La storia vera nei cinema – Quando la vita reale diventa film

A volte la vita vera si fa strada da sola nei film nei nostri cinema, portando una storia fuori dal mondo reale e dentro la macchina dei sogni.

Ovviamente e’ inevitabile che la macchina da presa finisca per deformare in un modo o nell’altro la verità, ma questo non e’ necessariamente un problema.

Quello che importa davvero e’ riportare l’anima dei fatti e dei suoi protagonisti, anche se magari in modo storicamente opinabile.

D’altronde, se cercate la realtà, per quello esistono i documentari, il cui compito e’ riportare la cronaca nel modo più’ fedele e comprensibile.

Il cinema deve emozionare mentre racconta, esprimendo la sua opinione su ciò che e’ successo attraverso la visione del regista, che sarà sempre inevitabilmente di parte.

Ed e’ per quello che oggi andiamo a vedere tre film che nascono dalla vita vera per diventare arte in movimento di altissimo livello.

Per non farci mancare niente, abbiamo un horror, un film sportivo e una epopea storico avventurosa.

Premesso il menu’ di oggi, quindi, addentriamoci meglio in queste storie e conosciamo da vicino le vite di questi straordinari personaggi.

1- Psycho (1960)

storia vera di un maniaco

La giovane e bella segretaria di un’agenzia deruba un cliente di 40.000 dollari e fugge dalla città.

Paranoica al pensiero che la polizia sia sulle sue tracce, la ragazza si ferma in un hotel poco distante dall’autostrada.

Ma per sua sfortuna, durante la notte qualcuno la aggredisce nella doccia uccidendola brutalmente a coltellate.

Dopo qualche giorno, non avendo più sue notizie, la sorella si reca in città dal suo amante chiedendo spiegazioni.

Anche un detective privato la sta cercando, assunto dall’agenzia per recuperare il denaro senza coinvolgere la polizia.

L’uomo riesce a rintracciare l’hotel dove la ragazza aveva pernottato, per poi scomparire misteriosamente anche lui.

A quel punto la sorella e l’amante si recano nello stesso luogo per indagare personalmente.

Il proprietario li insospettisce con delle risposte vaghe ed evasive, sia riguardo la ragazza che l’investigatore scomparso.

Ma la vecchia madre che vive nella casa diroccata dietro l’hotel potrebbe essere coinvolta in tutta questa storia.

A quel punto a loro due non resta altro che cercare di parlarle per fare luce su una orrenda e inenarrabile verità.

Ogni serial killer e’ bello a mamma sua

Forse non tutti lo sanno, ma il capolavoro horror di Alfred Hitchcock si ispira a una storia vera.

Infatti, il celebre schizofrenico di Psycho nasce nel mondo reale dalla vita di un serial killer del Wisconsin, Ed Gein.

Dopo la morte della madre e l’omicidio del fratello, tra gli anni 40 e 50 questo maniaco fu responsabile della scomparsa di innumerevoli persone.

Il libro sui suoi omicidi giro’ a lungo tra i produttori di Hollywood, i quali lo rifiutarono in massa inorriditi.

Ma il geniale Hitchcock ne vide il potenziale per realizzare finalmente un film molto diverso dai suoi precedenti capolavori.

Impegnando i suoi beni personali per produrlo, il regista riusci’ ad avere il giovane Anthony Perkins e la già famosa Janet Leigh come protagonisti.

L’attrice era reduce dall’immenso successo di L’infernale Quinlan, diretto e interpretato da un altro maestro del cinema come Orson Welles.

Un’altra dura lotta fu poi quella con l’arcigna censura dell’epoca, la quale inorridì ai temi di omicidio, incesto e travestitismo presenti nel libro.

Ma superare tutti questi ostacoli e resistere ripagò immensamente il regista inglese e la sua amata moglie e collega Alma Reville.

A conti fatti, il film che nessun produttore voleva produrre si rivelò il più grande incasso di sempre di Alfred Hitchcock.

E personalmente, soldi a parte, io lo ritengo uno dei film horror più importanti e originali della storia del cinema.

2- Lassù qualcuno mi ama (1956)

storia reale di un pugile

Cambiando argomento ma restando ancora nel mondo reale, guardiamo da vicino questa storia ispirata alla vita vera di Rocco Barbella.

Per coloro che aggrottano la fronte dubbiosi, forse conosceranno questo personaggio con il suo nome d’arte, ovvero quello del pugile Rocky Graziano.

Un’epopea di riscatto e redenzione sportiva, partendo da un infanzia con una famiglia difficile tra le povere strade dell’East Side di New York.

E nella metropoli più grande del mondo molto spesso non hai nessuna possibilità se nasci e cresci nel quartiere sbagliato.

Nella morsa di un padre alcoolista e una cricca di amici criminali e violenti, Rocco ci mette poco a diventare uno spaccone attaccabrighe.

Le sue giornate sono inevitabilmente fatte di risse e piccoli furti, che lo fanno finire molto presto in riformatorio.

Successivamente, una volta diventato più grosso e cattivo, il passo e’ breve dal riformatorio alla galera vera e propria.

