Giulia Ventisette racconta la donna in “Alice nel paese delle cianfrusaglie”

Il nuovo singolo di Giulia Ventisette, “Alice nel paese delle cianfrusaglie”, una riflessione sul ruolo della donna nel mondo del lavoro

Viviamo in un paese dove il welfare è praticamente irraggiungibile quando ci sono di mezzo i figli. Parecchie donne si ritrovano ad arrangiarsi, in un certo senso, da sole, occupando più posizioni part-time rispetto agli uomini. Un sistema che funziona così e la donna finisce per dividersi in quattro, pur di mantenere la propria famiglia.

Dati statistici hanno classificato nell’anno 2017 le posizioni più coperte dalle donne. Posizioni che uomini non si sognerebbero mai di fare, perché questi sono “lavori da donna”. Lavori sottopagati, ovviamente: collaboratrici domestiche, badanti, operaie addette ai servizi di pulizia, personale non qualificato nel settore ristorazione.

Sono davvero rari gli uomini che fanno i “badanti”.

Ma il problema vero è che ancora oggi, cariche professionali importanti non vengono gratificate economicamente allo stesso modo, se si tratta di donne. Inoltre, esiste ancora una certa selezione a monte quando ad un colloquio di lavoro si presenta una gonna. Lo spettro della maternità è ancora un filtro a sfavore. So goes life.

Si potrebbe diquisire un articolo intero sull’argomento, quindi lascio che sia la musica di Alice Ventisette a raccontare, ancora una volta, cosa significa essere donna.

“Alice nel paese delle cianfrusaglie”

“Alice nel paese delle cianfrusaglie” è il nuovo singolo di Giulia Ventisette, distribuito dall’etichetta La Stanza Nascosta Records. Il brano nasce proprio come “denuncia” sociale del ruolo della donna, nel mondo del lavoro.

“Alice nel paese delle cianfrusaglie, che ‘non esiste e non parla’ e che sta un passo indietro, un po’ come ultimamente dicono che sia giusto stare, rappresenta però anche la promessa di un ritorno, di un ribaltamento dello stato di cose attuale”, continua la cantante, “La speranza è quella di un futuro nel quale a contare sia la persona, indipendentemente dalle differenze di genere, e a prevalere sia il talento individuale, al di là di raccomandazioni e ideologie tossiche”.

Con questo brano, l’artista invita a riflettere sul mondo del lavoro femminile e la visione della donna all’interno di una società abituata ad elevare maggiormente la forza dell’uomo.

La donna, ancora oggi, come racconta Giulia nel suo brano, vive in un paese delle “cianfrusaglie”. Non si può certo definire un paese delle meraviglie il nostro, come il celebre racconto di Lewis Carroll, dove la piccola Alice vive serena e con gli occhi colmi di stupore il suo sogno.

Cambierà mai qualcosa?

Certamente, sono cambiate molte cose rispetto a parecchi anni fa. Un tempo, la donna era il focolare della casa: puliva, rassettava, cucinava, cresceva ed educava i figli. L’uomo lavorava e portava a casa i soldi.

Oggi, invece, nonostante la donna possa finalmente lavorare, sono tuttora presenti delle discrepanze e diseguaglianze nell’ambito lavorativo rispetto all’uomo. Vi è una netta distinzione tra il salario maschile e quello femminile, e nella specializzazione in determinati settori scientifici e tecnologici. Come afferma il sociologo Pierre Bourdieu, le donne sono sotto il “dominio maschile”.

“È un paese in cui chi conta è, spesso e volentieri, rappresentato da una figura di sesso maschile. Da qui la scelta di far interpretare ad un uomo, Niccolò Fallani, perfino la Regina di Cuori, spiega Giulia Ventisette, un po’ come nel 1500 e 1600, quando nelle rappresentazioni teatrali i personaggi femminili erano impersonati da uomini travestiti e truccati… siamo rimasti fermi più o meno a quell’epoca, insomma!”.

“Alice nel paese delle cianfrusaglie, che ‘non esiste e non parla’ e che sta un passo indietro, un po’ come ultimamente dicono che sia giusto stare, rappresenta però anche la promessa di un ritorno, di un ribaltamento dello stato di cose attuale”, continua la cantante, “La speranza è quella di un futuro nel quale a contare sia la persona, indipendentemente dalle differenze di genere, e a prevalere sia il talento individuale, al di là di raccomandazioni e ideologie tossiche”.

Giulia Ventisette interpreta Alice nel paese delle cianfrusaglie, indossa un vestito attillato blu lungo, con un coprispalle bianco, in mezzo a un bosco, tiene una scatoletta marrone in entrambe le mani, mentre si gira a guardare l'immagine del bianconiglio pinzato su un albero

Giulia Ventisette

Giulia Ventisette, fiorentina del 1987, scrive poesie fin da giovanissima, considerando la scrittura come una “missione”.

2012. L’anno decisivo in cui associa la poesia alla musica, cominciando a comporre i suoi primi brani in collaborazione con altri artisti fiorentini. Giulia studia pianoforte e chitarra, arrivando in poco tempo a pubblicare il suo primo album “L’inverno del cuore”, nel 2015. A partire dal suo primo album, vengono estratti quattro singoli giunti in Radio Capital, Radio Rosa, Lady Radio, Radio Toscana, ControRadio.

Giulia Ventisette, foto in bianco e nero, con le braccia incrociate e lo sguardo serio rivolto da una parte, davanti a un microfono, indossa una camicia bianca e un papillon nero al collo, dietro ci sono delle farfalle nere proiettate sul muro del palcoscenico

Band & credits

L’artista ha collaborato con Franco Poggiali, basso, tastiere e programmazioni, Edoardo Bruni, chitarre, Federica Finardi Goldberg, violoncelli, Claudio Del Signore, batteria. Il brano è stato mixato e masterizzato presso Artestudio53 di Franco Poggiali.

Tra le comparse, Alessandro Geri, Edoardo Abbrevi, Ludovico Magini, Jacopo Fanti, Luigi Lai e Alessandro Russelli.

Il videoclip vede la regia è di Stefano Decarli, il trucco è di Viktoria Vandelli, mentre il parrucco di Parrucchiere Punto Donna. I bellissimi costumi sono di News Abbigliamento.

Disponibile su tutte le piattaforme digitali.

Ana Maria Manea
Ana Maria Manea
Studentessa aspirante insegnante di inglese. Poetessa Dice di sé: “25 anni molto ambiziosa e sognatrice, scrivo poesie fin dal momento in cui ho preso in mano per la prima volta una penna, all'età di 6 anni. A scuola ero una piccola Hermione Granger, e ho sempre amato scrivere. Ma la mia vera passione prende piede all'inizio della mia adolescenza, con la poesia intitolata "Il valore della donna", sul tema della violenza sulle donne. Sono talmente legata alla natura che mi circonda e alla vita, che mi basterebbe anche solo una goccia di pioggia perché l'ispirazione prenda il sopravvento”.