Il Torino batte il Genoa con una prestazione imbarazzante

Genoa vs Torino FC 0-1 (Bremer 77′)

Il cielo su Genova nel tardo pomeriggio è poco nuvoloso e non si prevedono piogge. Le città ha già dato abbastanza.

Il cielo su Torino, quello a tinta granata, è invece plumbeo con tendenza al peggioramento.

Da Chiellini agli ultras interisti

Dalla sparata dell’allenatore su Chiellini all’ingresso degli interisti in curva Primavera, è stato un susseguirsi di eventi e di partite, che hanno alimentato il dissenso verso l’allenatore e la società.

Dico “dissenso” e non “contestazione”, perché la contestazione, quella a cui sono abituato, da vecchio tremendista quale sono, è una cosa seria, fatta da persone serie.

Diciamo che per ora, si assiste a qualche forma di dissenso, non solo sui social, che però si sta allargando anche tra i più irriducibili sostenitori dell’imprenditore di Masio.

Quattordici anni di nulla unito al niente, quattordici anni di scatole vuote, quattordici anni di promesse mai mantenute, evidentemente cominciano a far aprire gli occhi anche ai più accecati.

E non sarà il bannare post e profili sui social, come nemmeno il daspare le persone scomode, la strada per fermare il dissenso. Anzi.

Quattordici, come le partite giocate ad oggi, e come i punti in classifica (tre sopra la zona retrocessione). Questo è il motivo per cui la partita di stasera a Marassi, riveste una particolare importanza: il Torino potrebbe uscire dalle sabbie mobili, come invece sprofondare nella melma più profonda.

3-7-0

Walter “dobbiamo essere meno timorosi” Mazzarri, manda in campo (3-7-0): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Bremer; Berenguer, De Silvestri, Rincon, Baselli, Verdi, Ansaldi. Ecce Homo.

Il “Gallo” non recupera dall’infortunio, Zaza non convince (e non lo farà mai), e quindi ecco servita la formazione più assurda ed anti-calcio, che si possa immaginare.

Millico sempre in panchina, mi raccomando.

O siamo in presenza di un genio incompreso, che ci farà vincere brillantemente la partita, oppure siamo in presenza di un allenatore che è entrato nella fase di “delirium tremens”, che colpisce un mister alle soglie dell’esonero.

Esonero che può essere una soluzione, ma non l’unica: ne riparleremo a fine gara, eventualmente.

La partita

Spettacolo da squadre di Eccellenza UISP, quello offerto da Genoa e Torino nel primo tempo.

Quarantacinque minuti di non-calcio, che potrebbero tornare utili alle maestre d’asilo per far addormentare i bimbi dopo il pranzo. I padroni di casa ci provano, almeno nel finale, ma dieci giocatori nella metà campo avversaria sono difficili da superare.

Fischi al fischio dell’arbitro, da parte di tutto lo stadio.

Pressa a attacca il Genoa ad inizio ripresa: traversa e palo nel giro di pochi minuti.

Entrano Meitè al posto di Baselli (per nulla contento della sostituzione), Laxalt per Ansaldi (il più pericoloso stasera, sic).

Paratona di Sirigu su Cassata.

Minuto 75 e Torino in vantaggio: corner di Verdi, stacco di Bremer e palla in rete.

Entra anche Edera al posto di Verdi. Espulso, lo stesso Edera, dopo pochi minuti.

Finisce 0-1 per i granata.

Un brodino

Il primo calcio d’angolo battuto direttamente in area da un anno, e il Torino segna.

Terza vittoria a Marassi in tre anni, stavolta giocando senza punte: record.

Una vittoria, un brodino insipido, che conferma Walter Mazzarri sulla panchina granata, e che probabilmente bloccherà il timido accenno di contestazione.

Panchina che, almeno dalle dichiarazioni del proprietario, non è mai stata, e mai sarà in pericolo.

Una vittoria che cambia poco a livello di classifica, decimo posto provvisorio, ma che allontana per il momento la zona retrocessione.

Zona retrocessione, per altro già abbastanza definita: Brescia e SPAL già con un piede in Serie B e Genoa che, con la sconfitta di stasera, rischia grosso.

In buona sostanza, anche stasera gioco nullo e tanto lato B: l’agonia continua.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.