L’orsa, l’abbatterei domani mattina se potessi: nuovo delirio di Fugatti

Dalle dichiarazioni rilasciate, per il Presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, la questione dell’abbattimento dell’orsa parrebbe diventare ormai una questione personale. Dopo l’ordinanza del 28 aprile, ora si lancia in dichairazioni davvero poco edificanti sia per il ruolo che ricopre come Presidente che per la dignità umana che non emerge certo da una dichiarazione come quella riportata dal tgcom24:”Il problema non è l’orsa, faccia la fine che deve fare. Io la abbatterei domani mattina se solo potessi e me lo lasciassero fare“.

Una dichiarazione che ha suscitato l’indignazione di molti, anche la nostra, a dire il vero.

L’orsa faccia la fine che deve fare

La fine che deve fare l’orsa non è certo quella di andare davanti ad un plotone di esecuzione, pena capitale non prevista (per fortuna) dal nostro codice penale neanche per chi uccide a sangue freddo un altro essere umano.

Qualcuno dovrebbe dirlo al buon Fugatti. Soprattutto perchè le alternative esistono, malgrado quanto lo stesso presidente cerca disperatamente di ignorare o di smentire.

Io la abbatterei domani mattina se solo potessi e me lo lasciassero fare

No. Non è permesso, Presidente. E a difendere la vita dell’orsa con forza e veemenza si impegnano con un massiccio contrattacco le associazioni che si oppongono al nuovo decreto.

Enpa, Leidaa e Oipa hanno annunciato ricorso contro il provvedimento che dispone l’uccisione dell’orsa dopo la trattazione collegiale al Tar di Trento delle precedenti ordinanze prevista per l’11 maggio e presentano una diffida a non procedere all’abbattimento per non incorrere nel reato di uccisione di animali senza necessità previsto dall’art. 544 bis del Codice penale.

Fugatti sostiene che il problema sarebbe causato da una sovrapopolazione dei plantigradi in Trentino che sarebbero oltre 100 esemplari, con un numero di almeno 70 orsi in più di quanto invece il territorio dovrebbe sopportare.

Ma è vero che tutti gli orsi ”trentini” sono in Trentino?

Falso, dice l’ENPA, citando il Dolomiti.it: dei 69 ”certamente rilevati” 7 sono altrove (più M29 in Val Ossola) e 5 scavallano tra Alto Adige e Bresciano – il Dolomiti – Documenti ufficiali e prove certe smentiscono Fugatti!

Inoltre, Fugatti si avvale di diverse considerazioni, tra cui alcune dell’ISPRA e le riporta nel decreto a sostegno della sua ordinanza. Secondo quanto si legge, sarebbe addirittura l’ISPRA a dichiarare che l’abbattimento dell’orsa è un’ovvia soluzione al problema.

Non è così.

Lo dice l’Enpa: :“No a inaccettabili pressioni su ISPRA. L’Istituto parla di rimozione e non di uccisione dell’orsa. Abbiamo chiesto accesso agli atti”L’ISPRA non ha MAI parlato di uccisione dell’orsa Jj4. Questa è una fissazione di Fugatti che vuole in tutti i modi e in spregio a qualsiasi altra indicazione e soluzione, arrivare alla soppressione. Una vera ossessione la sua che andrebbe analizzata“.

L’orsa è un animale altamente aggressivo

Nell’ordinanza si legge che “inquadra nuovamente i comportamenti tenuti dall’orsa JJ4 nelle diverse fattispecie previste dal PACOBACE e dal Rapporto ISPRA – MUSE, sopra citato, e ribadisce ancora una volta che “ritiene, dunque, che il comportamento dell’orso JJ4 sia ascrivibile alla categoria n.18 del PACOBACE, cui viene attribuito il livello più alto di pericolosità, e alla luce della reiterazione dei comportamenti aggressivi, che sembrano anche evidenziare un progressivo aumento del livello di aggressività, JJ4 rientri nella categoria ad “alto rischio” del sopracitato rapporto ISPRA-MUSE per la quale è raccomandata l’immediata rimozione”.

L’ordinanza continua citando ancora l’ISPRA che pare aver “dichiarato in quella sede che le previsioni dell’ordinanza, ovvero l’abbattimento dell’esemplare, risultavano coerenti con il PACOBACE e, pertanto, tecnicamente percorribili.

Se non fosse che esiste l’alternativa di spostare l’orsa in altra regione o Stato che possa garantire una convivenza con la popolazione. Ovvero, il Tribunale Amministrativo di Trento con proprio decreto n. 20/2023 del 18 aprile u.s. e rileva come, con il richiamato provvedimento giudiziale, si chieda ad ISPRA di esprimersi non s”olo in merito alla possibilità di soppressione dell’orso JJ4, ma anche circa la praticabilità di un suo eventuale trasferimento in altro sito esterno alla Regione Autonoma Trentino – Alto Adige/Südtirol, anche estero, che debba offrire inderogabilmente elevati standard per le esigenzedi sicurezza e di incolumità per i suoi frequentatori“.

