La moglie, lui e lei: il triangolo no!

Ciao Margherita, mi chiamo Anna ho 37 anni e sono fidanzata da 5 con un uomo sposato. Lui dice di amarmi, che quando sta con me è veramente se stesso, ecc…Ma soprattutto mi promette, praticamente dall’inizio della nostra storia, che lascerà presto la moglie (sono sposati da 15 anni con due figli) per mettersi stabilmente con me. Solo che…parla, parla e non lo fa mai! Ogni volta che gli chiedo se le ha comunicato le sue intenzioni mi dice che non ha trovato il momento, che non era la giornata giusta…insomma, ogni volta c’è una ragione diversa (o scusa??). Non puoi capire quanto questo mi faccia stare male e arrabbiare…tanto che già diverse volte ho troncato il nostro rapporto. Solo che poi, per una ragione o per l’altra, lui ritorna, mi prega di ripensarci, mi promette nuovamente che lascerà la moglie e io puntualmente ci ricasco. Così ricomincia tutto d’accapo. Come posso fare? La tua grande fan Anna

Eh cara, carissima Anna!

Non c’è rivista che abbia al suo interno una rubrica d’amore che non contenga almeno per una volta la storia che stai vivendo tu.

La classica (e penosa) triangolazione lui, lei e l’altra (complicata dal fatto che ci sono dei figli in mezzo). Tanto che – perdonami – stavo per bypassare la tua lettera proprio perché la situazione che vivi è appunto la triste copia di tante, tante altre. Non sapevo quindi cosa poter aggiungere a tutti i consigli che trovi sparsi sul cartaceo o sul web a riguardo.

E’ un classico, no? Lui che ha un’amante (tu) con cui dice di stare meravigliosamente. lui che promette continuamente di lasciare la moglie con la quale sta da anni; lui che poi alla fine non la lascia. L’amante allora, periodicamente si scoccia, lo lascia ma poi lui torna pentito e con una rinnovata promessa. E l’amante, che è genuinamente innamorata, ci ricasca e la trama si ripete con qualche differenza ma in fondo sempre uguale.

Non voglio di certo affermare che lui non ti ami, anzi: magari il sentimento che prova per te potrebbe pure essere superiore a quello per sua moglie. Ma anche se fosse, dove ti sta portando questa situazione?

Sicuramente a spendere molto tempo (5 anni della propria vita non sono pochi!) nell’attesa – forse vana, forse no – di avere finalmente al proprio fianco e tutto per sé l’uomo che si ama.

Più che consigliarti di metterlo alle strette ora, consiglierei a te di di prenderti un po’ di tempo per guardarti un po’ dentro, al fine di recuperare quel po’ di amor proprio che forse hai perduto. Cosicché tu possa arrivare un giorno a dire a questa persona con dignità e coraggio (indipendentemente dalla risposta che ne potrebbe derivare): “tempo scaduto. O dentro, o fuori!”.

In bocca al lupo, mia cara amica. Margherita

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Margherita Fumero
Margherita Fumero
Attrice teatrale televisiva e cinematografica. Allieva di Macario, ha lavorato per anni in coppia con Enrico Beruschi. Tra le sue partecipazioni più famose: Drive In di Antonio Ricci e Camera Cafè nel ruolo della stagista Wanda. Dice di sè: Descrivermi? Io? Già è difficile descrivere una persona che si conosce da diverso tempo, figuriamoci se stessi, ma...ci proverò! Anche perché non è così scontato che un individuo si conosca in tutte le sue sfaccettature, nonostante sia in “compagnia di se stesso” da tutta una vita. Infatti, ci sono parti di noi che ci sfuggono, altre che sono sotterrate negli strati più profondi del nostro animo, oppure altre che semplicemente non vogliamo vedere. Io, complice il lavoro che faccio, ho dovuto scavare dentro di me, anche per fare arrivare al pubblico l'emozione che deriva dall'essere in una particolare situazione. In più – e lo dico per chi non conosce la mia formazione – ho frequentato l'Accademia di arte drammatica, non di “arte Comica”! Fu Macario che mi consigliò di dedicarmi al comico, attraverso la frase che cito in tutte le interviste dove mi chiedono dei miei esordi: “con quella faccia lì, devi far ridere”, mi disse. Tuttavia, non si deve pensare che essere attori comici significhi per forza conoscere solo il lato divertente della vita; anzi! Si dice che i più grandi comici della storia siano stati dei depressi; un po' come i clown che, in alcune scuole di mimo e recitazione, vengono presentati come personaggi in realtà tristi. Io, in realtà, a parte qualche triste e naturale accadimento – come quelli che la vita riserva più o meno ad ognuno di noi – non posso sicuramente dire che sia o sia stata una persona infelice. Al contrario: la mia “voglia di far ridere” deriva da quella serenità che ho sempre respirato in famiglia. Mia mamma Luisa era un po' come me: ironica, sorridente e con la battuta pronta. Il mio papà Gino era più riflessivo, più incline alla saggezza, ma sempre sereno. Io ho fatto un bel frullato di queste caratteristiche, ci ho aggiunto quello che la natura mi ha regalato attraverso il temperamento et voilà: signore e signori, questa è la Fumero! Una signora buffa ma dignitosa; un soggetto autoironico ma profondamente rispettoso degli altri; una donna che può interpretare mille personaggi, pur rimanendo sempre se stessa. Una persona che finge sul palcoscenico ma che è profondamente vera nella vita reale.