventi significativi, ci immergeremo nei momenti salienti di ciascun decennio, rivelando come il Festival di Sanremo abbia influenzato e rispecchiato il panorama musicale italiano nel corso di oltre mezzo secolo.

Preparatevi a un viaggio attraverso il tempo e le melodie che hanno segnato epoche, poiché esploriamo la storia e la magia di Sanremo, decennio dopo decennio.

1954 – “Tutte le mamme” Gino Latilla e Giorgio Consolini

Sono tempi pionieristici dove il Festival viene trasmesso solo per radio. Infatti, la “prima volta” in televisione avvenne l’anno seguente, benché non fin dall’inizio della trasmissione, ma alle 22:45, e dopo la fine del varietà “Un due tre”, condotto da Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello.

Altri tempi, appunto, quando ad ospitare il Festival era il Salone delle Feste del Casinò municipale di Sanremo e non ancora il Teatro Ariston.

Gino Latilla e Giorgio Consolini sono i primi “uomini” a vincere il Festival visto che le tre precedenti edizioni sono state vinte da Nilla Pizzi (1951/52) e Carla Boni (1953).

Presentatore, per la quarta volta consecutiva, Nunzio Filogamo, quello di “amici vicini e lontani, buonasera”. Da segnalare il debutto al Festival del Quartetto Cetra (prima e unica unica partecipazione alla manifestazione), e di Gianni Ravera (negli anni a seguire indiscusso “patron” della kermesse).

1964 – “Non ho l’età (Per amarti)” Gigliola Cinquetti – Patricia Carli

Quattordicesima edizione, ancora nel Salone delle Feste del Casinò di Sanremo, con la conduzione (la seconda consecutiva) di Mike Bongiorno (“Allegria!”).

Le prime due serate vengono trasmesse in diretta dalle 22:30 alla Radio, alle 21:30. La serata finale passa, in contemporanea radio e TV, alle 21:30. In questa occasione, per la prima e unica volta, la manifestazione assume ufficialmente la denominazione di “Festival internazionale della canzone italiana“.

Un’edizione storica, se vogliamo, per diversi motivi. Innanzitutto, perché, per la prima volta, i concorrenti italiani si esibiscono in coppia con un interprete straniero.

Poi, per la vittoria di una sedicenne, Gigliola Cinquetti, in coppia con la cantante italo-belga Patricia Carli, con “Non ho l’età”.

Infine, per l’esclusione dalla finale di Bobby Solo che, per l’occasione, si presenta in coppia con lo statunitense Frankie Laine, a causa di un’improvvisa raucedine, che gli impedisce di esibirsi dal vivo. Il problma di salute gli costa l’esclusione dalla gara, ma gli viene concesso di presentare fuori concorso la sua canzone “Una lacrima sul viso, in play-back (una delle prime esibizioni, tra l’altro), nell’ultima serata.

A seguito di quell’esclusione, viene coniata per lui l’espressione di “vincitore morale”, diventata poi di uso comune per altri cantanti e anche in altri contesti (soprattutto quello sportivo).

L’annuncio della vittoria della Cinquetti provoca una furiosa reazione da parte di Domenico Modugno, che la definisce “una buffonata, una pazzesca buffonata“, abbandonando la sala stampa in segno di protesta rifiutandosi di concedere autografi (diciamo un Ultimo ante litteram).

1974 – “Ciao cara come stai?” Iva Zanicchi

Ventiquattresima edizione, Salone delle Feste del Casinò di Sanremo: conduce Corrado, alla sua prima ed unica esperienza sanremese, assistito da Gabrielle Farinon, alla sua seconda esperienza consecutiva e terza assoluta sul palco della rassegna.

Iva Zanicchi vince con “Ciao cara come stai”. L’aquila di Ligonchio diviene così la cantante donna ad aver vinto il maggior numero di edizioni del Festival, essendosi aggiudicata la vittoria della kermesse canora per ben tre volte, seconda solo a Domenico Modugno e Claudio Villa, entrambi vincitori di quattro edizioni del Festival.

Festival che viene ripreso dalla RAI con telecamere a colori (per poter trasmettere in Eurovisione) ma in Italia il segnale arriva ancora in bianco e nero. La RAI trasmette in TV solo la serata finale mentre le prime due vanno in onda solo alla radio. 

Qualche curiosità: Claudio Baglioni è l’autore di “A modo mio” presentata da Gianni Nazzaro. Tra i partecipanti gli esordienti Donatella Rettore, Franco Simone e Riccardo Fogli.

L’edizione resta nella memoria anche per i diversi momenti di imbarazzo in occasione dei collegamenti con alcune giurie, di fatto inesistenti.

Mi limito a riportare la notizia, senza commenti, che vi lascio immaginare.

1984 – “Ci sarà” Al Bano & Romina Power

Teatro Ariston, trentaquattresima edizione: presenta Pippo Baudo, al rientro al Festival dopo il suo esordio nel 1968, affiancato da Edy Angelillo, Elisabetta Gardini, Iris Peynado e Tiziana Pini.  