Non può rimanere in Trentino: costa troppo e non c’è posto

La vera notizia, è che il centro del Casteller del Trentino ha solo due settori per ospitare un animale. Se si dovesse presentare la necessità di ospitare un altro orso o un lupo per un qualsivoglia motivo, compreso quello di cure riabilitative, il Trentino non saprebbe come far fronte alla richiesta di “posti letto”.

Lo dice l’ordinanza: “considerato che uno dei due settori, liberi fino alla data del 16 aprile 2023, è ora occupato dall’orsa JJ4, per la quale non è in alcun modo prefigurabile una reimmissione in natura, e che tale occupazione preclude la possibilità che tale medesimo settore sia occupato da esemplari di orso e lupo che dovessero necessitare di cure riabilitative per la loro reimmissione a vita libera, come già avvenuto nel 2022 con l’orso M78“.

E ancora:”considerato pertanto che non vi sono le condizioni per assicurare la captivazione permanente dell’esemplare JJ4 al centro del Casteller e considerato che in Provincia di Trento non esiste un’altra struttura idonea a garantire la custodia in sicurezza di tale esemplare di orso, altamente pericoloso“.

E infine, si parla di costi:”i costi da sostenere per realizzare e manutenere strutture in grado di contenere orsi di origine selvatica sono molto alti; essi non sono sostenibili nel medio-lungo periodo, avuto riguardo al fatto che il numero di animali coinvolti potrebbe crescere costantemente, di paripasso con la crescita della popolazione esistente in natura.

Spese di spedizione a carico del destinatario

Dunque riepilogando, il Trentino non ha posto, mantenere un orsa nel settore costa troppo e non se ne parla proprio di partecipare alle spese di trasferimento in altro luogo. Nell’ordinanza si specifica che “un suo eventuale trasferimento in altro sito esterno alla Regione Trentino – Alto Adige/ Südtirol, anche estero, che inderogabilmente offraelevati standard per le esigenze di sicurezza e di incolumità per i suoi frequentatori” debba avvenire “senza che ciò comporti qualsivoglia spesa a carico della Provincia Autonoma di Trento o dello Stato“.
Per questo, “ritenuto quindi l’abbattimento la modalità di rimozione da applicare all’esemplare di orso denominato JJ4, considerato peraltro che tale azione non pregiudica il mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente della popolazione della specie interessata nella sua area di ripartizione naturale” e che “in ogni caso, va considerato che ad oggi la Provincia non dispone di una concreta alternativa prefigurata nei decreti cautelari del Presidente del TRGA di Trento n. 19 e n. 20 del 2023, ossia quella di un eventuale trasferimento dell’orsa JJ4 in altro sito esterno alla Regione Trentino – Alto Adige/ Südtirol, anche estero, che inderogabilmente offra elevati standard per le esigenze di sicurezza e di incolumità per i suoi frequentatori, nonché per gli operatori e per chi dovesse procedere con le operazioni di trasferimento“. la decisione è di abbattere l’orsa.

Fugatti ordinanza orsa
estratto del Decreto firmato dal Presidente di Trento Maurizio Fugatti

OIPA: se JJ4 sarà abbattuta presenteremo denuncia

Se il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ogni volta che si è verificato un incidente a carico di escursionisti non fosse ricorso a ordinanze ispirate all’”occhio per occhio, dente per dente”, ma avesse regolamentato l’accesso nelle aree a rischio e attuato idonei protocolli, probabilmente quel che è accaduto al runner non si sarebbe verificato. Lo sostiene l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che ha fin da subito chiesto alternative all’abbattimento e criticato fortemente l’operato della Provincia di Trento in merito all’attuazione dei protocolli e le regolamentazioni delle aree a rischio.

Con un’adeguata regolamentazione degli accessi in zone e sentieri, come fa il Parco nazionale Abruzzo, Lazio e Molise, e con un’opportuna azione di comunicazione e prevenzione, oggi non piangeremmo la prima vittima in Italia uccisa da un’orsa che ha semplicemente fatto l’orsa.

Nel caso si eseguisse l’abbattimento, l’OIPA dichiara che presenterà una denuncia in Tribunale per uccisione non necessitata e invita i veterinari a non eseguire l’eutanasia, come indicato dal loro Ordine professionale di Trento.

Da ultimo, anche l’Ordine nazionale dei biologi dice no all’abbattimento dell’orsa e auspica “una pronta indagine sulle responsabilità delle istituzioni. Anche i biologi dichiarano che “affrontare il problema della convivenza tra l’uomo e gli orsi nei boschi del Trentino per i biologi esperti non può prescindere da una valutazione più ampia del rapporto tra l’essere umano e gli ecosistemi di cui esso stesso fa parte”.  “Eventuali situazioni conflittuali con gli orsi, così come con ogni altro animale selvatico, dovrebbero essere affrontate con gli strumenti di prevenzione prescritti dalle normative e basati su regole scientifiche“, ribadisce l’Oipa, “Auspichiamo una presa di posizione anche delle autorità europee a difesa degli orsi perseguitati dalla miope gestione della Provincia autonoma di Trento“.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”