Il Capodanno cinese: in Vietnam celebrano la Terra “Quadrata”

Il Capodanno è appena trascorso, abbiamo finito di digerire i lauti cenoni ma per chi non ne avesse ancora abbastanza di festeggiare, ecco che arriva il Capodanno cinese. Scopriamo qualcosa in più di più sulla storia di questa tradizione, che viene celebrata in molti Paesi dell’Estremo Oriente. Scopriremo in particolare come festeggiano il Capodanno in Vietnam, tra cibo e strane usanze. Un buon motivo per organizzare un viaggio e vivere un’esperienza unica in una Terra lontana.

Il Capodanno cinese e le sue origini

Secondo il ciclo dello zodiaco cinese, dopo l’Anno del Maiale (ancora in corso), il 25 gennaio 2020 inizia quello del Topo. Il Capodanno cinese non viene festeggiato solamente in Cina, ma anche in molti altri Paesi: Singapore, Corea, Malesia, Nepal, Bhutan, Vietnam, Taiwan e Giappone.

La ricorrenza è molto sentita anche nelle grandi città occidentali di tutto il mondo, in cui vivono innumerevoli comunità cinesi. Vi siete mai chiesti quale sia l’origine di questa usanza così diversa dalla nostra? Secondo un’antica leggenda, l’Imperatore di Giada, il sovrano del Cielo e della Terra, un giorno decise di visitare la Terra. Rimase affascinato dalle creature animali che lo popolavano. Scelse di prendere gli esemplari più belli da portare con sé in Cielo per mostrarli agli altri déi.

Scelse dodici animali: un topo, un toro, una tigre, un gatto, un drago, un serpente, un cavallo, una capra, una scimmia, un gallo, un cane e un maiale. Il gatto, il più bello tra tutti, chiese al topo di essere informato sul giorno in cui l’Imperatore sarebbe arrivato a prenderli. Ma il topo era troppo geloso della bellezza del gatto e decise di non avvisarlo. Tra l’altro, lo scaltro animaletto fu il primo a presentarsi al cospetto dell’Imperatore. Arrampicandosi sul dorso dell’ingenuo toro, il topo riuscì ad evitare di percorrere la strada. Si limitò a saltare giù solo una volta giunti a destinazione, beffando tutti gli altri animali.

Il povero gatto invece non si presentò e fu sostituito dal coniglio. Quando il gatto venne al corrente della verità, si arrabbiò ferocemente con il topo. Da questa leggenda pare nacqua la proverbiale inimicizia tra gatto e topo. L’imperatore assegnò a ognuno dei dodici animali un anno del calendario.

La ruota dei dodici animali rappresentanti il capodanno cinese

Il Capodanno cinese in Vietnam

Anche in Vietnam festeggiano il Capodanno cinese. Qui il capodanno si chiama Tết Nguyên Ðán, o semplicemente Tet, che letteralmente significa “la festa della tavola”. Il nome ricorda molto il nostro “cenone”. Si tratta di un’autentica celebrazione del cibo e della divinazione. Tutti i membri della famiglia, sia vicini che lontani, si riuniscono in occasione di quest’importante festa. Per dare il benvenuto all’anno nuovo nel migliore dei modi, è tradizione pulire la casa e sbarazzarsi dei vecchi oggetti. In questo modo si allontana la cattiva sorte e si accolgono al meglio gli influssi positivi.

Inoltre, si consiglia vivamente di tagliarsi i capelli. Gli spiriti maligni così non vi riconosceranno ed eviteranno di tormentarvi durante l’anno. Entro la fine dell’anno è anche consigliabile saldare tutti i debiti, è bene riconciliarsi con se stessi e con gli altri, risolvere le vecchie dispute e ricominciare con uno spirito nuovo. Dopo aver dato un tocco di colore alla casa con fiori e decorazioni, si passa ai regali.

