Arte brutta? Ha un museo e si chiama MOBA, Museum of Bad Art.

«Mentre ogni città del mondo ha almeno un museo dedicato al meglio , il MOBA è l’unico dedicato alla raccolta ed all’esibizione del peggio, in altre parole all’arte brutta» Così Jerry Reilly, uno dei fondatori, definisce il Museum of Bad Art (MOBA) che ha la sua sede in Massachusetts, precisamente a Somerville. La massima del museo? “Arte troppo brutta per essere ignorata“.

E, ovviamente, la nascita di un museo così particolare, che ha come obiettivo quello di “celebrare la fatica di artisti il cui lavoro non potrà venir apprezzato in nessun’altra piazza” (sempre a detta di Reilly) , non poteva iniziare che con un dipinto recuperato dall’immondizia. Dall’antiquario Scott Wilson, nel 1994, che inizia così la sua collezione insieme al suo amico Reilly. Ad oggi la permanente include 500 “opere d’arte troppo brutte per essere ignorate”.

MOBA: Criteri di ammissione

Partiamo ora da una precisazione di uno dei curatori, Marie Jackson:«Nove opere su dieci vengono rifiutate dalla galleria perché non sono abbastanza brutte. Se un artista considera brutta un’opera non vuo dire che rispecchi sempre i nostri standard

Quindi per entrare nell’Olimpo della collezione del MOBA, e far parte del peggio dell’arte, o dell’arte brutta, le opere devono: essere originali, avere finalità serie e evidenti difetti che le rendano divertenti. I curatori del museo non sono infatti per nulla interessati alle creazioni volutamente di cattivo gusto. Cosa non si farebbe per un po’ di gloria.

Insegna in Massachusetts a somersville. Riporta il nome in nero su fondo bianco

Qui qualcosa è andato storto

Ma atteniamoci al libro ufficiale del Museum of Bad Art: Masterworks. Che così recita: “per far parte del MOBA un’opera d’arte deve, prima di tutto, essere stata realizzata da qualcuno che abbia, di base, una formazione artistica. Un’opera del MOBA deve essere, infatti, “irresistibile”. O, per riprendere le parole di uno dei curatori, Ollie Hallowell, avere un qualcosa che spinga l’osservatore a dire frasi come “oh mio Dio”!! “

«Raccogliamo opere realizzate con dedizione, ma dove qualcosa è andato orribilmente storto durante la loro creazione o nelle premesse iniziali (che si è posto l’artista).» Precisazioni essenziali dalla regia.

«Siamo qui per celebrare, gloriosamente, il diritto di un artista di fallire.»

È arrivato il momento di parlare un po’ di storia. Chi pensa di annoiarsi, può passare al paragrafo del dipinto ritrovato nei rifiuti.

Il Museum of Bad Art o MOBA, viene fondato nel 1994 dall’antiquario Scott Wilson dopo che, di passaggio a Boston, recuperò in mezzo ai rifiuti Lucy in the Field with Flowers. Quello che è considerato dipinto “simbolo” del museo. Sinceramente Wilson, in un primo momento, era solo interessato a recuperarne la cornice, ma poi spinto dal suo amico Reilly (vedi a volte gli amici) Wilson espose il dipinto a casa propria. Spinto dall’entusiasmo (o per mal comune mezzo gaudio) incoraggiò i suoi amici ad accumulare per lui altre opere d’arte “pessime”.

La cosa prende piede e si avvia una collezione. A Somerville la casa di Reilly e di sua moglie Marie Jackson diventa una meta di pellegrinaggio. L’ arte brutta è diventato un must. La situazione sfugge completamente di mano quando un pulmann pieno di cittadini anziani si ferma per visitare la casetta .Nel 1995 le opere sono trasferite nel più vasto seminterrato del Dedham Community Theatre. Da allora vengono aperte tre sedi.

I fondatori del. Peggio dell'arte seduti all'interno del. Museo
Reilly e sua moglie Marie

Il peggio dell’arte non è qui

Il museo è stato accusato, molte volte, di essere “anti-artistico” e di deridere le opere. Ma occorre far presente che molte opere del museo sono state donate dagli stessi artisti che le hanno realizzate. Masochismo allo stato puro? In ogni modo in un articolo datato 1997, il Chicago Tribune mise in evidenza che nessuno dei circa quindici artisti che scoprirono di aver realizzato un’opera esposta nel museo ne rimase turbato. Il meglio della consapevolezza.