Questa edizione vede l’esordio di una competizione parallela, quella delle Nuove proposte, che si distingue da quella principale, ribattezzata Big. Le votazioni avvengono tramite le schedine Totip (si registrarono più di sei milioni di schedine compilate).

Al Bano e Romina Power vincono la sezione Big con “Ci sarà”. Eros Ramazzotti vince con “Terra promessa” la sezione Nuove proposte.

Da segnalare gli ultimi tre classificati: terzultimo Garbo con “Radioclima”, penultimo Enrico Ruggeri con “Nuovo swing” e ultimissimi gli Stadio con “Allo stadio”. Tre pietre miliri della musica italiana (per dire).

Tra gli ospiti stranieri i Queen, che presentano la loro hit del momento “Radio ga ga”. La band avrebbe voluto cantare e suonare dal vivo ma l’organizzazione del Festival, dietro pressione delle case discografiche impone loro il playback. Freddie Mercury, per protesta, si esibisce per quasi tutta la durata della canzone tenendo il microfono lontano dalla bocca. Protesta che la regia tenta maldestramente di coprire, abbassando l’audio della canzone.

1994 – “Passerà” Aleandro Baldi

Quarantaquattresima edizione, ancora al Teatro Ariston, condotta da Pippo Baudo. Per la prima volta, il Pippo #nazionalpopolare è anche direttore artistico. E’ la a prima volta che conduttore e direttore artistico sono la stessa persona. Lo affiancano nella conduzione Anna Oxa e Cannelle. I collegamenti dalle varie sedi Rai nelle quali sono dislocate le giurie Explorer sono affidati a Antonella Clerici.

L’edizione si distingue per la particolarità di essere vinta da due cantanti entrambi originari della Toscana e non vedenti. Aleandro Baldi (già vincitore delle Nuove proposte nel 1992) con “Passerà” per la categoria Campioni. Vittoria a sorpresa, in quanto inizialmente si riteneva favoritissima Laura Pausini, classificatasi invece terza. Andrea Bocelli vince con “Il mare calmo della sera” la categoria Nuove proposte.

Vincitore morale, al secondo posto, Giorgio Faletti, con “Signor Tenente”, canzone dedicata alle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, ma che porta a casa il Premio della critica.

Tra le Nuove proposte, oltre a Bocelli, spiccano quelle che, in pochi anni, diventeranno due importanti voci femminili della musica italiana: Giorgia con “E poi”, e Irene Grandi con “Fuori”.

2004 – “L’uomo volante” Marco Masini

Cinquantaquattresima edizione, svolta al Teatro Ariston, ricca di polemiche e di scarsi risultati Auditel (la seconda edizione meno guardata di sempre). Conduce da Simona Ventura, con la partecipazione di Paola Cortellesi e Maurizio Crozza. Direttore artistico Tony Renis.

La scelta di Simona Ventura si impone per la rinuncia del designato Paolo Bonolis che, ufficialmente, non può partecipare a causa di impegni precedentemente assunti con due programmi della rete in quella stagione televisiva. I rumors giurano che il vero motivo sia e la scarsa sintonia con il direttore artistico. Paolo Bonolis condurrà il Festival l’anno seguente, coprendo anche l’incarico di direttore artistico.

In quest’edizione viene abolita la suddivisione dei cantanti in Big (o Campioni) e Giovani (o Nuove Proposte), inaugurata nel 1984. I cantanti gareggiano in un’unica competizione.

Come già accaduto nel 1975, a causa di disaccordi con la direzione artistica, le major boicottano la manifestazione, evitando nomi di spicco tra i partecipanti alla gara, e tra gli ospiti d’onore. Il risultato è un cast di artisti in gara composto prevalentemente da interpreti all’epoca esordienti o comunque poco conosciuti.

Primo posto per Marco Masini con “L’uomo volante”, già vincitore della sezione Nuove proposte nel 1990.

2014 – “Controvento” Arisa

Sessantaquattresimo festival condootto, per il secondo anno consecutivo, di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. La direzione musicale e dell’orchestra viene affidata a Mauro Pagani.

In questa edizione partecipano 22 artisti con 36 brani divisi in due sezioni. Campioni (composta da 14 artisti noti) e Nuove proposte (composta da 8 artisti emergenti).

La vincitrice del Festival nella sezione Campioni è Arisa (già vincitrice della sezione Nuove proposte nel 2009) con il brano “Controvento”. Nella sezione Nuove proposte si classifica al primo posto Rocco Hunt con la canzone “Nu juorno buono”, primo brano hip hop ad aggiudicarsi l’evento.

L’edizione, televisivamente parlando, pur mantenendo la stessa struttura della precedente, si rivela un “flop”: con il 39,26% di share, infatti, è la terza edizione meno vista di sempre dopo quelle del 2008 e del 2004.

La serata finale è addirittura la meno vista di sempre tra tutte le serate finali da quando il Festival è rilevato dalle misurazioni Auditel.

E adesso, sotto con la settantaquattresima edizione: #rockmeamadeus!

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.