La montagna del futuro: A Treia, l’incontro delle Green Communities

A Treia (MC) il 16 novembre nell’ambito del Festival della Soft Economy, per la prima volta si riuniranno tutte Green Communities d’Italia.

Nel contesto della sempre crescente consapevolezza ambientale, la legge sulla green economy 221 del 2015 in Italia ha gettato le basi per un cambiamento significativo nelle politiche ambientali, con un’attenzione particolare alle comunità montane. L’approvazione di fondi consistenti, pari a 135 milioni di euro, nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha ulteriormente rafforzato questo impegno. Questi fondi sono destinati a promuovere le cosiddette “Green Communities”, comunità rurali e montane che intendono posizionarsi al centro delle politiche per l’ambiente, l’uso sostenibile delle risorse naturali, il pagamento dei servizi ecosistemici, le nuove agricolture, le start-up e il turismo.

Green Communities: cosa sono, dove sono e come lavorano

Le Green Communities sono comunità rurali e di montagna che realizzano piani di sviluppo sostenibile dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale. Nascono con l’obiettivo di rilanciare le aree interne, rurali e di montagna, impiegando in modo sostenibile risorse come l’acqua, i boschi e il paesaggio, su un territorio vasto che comprende decine di comuni.

Le green communities hanno funzione di supporto alle zone colpite da eventi estremi dovuti alla crisi climatica, come alluvioni, incendi e trombe d’aria. Le green communities non hanno nulla a che vedere con le comunità energetiche, i cui focus, invece, sono la produzione e la condivisione di energia pulita e rinnovabile.

Sono circa una trentina e, grazie alla scelta del Governo di tre progetti pilota, sono diventate un modello nazionale.

La legge 221 del 2015 definisce, nell’articolo 72, la loro strategia nazionale, e tale norma prevede anche la valorizzazione del patrimonio agroforestale, la gestione delle risorse idriche, lo sviluppo delle attività produttive e il turismo sostenibile.

Le green communities lavorano in sinergia con le istituzioni del territorio e i privati, in una visione condivisa di tutela e di rivalutazione delle aree montane.

Le Green Communities rappresentano un nuovo strumento cruciale per la transizione ecologica, identificando il valore intrinseco dei territori rurali e di montagna. Queste aree, spesso marginalizzate nelle politiche tradizionali, diventano ora il fulcro di iniziative mirate a garantire uno sviluppo sostenibile. L’obiettivo è quello di utilizzare in modo equilibrato le risorse principali di cui dispongono, ponendo particolare enfasi sull’acqua, i boschi e il paesaggio.

Sostenibilità montana

Il primo pilastro di questa nuova visione è la gestione sostenibile dell’acqua. Le montagne sono spesso le fonti primarie di corsi d’acqua che alimentano le pianure sottostanti. La legge sulla green economy 221 del 2015 riconosce l’importanza cruciale di proteggere queste risorse idriche. Attraverso i finanziamenti del PNRR, le Green Communities possono implementare progetti volti a preservare la qualità dell’acqua, prevenire l’inquinamento e garantire una gestione oculata delle risorse idriche, contribuendo così a mantenere la sostenibilità degli ecosistemi montani.

I boschi, anch’essi componenti vitali di questi ecosistemi, sono un altro punto focale della strategia delle Green Communities. La legge incentiva la gestione forestale sostenibile, incoraggiando la riforestazione e la tutela della biodiversità. La consapevolezza dell’importanza di un ambiente forestale sano è fondamentale per garantire la resilienza delle comunità montane.

Il paesaggio, con la sua bellezza naturale, è uno degli asset più preziosi di queste aree. Le Green Communities possono sfruttare la loro ricchezza paesaggistica per sviluppare il turismo sostenibile. Questo non solo contribuisce all’economia locale, ma crea anche un legame tra le comunità montane e i visitatori urbani, aprendo così un nuovo rapporto sussidiario e di scambio.

Le nuove agricolture sono un altro elemento chiave della transizione ecologica. Le Green Communities possono sperimentare e implementare modelli agricoli sostenibili, riducendo l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici e promuovendo la biodiversità agricola. Ciò non solo migliora la qualità dei prodotti agricoli, ma contribuisce anche a preservare la fertilità del suolo e a mitigare gli impatti ambientali negativi delle pratiche agricole convenzionali.

Le Green Communities sono la vera dimensione territoriale del PNRR

Le start-up, soprattutto nel settore ambientale, sono incoraggiate e supportate finanziariamente attraverso il PNRR. Questo stimola l’innovazione e la creazione di soluzioni sostenibili, fornendo un’opportunità per le Green Communities di diventare pionieri in settori emergenti legati all’ambiente.

