Justin Gregg, Se Nietzsche fosse un narvalo. Un libro sulle menti umane ed animali.

Il libro di Justin Gregg, Se Nietzsche fosse un narvalo,(Saggi Human Ecology Aboca Edizioni) avanza una tesi controversa. Un libro su come l’intelligenza animale affronta la stupidità umana. Un saggio che affronta il tema dell’intelligenza partendo da studi di scienze cognitive, filosofia ed etologia. Pagine in cui Justin Gregg si interroga sulla nostra incapacità di riconoscere l’intelligenza delle altre specie e i limiti dell’intelligenza umana.

La maggior parte di noi crede che l’intelligenza umana sia una meraviglia dell’evoluzione, ma raramente ne consideriamo le conseguenze negative. Dopotutto, è la mente umana che ci ha condotto alla crisi climatica.

Justin Gregg mente animale e mente umana

Se c’è una lezione che possiamo trarre dalla vita tormentata di Friedrich Nietzsche, è che riflettere troppo sulle cose non torna per forza a nostro vantaggio. Che sarebbe successo se Nietzsche fosse stato un animale più semplice, incapace di pensare in modo così profondo alla natura dell’esistenza? O addirittura un narvalo? Il narvalo è un cetaceo appartenente alla famiglia dei delfinatteri, simile al beluga.

Non c’è dubbio, nei nostri cervelli succede qualcosa che non avviene nei crani dei narvali. Noi possiamo mandare robot su Marte. I narvali, no. Possiamo comporre sinfonie, i narvali no. Noi possiamo trovare un senso nella morte. I narvali, no. Qualsiasi cosa faccia il nostro cervello per produrre questi prodigi è certamente il risultato di quella cosa che chiamiamo intelligenza.

Abbiamo sempre guardato al mondo e agli animali attraverso il nostro personale stile di intelligenza umana. Ma se mettessimo a tacere la voce che tanto decanta l’eccezionalismo della nostra specie e ascoltassimo le storie che ci raccontano le altre? Se riconoscessimo che a volte le nostre presunte conquiste umane sono in realtà soluzioni abbastanza scadenti da un punto di vista evolutivo?

colonia di narvali nell'oceano
narvali

Anche gli animali hanno una coscienza

Attraverso questo saggio impareremo che tutti gli animali possiedono una coscienza, capiscono qualcosa del passaggio del tempo e fanno piani per il futuro. Intuiscono qualcosa della morte, imparano come funziona il mondo accumulando informazioni associative. Possono essere menzogneri (pensiamo ad esempio alla “finta dell’ala spezzata” del corriere canoro o all’“inganno tattico” della seppia luttuosa). Hanno intenzioni e obiettivi. Gli animali hanno persino norme che guidano il loro comportamento sociale, dando loro idee su quello che è giusto e su come loro (e gli altri) meritano di essere trattati. Insomma, ci arrenderemo al fatto che gli animali hanno piccole menti piene di qualità che vale la pena prendere in considerazione e che la nostra mente non è il principio e la fine di ogni meraviglia.

Justin Gregg

Justin Gregg è un grandissimo esperto di delfini e ha studiato per molti anni i comportamenti e le capacità cognitive di uomini e animali, mettendole a confronto. Lavora come ricercatore del Dolphin Communication Project e insegna alla St. Francis Xavier University.

ti può interessare anche

Wanted! Animali che infrangono la nostra legge. Il libro di Mary Roach.

Animali fantastici e luminosi: le “lucciole” di mare