Per quali che pensano di aver trovato un modo insolito per svuotare la cantina, precisiamo che il Museum of Bad Art non colleziona lavori o arte tradizionalmente intesa come di scarsa qualità. Per cui no a oggetti kitsch, opere riprodotte in serie o destinate al turismo e affini.

I curatori del MOBA sostengono, infatti, che i luoghi più appropriati dove esporre tali oggetti sarebbero gli ipotetici “Museo del Dubbio Gusto”, “Collezione Internazionale della Robaccia”, e “Tesoreria Nazionale dell’Ambigua Decorazione Casalinga.”. Insomma arte brutta sí, ma con classe.

La provenienza delle opere

Abbiamo detto che molte opere vengono donate dagli artisti stessi (criteri di selezione permettendo). Altre provengono da vari mercatini dell’usato. La Trash Collectors Union (Unione dei Raccoglitori di Immondizia) insieme all Esercito della Salvezza, sono tra i maggiori fornitori e hanno donato opere che sarebbero andate distrutte. In altri casi, i dipinti vengono acquistati ma per non più di 6 dollari e cinquanta.(casi eccezionali a parte).

Lucy in the Field with Flowers

Ma veniamo al pezzo forte dell’intera collezione: (il peggio dell’arte?) Lucy in the Field with Flowers, olio su tela di un autore sconosciuto; ritrovato nei rifiuti a Boston. Il primo dipinto acquisito dal museo, e quello che ha impostato gli tutti gli standard seguiti per le seguenti acquisizioni del museo. Lucy è considerato “un dipinto così importante da obbligare la sua conservazione per i posteri”.

una donna anziana in un campo di margherite con vestito azzurro. Collezione MOBA il peggio dell'arte
Lucy in the Field with Flowers

Kate Swoger della Gazette di Montreal la descrisse in questo modo: «Un’anziana donna che balla su un ridente campo primaverile. I cui seni cadenti sbattono volenti e nolenti, mentre, incredibilmente, sembra trattenere con una mano una sedia rossa dietro di lei, ed un mazzo di margherite con l’altra

L’autore Cash Peters la definì, più drasticamente , “la vecchia con una poltrona incollata al culo”.

Nella didascalia di Lucy del MOBA è scritto: «Il suo movimento, l’oscillazione dei seni, le lievi tinte del cielo, l’espressione del suo volto – tutti i dettagli si combinano per creare questo trascendente e avvincente ritratto, ogni dettaglio ci spinge a gridare al capolavoro.». Ah, questi curatori…

L’iconico dipinto Sunday on the Pot with George

Sunday on the Pot with George è un acrilico su tela di un autore sconosciuto; donato da Jim Schulman. Ed è ritenuto un dipinto “iconico” dal Boston Globe, che garantì al suo osservatore il “cento per cento di possibilità che scoppi a ridere”.

Dal MOBA, Sunday on the Pot with George  un altro dipinto considerato il peggio dell'arte. Un uomo seduto su un vaso da notte
Sunday on the Pot with George

George è la prima opera donata al MOBA. E mollti ammiratori di George, si sono dichiarati “ipnotizzati” dall’immagine di un uomo molto robusto in mutande, seduto su un vaso da notte, e dipinto in uno stile che ricorda il puntinismo di Georges Seurat. Un critico dichiarò che lo stile puntinista di George potrebbe essere il risultato di qualcuno che “ha visto troppa televisione”

L’ emerita opinione di Harvard

Jason Kaufman, un professore della Harvard University che insegna sociologia della cultura, scrive che il MOBA è parte di una moda sociale che definisce “fastidismo”. Una moda secondo la quale le sedi dei mass media promuovono performance e artisti che realizzano ciò che è brutto in modo intelligente.

Arte brutta quindi? A voi l’ardua sentenza. Dopo un viaggio in Massachusetts ovviamente. Per visitare il MOBA

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".