Una volta fuori poi trovare lavoro come ex galeotto e’ impossibile, cosi il ragazzo prova ad arruolarsi nell’esercito.

Ed e’ proprio in caserma che un ufficiale intuisce il suo talento per la boxe e lo aiuta a muovere i primi passi sul ring.

A quel punto Graziano può finalmente dimostrare la sua forza e il suo coraggio, iniziando una epica scalata fino al match per il titolo mondiale.

Ma prima della gloria dovrà assaggiare la sconfitta e scoprire se e’ in grado di rimettersi in piedi per la rivincita finale.

La storia vera di un guaglione italo-napoletano

Robert Wise scolpisce un’altra pietra miliare del cinema, aggiungendo un altro diamante alla sua brillante filmografia.

Il regista ha nel suo palmares capolavori come il musical West Side Story, il fantascientifico Star Trek o il magnifico horror degli anni 40 La Jena.

Cambiando ancora genere, questa volta vira verso il biografico sportivo, da lui mai affrontato prima.

Paul Newman ottiene il ruolo principale per fortuna e sfortuna, dopo la tragedia stradale di James Dean che era considerato la prima scelta.

L’attore giganteggia con una prova straordinaria, folle e divertente ma altrettanto umano nella sua debolezza e ingenuità.

La sua parlata italo-napoletana e’ semplicemente irresistibile, cosi come i suoi modi da bulletto apparentemente cattivo ma in realtà dal cuore d’oro.

Inutile parlare poi della regia di Wise, semplicemente perfetta nella messa in scena d’epoca e la scelta del montaggio e i ritmi per raccontare questa storia vera.

La storia di Rocky ci passa davanti negli anni come una locomotiva, dove ogni vagone rappresenta una sconfitta prima della vera svolta nel mondo della boxe.

Un personaggio che incarna le speranze di vita di ciascuno di noi, le quali spesso devono infrangersi contro la malvagia indifferenza del mondo reale.

E per una volta, almeno arrivati ai titoli di coda, gioiamo tutti assieme del ragazzino che menando pugni riesce a uscire dal fango e segnare la storia dello sport.

3- Il primo re (2019)

storia reale di un re

E dopo la vera vita di un grande atleta italo americano passiamo a un film tutto italiano riguardo due dei personaggi più importanti della nostra storia.

Due fratelli che sono entrati, nella gloria e nella tragedia, a fare parte delle origini di uno dei più grandi imperi che il mondo abbia mai visto.

La prima stirpe reale di Roma inizia con la loro umile vita di contadini che perdono tutto quando il fiume straripa travolgendo il loro gregge.

Scampando alla morte per miracolo, vengono catturati e fatti schiavi da un clan di brutali guerrieri.

Dovendo combattere tra loro per il divertimento dei loro nuovi padroni, i fratelli si ribellano e fuggono assieme a tutti gli altri prigionieri.

Questa primordiale marmaglia di schiavi diventa la loro prima tribù della quale prendono immediatamente il comando.

Successivamente il gruppo si allarga ancora compiendo un assalto a un piccolo villaggio dove comanda una misteriosa strega indovina.

La donna predice il futuro glorioso che spetterà a uno dei fratelli, ma solo dopo la morte dell’altro.

A quel punto inizia la vera rottura tra i due, ma il seme della storia di Roma e’ ormai sul punto di germogliare.

Mentre la loro tribù attende di capire chi sarà il loro nuovo Re, Romolo e Remo vengono guidati dal destino verso un inevitabile duello mortale.

Lunga vita al re

Matteo Rovere dirige un eccellente film storico, emozionante e coinvolgente come non ne vedevamo da anni.

Per una volta, il regista italiano riesce a portare la qualità di una produzione tricolore alla pari di molti e rinomati blockbuster internazionali.

Ovviamente, anche per appassionare lo spettatore, si prende alcune libertà nel romanzare in modo avventuroso la storia dei due fratelli.

Ma il rigore storico nella lingua, i costumi e le usanze dell’epoca rimane di altissimo livello.

Cosi come i numerosi combattimenti sono coreografati in modo intelligente per essere, con equilibrio, sia spettacolari che credibili.

Alessandro Borghi e Alessio Lapice interpretano con talento questi due personaggi fratricidi.

Due uomini inizialmente umili e riservati che, mano a mano che conquistano forza e potere, diventano proprio la tirannia malvagia che combattevano al principio.

Il film e’ quasi interamente ambientato nelle foreste che circondano il Tevere, fatta di riprese perennemente sospese tra il buio e la luce.

Un conflitto interiore che riflette quello all’esterno, trasportandoci in un mondo quasi fantasy dove l’abilita’ di uccidere e’ l’unica legge che conta.

E alla fine, come in tutte le nascite di un impero, vale sempre la vecchia massima che il potere corrompe e distrugge tutto ciò che tocca.

Applaudiamo a piene mani l’opera di Rovere, uno dei migliori talenti in circolazione, sperando che altri produttori seguano la via per una rinascita del cinema italiano.

Ovviamente con i migliori auguri per la vostra vita reale, concludo ricordandovi di visitare il mio sito per altri consigli di film da guardare:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!