“Second street”: fuori il nuovo singolo dei Mahout

Second street” (La Tempesta Dub) è il nuovo singolo dei Mahout.

Second Street

Il nuovo singolo nasce dalla precisa intenzione di scrivere un brano ballabile anche nella sua dimensione live, con un groove che ricordasse allo stesso modo sia l’early ska giamaicano sia il two-tone e lo skinhead reggae inglese.

Un DNA internazionale, ma con un fascino crudo e viscerale pensato per ogni rude boy di provincia grazie a un coro da british pub che traina testardamente il ritmo della canzone, stabilendone fin da subito le coordinate geografiche. A stemperare l’atmosfera piovigginosa da provincia inglese della strofa arriva l’apertura melodica del ritornello, volutamente più pop e speranzosa.
“Il testo del brano parla delle difficoltà della vita in provincia e dell’importanza della ricerca di una via di uscita, una Second Street appunto. Immagina una passeggiata solitaria dell’autore nel suo paesino di provincia, più precisamente nei quartieri dov’è cresciuto, un vero e proprio “trip down memory lane” tra parchetti, quartieri dormitorio e case di riposo. É una camminata dolceamara in cui l’autore descrive la solitudine, la frustrazione e la tristezza di vivere in un posto così isolato e dormiente, ma allo stesso tempo è una dedica d’amore alla propria città, la presa di coscienza che non potrebbe vivere in nessun altro posto, le radici sono ormai troppo profonde.” Così la band commenta il nuovo progetto.

mahout - òa copertina del nuovo singolo che raffigura il teshio di un animale preistorico

Mahout

Nascono a Pinerolo, piccola cittadina della provincia piemontese storicamente impregnata di sottocultura reggae che ha dato i natali alla più longeva band reggae in Italia, gli Africa Unite, e ad una delle esperienze più brevi e intense del punk nostrano anni ‘90, i Fichissimi. 

Cresciuta in un simile contesto la band si forma con la precisa intenzione di fondere il reggae di stampo giamaicano con diverse altre influenze che spaziano dal punk californiano, al garage, al funk. Il risultato è un sound fresco e personale, difficile da ricondurre ad un genere specifico, che ondeggia continuamente fra morbidezza dalle radici d’oltreceano e asprezza brit. 

Dopo un’intensa attività live a livello locale, la band pubblica nel 2015 l’EP “Streetwise Demo”, che porta i Mahout a intraprendere il loro primo tour su palchi importanti in tutta Italia supportando artisti del calibro di Lee Scratch Perry, Max Romeo, Alborosie, Luciano, Morgan Heritage, The Skints, The Bluebeaters, Sud Sound System, Busy Signal, Giuda e molti altri.
Nel 2023 la firma con La Tempesta Dub porta i Mahout alla pubblicazione di “ECLA”, primo singolo del nuovo capitolo musicale.
Lungo un personalissimo viaggio immerso tra le radici di provincia e un sound di matrice internazionale, in questo nuovo capitolo musicale la band ha collaborato con un’autentica icona della musica reggae mondiale, Larry McDonald, con alle spalle anni passati a fianco di artisti come Bob Marley, Gil Scott-Heron, Lee Scratch Perry, The Skatalites, Toots & The Maytals, e Peter Tosh e Bunny Wailer (Wailers). Accanto a lui ha partecipato alle registrazioni Peter Truffa (Giuliano Palma & The Bluebeaters, New York Ska Jazz Ensemble).

Credits

Hanno suonato: Voce e chitarra: Emiliano Griso; Basso: River; Batteria: Enrico Battaglino; Chitarre, programming e tastiere addizionali: Marco Benz Gentile; Tastiere: Peter Truffa; Percussioni: Larry McDonald.

Produzione artistica: Marco Benz Gentile.

Potete seguire Mohut su Instagram e sul canale YouTube.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.