Lo scambio dei regali

Anche in Vietnam i soldi sono sempre il regalo più apprezzato. Da noi abbiamo la zia di turno che li mette in un’anonima busta bianca oppure la nonna che, sfilandoseli da sotto il grembiule, ce li mette in tasca senza farsi vedere da nessuno. In Vietnam sono più scenografici. Le banconote sono i cosiddetti “soldi fortunati” (Tien li xi) e vengono donate in buste rosse (il rosso è il colore della fortuna), decorate da ideogrammi dorati.

Tien li xidelle buste rosse decorate e un ventaglio di banconote
Tien li xi

Il “cenone” di Capodanno in Vietnam

Il momento più importante di tutta la festa è quando ci si siede a tavola. Anche in Vietnam la cena per il Capodanno cinese è preceduto da lunghi preparativi ed è ricca di pietanze. Al posto del nostro cotechino loro mangiano il pollo, che propizia la buona salute, e varie polpette a base di pesce e gamberetti.
Ci accomuna l’usanza di consumare i legumi, ma con un auspicio diverso: noi mangiamo le lenticchie perché si dice che “portano soldi”, invece loro mangiano i legumi perché favoriscono l’intelligenza.
Il cibo, oltre ad essere consumato in tavola, viene servito anche all’altare degli Antenati, presente in ogni casa.

La torta quadrata a forma di Terra

Si arriva al dolce, il piatto simbolo del capodanno cinese in Vietnam. Nulla a che vedere con pandori e panettoni. In Vietnam si fa tutto in casa. Preparare e mangiare il bánh chưng è una tradizione ben preservata da secoli.

Non è un dolce vero e proprio in quanto è composto da un impasto di riso glutinoso ripieno di carne, fagioli e crema di soia, il tutto ricoperto da una foglia di banano. Questa curiosità mi è stata raccontata da un ragazzo vietnamita che ho conosciuto durante il mio viaggio ad Hanoi. Mi ha spiegato che la forma del bánh chưng non è affatto casuale. Osservando il risultato finale, si nota che il fagotto ha una base quadrata e la parte superiore è leggermente gonfia e curva.

Il suo aspetto ricorda quasi quello del guscio di una tartaruga. La spiegazione ci viene data da una curiosa leggenda. Secondo il folklore locale, nel lago di Hanoi esiste una tartaruga gigante, simbolo di buon auspicio, che compare solo in occasioni speciali, portando agli uomini molta fortuna. La tartaruga raffigura la Terra e l’intero cosmo. Il guscio curvo sopra rappresenta il Cielo e la parte quadrata sotto rappresenta la Terra. Il corpo vivente al suo interno rappresenta invece la Vita. Alla faccia dei terrapiattisti! Viva il Capodanno cinese!

bánh chưng il dolce tipico del capodanno cinese, quadrato verde e ripieno di riso
bánh chưng
Maria Grazia De Luca
Maria Grazia De Luca
Laureata in Lingue e Letterature Straniere con un Master in Traduzione e personal trainer a tempo perso. Appassionata di viaggi e sport all'aria aperta. Amo girare il mondo ma più che una viaggiatrice mi piace definirmi una VISITATRICE, MGVISITOR infatti è il nome del mio blog. Quando mi trovo in un posto nuovo immagino di essere un’ALIENA appena arrivata sulla Terra, che osserva con interesse e curiosità tutto ciò che è attorno, che vuole imparare il più possibile da questa stravagante ma bellissima civiltà. Vado a caccia di emozioni, visito luoghi che pochi conoscono, amo vedere gli animali nel loro habitat, parlare con le persone, mangiare insieme a loro e conoscere le loro storie perché penso fermamente che l’umanità, in fondo, non sia una brutta specie. CULTURA, CIBO e NATURA: queste sono le tre parole chiave, i tre elementi fondamentali per vivere un viaggio! Nonostante mi senta, a volte, un extraterrestre, mi impegno a restare “umana”. “Stay Human”