Lorenzo Santangelo racconta il nuovo singolo “L’arancio”

“L’arancio” è il titolo del nuovo singolo di Lorenzo Santangelo.

L’uscita del nuovo singolo, è anche l’occasione per scambiare quattro chiacchiere con l’artista italo-australiano.

Grazie alla collaborazione con gli amici di Red&Blue – Music Relations, vi offriamo questa interessante intervista, dove si parla del nuovo progetto discografico, ma non solo.

Un confronto sul tempo che passa, sui segni che lascia e, soprattutto, sull’essenza dei sentimenti. Lorenzo ha viaggiato tanto per arrivare a cotanta maturità, personale ed artistica.

Un emigrante che torna in Patria, dopo tanti anni in Australia. Un cuore italiano, o meglio, romano, che, come tanti giovani, è dovuto andare all’estero per trovare una dimensione in cui sentirsi appagato. Un talento che torna a casa e che ci regala un pò di se, con un brano cantato completamente in romanesco, dialetto (ma i romani dicono “lingua”) a me tanto caro.

“Le cose più belle, più passionali escono sempre nella tua lingua, o meglio, in dialetto”

L’arancio

Sono sincero, raramente mi si inumidiscono gli occhi sentendo una canzone, ma questa volta è successo. E’ dolce, è struggente ma, soprattutto, l’effetto ottenuto è quello di sentire l’anima dentro sbattere le ali in un corpo troppo piccolo per contenerla.

Sarà perché si parla della figura del nonno, personalmente quello materno è la persona che più ho amato nella vita, sarà perché la canzone ha una irresistibile atmosfera vendittiana (Antonello è la colonna sonora della mia vita), e forse sarà perché suona la batteria Tommaso Graziani, figlio dell’indimenticato ed indimenticabile Ivan, l’unico vero amico che ho avuto in tanti anni, in un mondo musicale fatto di apparenze e convenienze.

Opinioni e sensazioni personali, certamente, ma sono sicuro che anche voi, ascoltando “L’arancio” non potrete fare a meno di emozionarvi. Non potrete fare a meno di riascoltarla immediatamente, non appena si spegne l’ultimo accordo di pianoforte. Perché le emozioni provocano emozioni: potrà sembrare lapalissiano, ma è così.

lorenzo santangelo - la copertina ddel singolo l'arancio, che ritre il cantante di profilo, cappello in testa

Lorenzo Santangelo: l’intervista

“Quando scrivi in maniera naturale, senza pensare a troppi schemi o strutture, e fai uscire le cose dal cuore, le cose arrivano alle persone”

Lorenzo Santangelo

Il feeling virtuale che ho provato fin da subito con Lorenzo, ascoltando la canzone, si è naturalmente tramutato in una perfetta sintonia “personale”, seppur filtrata dalla tecnologia.

Tecnologia che mi ha permesso di conoscere, e di farvi conoscere meglio questo artista.

Una chiacchierata interessante, dove si è parlato naturalmente di musica, ma non solo, e che si chiude con una dedica molto toccante. Non vi spoilero nulla, vi invito a guardare e ad ascoltare.

Video & Credits

Dù cazzotti e na carezza”: videoclip molto toccante, diretto da Gabriele Paoli e girato in Toscana in un casale di campagna dell’800. Un pianoforte, un tavolo e uno specchio, protagonisti assoluti, che diventano gli strumenti per riflettere sulla vita. Da vedere assolutamente.

Arrangiamento: Sandro Paoli e Lorenzo Santangelo.

Produzione artistica, pianoforte, programmazione e mix: Sandro Paoli. Batteria: Tommy Graziani. Violino: Aurora Golfarini. Violoncello: Lavinia Golfarini.

Prodotto da Filippo Raspanti

L’arancio” (Lungomare – Believe), è disponibile in radio, sulle piattaforme digitali e sul tubo dal 10 dicembre.

Potete seguire Lorenzo Santangelo su Facebook, Instagram, e sul canale YouTube; potete ascoltare e scaricare il brano su Spotify, Amazon e Apple Music.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.