Lunar City, il documentario di Alessandra Bonavina

Alessandra Bonavina, regista appassionata in scienza, sbarca ancora una volta sugli schermi con un nuovo documentario dal titolo “Lunar City”.

Una città lunare, perché no? Dopotutto, la scienza ha da sempre appassionato milioni di persone. Basti pensare alla marea di film alla scoperta di cosa ci offre lo spazio là fuori, i misteriosi pianeti, la Luna e le stelle.

Prima di Lunar City c’era Expedition

Il primo docufilm di Alessandra Bonavina è “Expedition”, con grande successo nel 2017.

Un documentario che racconta una missione spaziale, la Missione VITA dell’Agenzia Spaziale Italiana, con la partecipazione dell’astronauta italiano dell’ESA, Paolo Nespoli.

Passo dopo passo, Alessandra ha seguito l’addestramento di Nespoli, e ha potuto utilizzare anche riprese inedite della NASA e Roscosmos.

Inoltre, la regista ha anche avuto la preziosa opportunità di accedere alle strutture in cui si allenano gli astronauti, in Germania, Stati Uniti, e Russia.

“Il successo delle attività sulla stazione spaziale, che migliorano la nostra vita sulla Terra, è frutto di una collaborazione senza precedenti fra nazioni”, commenta Paolo Nespoli.

“Questa alleanza va ancora di più estesa per raggiungere Marte, il prossimo traguardo dell’Umanità”.

Il ritorno sulla Luna

Lunar City è un nuovo docufilm di Alessandra Bonavina, in occasione del cinquantesimo anniversario del primo sbarco sulla luna di Neil Armstrong.

Sono trascorsi molti anni da allora, e Alessandra vuole riportarci indietro nel passato, tra fotografie, filmati, e un viaggio dietro le quinte alla scoperta di nuovi misteri e curiosità sulla Luna.

Il film mostra tutto ciò che avviene prima del lancio nello spazio, come gli addestramenti, esperimenti, simulazioni, e tanto altro ancora.

Dal 1969, la tecnologia ha fatto enormi progressi, ha superato confini e numerose sfide, raggiunto traguardi e fatto nuove scoperte.

Il documentario volge lo sguardo verso il futuro, dove le principali agenzie spaziali, NASA, ESA e ASI, raccontano il progetto di una nuova esplorazione umana.

Una nuovissima missione aspetta gli astronauti: costruire una vera e propria stazione spaziale.

Lunar City è sostenuto da NASA, Centro Studi Americani, Roma Capitale e Film Commission Piemonte.

Con la distribuzione di Vision Distribution, il documentario è prodotto dall’ASI, Agenzia Spaziale Italiana, Regione Lazio, Next One Film Group, e in collaborazione con l’INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica, e l’ESA, European Space Agency.

alessandra bonavina all'interno di una capsula spaziale, in mezzo a una porta quadrata piccola della capsula, appoggia le mani alle pareti, indossa una maglietta a righe bianche e blu, una giacca in pelle nera e un paio di pantaloni blu, ha i capelli sciolti neri e lunghi fino alle spalle e lo sguardo con un accenno di sorriso

La mostra di Mestre

Mestre rivive le emozioni degli astronauti, tra scatti e riprese provenienti dal materiale originale del film di Alessandra Bonavina, in una mostra interattiva.

Una mostra che permette di vivere l’esperienza di Lunar City, ad esempio con la capsula Orione, un prototipo con tecnologia espandibile di Thales Alenia Space, o i robot della NASA che collaboreranno con gli uomini per l’esplorazione futura, e tanto altro.

La mostra è aperta al pubblico fino al 3 maggio 2020 presso M9, il Museo Multimediale del ‘900, in provincia di Mestre, Venezia.

Per maggiori informazioni, visitate il sito ufficiale del Museo.

Ana Maria Manea
Ana Maria Manea
Studentessa aspirante insegnante di inglese. Poetessa Dice di sé: “25 anni molto ambiziosa e sognatrice, scrivo poesie fin dal momento in cui ho preso in mano per la prima volta una penna, all'età di 6 anni. A scuola ero una piccola Hermione Granger, e ho sempre amato scrivere. Ma la mia vera passione prende piede all'inizio della mia adolescenza, con la poesia intitolata "Il valore della donna", sul tema della violenza sulle donne. Sono talmente legata alla natura che mi circonda e alla vita, che mi basterebbe anche solo una goccia di pioggia perché l'ispirazione prenda il sopravvento”.