L’ ONU adotta il Trattato per proteggere gli Oceani

All’inizio dell’anno in corso, al Palazzo di Vetro dell’ONU a New York si è riaperto il negoziato per il Trattato mondiale sugli oceani, sospeso nell’ agosto 2022, a un passo da una conclusione positiva. Dal successo di questo negoziato dipendeva l’impegno concordato lo scorso dicembre a Montreal alla Conferenza mondiale sulla Biodiversità per tutelare il 30 per cento della superficie terrestre e degli oceani entro il 2030: il cosiddetto “obiettivo 30 x 30”. I progressi fatti in agosto facevano beno sperare che fosse a portata di mano un Trattato ambizioso che consentisse di rispettare questo impegno.

Nel marzo 2023, gli Stati Membri delle Nazioni Unite hanno finalmente concordato un Trattato Globale sugli Oceani. In questi mesi, il testo riveduto e corretto, è stato tradotto prima di essere adottato in una successiva sessione.

E finalmente è ufficiale: l’ Onu a New York ha formalmente adottato il Trattato e i governi possono ora procedere alla firma e alla ratifica del Trattato per passare dalle parole ai fatti e, finalmente, proteggere davvero gli oceani del pianeta.

Questo trattato è una vittoria monumentale per la protezione degli oceani e un segnale importante del fatto che il multilateralismo funziona ancora, in un mondo sempre più diviso.

Obiettivo 30×30

Fondamentale l’intervento degli Stati della High Ambition Coalition, che comprende l’Unione Europea, gli Stati Uniti e la Cina, che hanno mostrato una volontà di cooperazione e ricerca del compromesso, cercando alleati anziché seminare divisioni. I Paesi del gruppo degli Stati insulari (Small Island States) hanno mostrato leadership nel corso di tutto il processo e il gruppo dei Paesi del G77, che comprende la gran parte degli altri Stati, ha guidato il processo per far sì che il trattato potesse essere messo in pratica in modo equo e giusto.

Il Trattato è un potente strumento giuridico che potrà essere utilizzato per raggiungere l’ambizioso obiettivo del 30×30, concordato dai governi nell’ambito della Convenzione sulla Biodiversità alla fine del 2022. Una volta ratificato, il Trattato permetterà infatti la creazione, anche in acque internazionali, di  una rete di santuari marini, liberi da attività umane distruttive. Affinché il Trattato diventi operativo, deve prima essere ratificato da almeno 60 nazioni: solo così potrà entrare in vigore e diventare uno strumento giuridicamente vincolante.

«Questo trattato è una vittoria per la vita degli oceani. Ora tutti i Paesi firmatari, Italia inclusa, devono procedere con urgenza alla ratifica e iniziare a creare una rete efficace di santuari marini anche nelle loro acque territoriali e Zone Economiche Esclusive. La scienza è chiara: solo proteggendo almeno il 30% degli oceani entro il 2030 daremo ai mari del pianeta la possibilità di riprendersi e prosperare», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. «Continueremo a impegnarci per garantire una rapida ratifica del Trattato e fare in modo che una rete efficace di aree marine protette diventi presto realtà anche nel Mediterraneo».

C’è di mezzo il mare

In queste settimane Greenpeace Italia è impegnata nella spedizione “C’è di mezzo il mare”, che fino al prossimo 8 luglio si propone di monitorare e documentare la biodiversità e la fragilità dei nostri mari, minacciati dai crescenti impatti della crisi climatica, dell’inquinamento da plastica, della pesca intensiva. L’iniziativa ha incontrato il supporto e il sostegno di diverse attrici e attori di Mare Fuori, la famosa serie tv, hanno voluto sostenere la spedizione di Greenpeace, unendosi all’appello per proteggere il Mediterraneo.

La spedizione “C’è di mezzo il mare” prevede oltre un mese di attività (dal 30 maggio all’8 luglio) in quattro regioni italiane (Toscana, Campania, Lazio, Sicilia) e in Corsica con due imbarcazioni. Saranno inoltre organizzati quattro Greenpeace Village in diversi week-end, con momenti informativi e altre iniziative rivolte alla cittadinanza. Sono alcuni dei numeri di questa nuova edizione della spedizione in difesa dei mari promossa da Greenpeace Italia che toccherà molte aree di elevato valore biologico ed ecologico del Mar Tirreno.

Tra le tante iniziative in programma in mare e a terra, sono previste la pulizia di spiagge e la rimozione di reti da pesca dai fondali a San Felice Circeo (LT). Non meno importante, il monitoraggio di canyon sottomarini alle isole pontine e della presenza di rifiuti sui fondali a Ischia. Ancora, una conferenza sui rischi del deep sea mining a Marina di Pisa e l’installazione di termometri sottomarini a Milazzo (ME) nell’ambito del progetto  “Mare Caldo”. 

Firma anche tu!

Proprio per difendere i nostri mari, Greenpeace Italia ha lanciato una nuova petizione: un appello ai ministri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e per la Protezione Civile e le Politiche del mare per chiedere un processo rapido di ratifica del Trattato globale sugli oceani. Anche diverse attrici e attori della celebre serie televisiva “Mare Fuori” hanno voluto sostenere con un video l’organizzazione ambientalista, unendosi all’appello per proteggere il Mediterraneo.

Clicca sulla foto per aderire alla petizione

trattato globale sugli oceani greenpeace per il mediterraneo - un delfino che nuota sul pelo del fondale del mare e affianco il format per la petizione
L’ ONU adotta il Trattato per proteggere gli Oceani

Gli attori di Mare Fuori con Greenpeace per il Mediterraneo

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”