Loredana Bertè e il fascino inconfondibile di “Jazz”

Per la rubrica “33 giri di ricordi”, quelli che hanno segnato un’epoca, recensione e retrospettiva dell’album “Jazz” di Loredana Bertè del 1983.

1983

 Arpanet cambia ufficialmente protocollo per usare Internet Protocol dando vita a Internet. 

Il 13 febbraio a Torino nell’incendio del Cinema Statuto durante la proiezione del film francese “La capra” perdono la vita 64 persone a causa dell’inalazione dei fumi tossici sprigionatisi dai materiali altamente combustibili di cui erano rivestite le poltrone della sala. In seguito a tale evento verranno modificate le normative di sicurezza in materia di locali pubblici in Italia.

Lo stesso giorno a Ayas: nella frazione di Champoluc, nota stazione sciistica, il crollo dell’ovovia, utilizzata per la salita verso Crest, provoca la morte di 11 persone.

Il 7 maggio a Roma scompare in circostanze misteriose Mirella Gregori, il caso sarà poi collegato a quello di Emanuela Orlandi scomparsa 40 giorni dopo.

Arriva sul mercato il primo telefono cellulare palmare al mondo (Motorola DynaTAC 8000X) e a Chicago, il 13 ottobre, viene effettuata la prima chiamata commerciale al mondo con telefono cellulare mobile.

Microsoft rilascia la prima versione di Word per DOS.

Tiziana Rivale vince la trentatreesima edizione del Festival di Sanremo con “Sarà quel che sarà”.

La Roma vince lo scudetto (il secondo della sua storia); capocannoniere del torneo Michel Platini (Juventus) con 16 reti.

Non sono una signora

Sin dagli anni Settanta è ritenuta una delle interpreti più rappresentative della musica italiana. Personaggio assai discusso sia per le complesse vicissitudini personali, sia per il modo decisamente anticonformista di presentarsi al pubblico, vanta già una importante carriera musicale.

Dopo avere collezionato numerose esperienze come attrice e ballerina, intraprende la carriera discografica rivelandosi all’attenzione del grande pubblico con il singolo “Sei bellissima” (1975) e “Dedicato” (1978). Ma è a cavallo del decennio successivo che Loredana Bertè raggiunge l’apice della fama, grazie a brani come “E la luna bussò” (1979 – primo singolo reggae italiano); “In alto mare” (1980) e “Non sono una signora” (1982).

Quest’ultima, e il relativo album “Traslocando” segnano l’inizio della collaborazione con Ivano Fossati, che più o meno nello stesso periodo pubblica il suo capolavoro “Le città di frontiera” (di cui ci occuperemo in una prossima puntata di “33 giri di ricordi”).

Collaborazione che comincia dopo la rottura, sia artistica che sentimentale, di Loredana con Mario Lavezzi, che aveva prodotto i suoi album precedenti e scritto per lei alcuni dei suoi più grandi successi.

La collaborazione tra Fossati e Bertè proseguirà proprio con l’album “Jazz” e nel 1984 con “Savoir faire”, che venderanno complessivamente oltre un milione di dischi.

Jazz

È un album che sfida le convenzioni musicali, un viaggio attraverso generi e stili che convergono in un’esperienza unica. Il titolo stesso suggerisce una sensazione di libertà e improvvisazione, e Loredana Bertè abbraccia appieno questa visione.

Jazz” è un mix di generi e stili musicali, con una forte inclinazione verso il pop e il rock. Il titolo può trarre in inganno, poiché l’album va ben oltre il jazz, esplorando una gamma completa di influenze musicali. Loredana Bertè si avventura in un territorio sonoro variegato, mettendo in mostra la sua abilità vocale nel fondere diversi elementi musicali in un’unica opera coesa.

La title-track, è la versione italiana del brano “Sina” del cantautore brasiliano Djavan: ideale colonna sonora per un viaggio da Kansas City al Brasile, partendo da Manhattan, naturalmente. Voglio usarla, in questo caso, come augurio a tutti i lettori di Zetatielle Magazine, per un nuovo anno potente, importante e soprattutto all’insegna della musica.

Il mare d’inverno”, scritta da Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone, è diventata iconica, e fa parte della storia della musica italiana. Una poesia in musica, un pugno nello stomaco, un quadro in bianco e nero, che descrive in modo sublime cosa si prova davanti al mare, non solo d’inverno.  Il cantautore milanese firma anche “Il testimone” e “La donna della sera”.

“Così ti scrivo”, altro brano di enorme successo, e “Quanto costa dottore” portano la firma di Maurizio Piccoli, mentre lo stesso Ivano Fossati scrive “Un’automobile di trent’anni”.

L’album si chiude con “Ho chiuso con il rock’n’roll”, cover di Bernardo Lanzetti (ex lead vocal di Acqua Fragile e Premiata Forneria Marconi).

In una parola: masterpiece.

Savoir faire

Loredana Bertè ha dimostrato, con l’album “Jazz” la sua capacità di essere audace e innovativa senza compromettere l’accessibilità della sua musica: un’esperienza sonora che ha ridefinito i confini della musica italiana.  

Questo disco ha piantato i semi per una generazione di artisti che avrebbero continuato a esplorare nuovi orizzonti musicali. La sua influenza è palpabile nella diversità e nella creatività della scena musicale italiana, rimanendo una pietra miliare nella carriera di una delle artiste più iconiche del panorama italiano.

Come già scritto, anche l’album successivo, “Savoir faire”, vedrà Ivano Fossati in cabina di regia e bisserà il successo di “Jazz”. In “Savoir faire” prosegue anche la collaborazione con Enrico Ruggeri, che firma tre brani, e la coverizzazione di canzoni di Bernardo Lanzetti.

Nel disco è presente un’altra versione italiana di una canzone di Djavan (“Petala”), preludio all’album “Carioca” del 1985, interamente dedicato all’artista brasiliano.

Il resto è storia.

Leggi anche:

“Melanchólia”: l’album synth-pop dei Matia Bazar

“Whitney Houston” l’album d’esordio di una donna da record-s

“Private dancer”: Tina Turner nell’olimpo dello star system

“Minuetto” di Mia Martini compie 50 anni

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.