Sono i territori nel presente e nel futuro, che affrontano le crisi climatica, energetica, sociale, economica. Sono il PNRR portato sui territori oltre il municipalismo e il campanilismo di altri bandi che hanno messo i Comuni tutti contro tutti. Sulle Green Communities stiamo facendo un lavoro intenso“. Dichiara Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

In questo momento sono due i progetti finanziati, ma ce ne sono altri, per i quali saranno necessarie ulteriori risorse, di PNRR o di altre fonti.

A livello nazionale, un anno fa si apriva il bando PNRR per le Strategie d’area delle Green Communities, teorizzate da Uncem dal 2008. E nel 2022 sul bando PNRR sono arrivati, al 16 agosto, 193 progetti. 37 sono stati finanziati con oltre 130 milioni di euro importanti. Ma ne servono altri 300 milioni, come ho detto al Ministro Calderoli, per dare corpo a tutte le altre 160 occasioni di crescita e sviluppo territoriale”. Prosegue Marco Bussone.

Sono valli intere che lavorano, Comuni insieme, con imprese, scuole, università, centri di ricerca. Ne abbiamo parlato nei recenti incontri in Campania e in Calabria, portando al centro la sfida del cambiamento, che vede certamente Governo, Parlamento, Regioni insieme con gli Enti locali montani. In dialogo, alla base di ogni progettualità“.

La montagna e le green communities - la locandina

Treia: 1° incontro nazionale delle Green Communities

A Treia si discuterà dell’urgenza di elaborare una visione del territorio nazionale che parta dalla consapevolezza degli impatti sempre più evidenti e dei rischi sempre più gravi conseguenti alle crisi climatica e demografica. È necessaria una strategia che individui priorità e azioni capaci di assicurare la tenuta degli assetti territoriali e condizioni di abitabilità in sicurezza, in particolare delle aree del Paese più esposte come le montagne che, secondo la classificazione Eurostat, è montano per il 66% della superficie nazionale, il doppio della media Ue (32,6%), molto più della Francia (20,6%) e della Germania (11,8%). Rischi aggravati dal fatto che non solo le montagne ma anche l’intero bacino del Mediterraneo è considerato un hotspot climatico a causa dell’innalzamento delle temperature del mare che alimenta l’energia e la portata dei fenomeni atmosferici.

Considerando, inoltre, che larghissima parte dei sistemi insediativi più densamente abitati e più intensamente urbanizzati sono limitrofi, prossimi, relazionati e spesso interstiziali alle catene alpina, appenninica e insulari, si comprende meglio i rischi ai quali il nostro Paese è esposto. Deve maturare la consapevolezza della “centralità geografica” della montagna e conseguentemente della sua “centralità politica”, dando così vita ad un grande e ambizioso programma centrato sull’economia circolare in grado di realizzare quelle azioni di adattamento-mitigazione necessarie a contrastare la crisi climatica, puntando in particolare sulle produzioni legate alle filiere della bioeconomia fondamentali nell’assicurare e fornire servizi ecosistemici e ambientali.

Così come è urgente promuovere un progetto nazionale di neo-popolamento della montagna quale condizione fondamentale per rendere concreta questa prospettiva di sviluppo, che deve coinvolgere tutte le Regioni, non solo con investimenti, bensì con specifiche soluzioni strategiche.

Affrontiamo le sfide, insieme

Le Green Communities sono un riferimento importante per raggiungere questi ambiziosi ma urgenti obiettivi. L’incontro di Treia si inserisce tra le attività che Uncem realizza con il Dipartimento Affari regionali e autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito del Progetto Italiae che punta sulla modernizzazione del Paese a partire dai paesi, dal lavoro dei Comuni insieme, da una strategia di crescita c’entrata sul NOI degli Enti locali, che insieme generano fiducia, coesione, istituzioni vere per la modernizzazione del Paese.

Le Green Communities – afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem e Responsabile Atelier di Sperimentazione sulle Green Communities – sono moderne e intelligenti. Abbiamo 35 aree omogenee del Paese che sono state finanziate dal PNRR e altre 160 che hanno una strategia territoriale pronta, in attesa di finanziamenti statali e regionali. A Treia l’incontro sarà molto importate per condividere necessità, opportunità, soluzioni. Le Green Communities affrontano le sfide della crisi climatica, energetica, sociale, ambientale, economiche dei territori montani. Che sono sempre in relazione, in particolare con le aree urbane. Sono in movimento e guidano processi innovativi. Collegarli, unire obiettivi e soluzioni delle Green Communities è urgente e necessario”.

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”