Marco Polo è a Torino: la bellezza salverà il mondo

C’è un luogo a Torino in cui il tempo non esiste. Siamo nel regno del bello, siamo in Corso Vittorio, siamo in un palazzo del ‘700, siamo da Marco Polo.

E proprio come Marco Polo , quando si entra in questi locali nell’interno cortile  del civico 86, si inizia un viaggio. Un viaggio, nel tempo, un viaggio nella bellezza, un viaggio nell’ anima.

Già sulla soglia gli occhi non sanno dove fermarsi: oggetti di ogni epoca, quadri, arredi, bijoux, abbigliamento, accessori che coprono quasi un intero secolo, e qualche pezzo anche di più, fanno capolino da ogni angolo.

L’effetto è davvero incredibile, siamo soggiogati da tanta bellezza, quasi smarriti.

UN LUOGO DOVE SI RACCONTANO STORIE

Questo prima di tutto è un luogo d’incontro, un luogo dove si raccontano storieesordisce Monica Bruno, titolare di Marco  Polo -. Ogni oggetto, ogni abito ha la sua storia e non si può entrarne in possesso senza conoscerla. Tutto nasce da una mia passione ancestrale per la moda, a quattro anni facevo impazzire mia mamma perché volevo sfogliare la rivista Vogue in tutte le lingue del mondo. Non sapevo leggere non capivo nulla, ma ero ammaliata da questi abiti incredibili e dalla bellezza che scaturiva da ogni pagina”.

Monica Bruno titolare di Marco Polo, seduta su un divano indossa fuseaux fucsia , una pelliccia, un cppello e occhiali neri. Sullo fondo pannelli con fenicotteri rosa

L’ISOLA DEI DESIDERI

E davvero in questo negozio, atelier, mercatino vintage d’élite, luogo d’ epoca e di brocantage la bellezza è di casa. Tutto quello che si trova proviene da collezioni private, ogni pezzo è tenuto in conto vendita e ci sono prezzi per tutte le tasche, da pochi euro fino a cifre decisamente importanti.  Qui le persone, entrano, osservano, si affidano a Monica per qualsiasi esigenza: dal regalo per un’occasione particolare o anche solo per desiderio di donare qualcosa di unico, all’outfit per una cerimonia. Si riscopre il gusto e il desiderio di condividere idee, esperienze, di provare abiti, di scoprire noi stessi attraverso gli occhi di questa donna minuta, ma incredibilmente vulcanica e piena di idee sorprendenti.

VORREI COINVOLGERE I GIOVANI

Il mio desiderio più grande? Educare i giovani al gusto del bellocontinua Monica-.  Mi piacerebbe parlare dei grandi sarti che hanno costruito la moda nel mondo partendo proprio dai capi presenti in negozio. Mi piacerebbe rendere partecipe la nuova generazione di tutto ciò che le epoche precedenti ci hanno lasciato in termini di moda, di eleganza, di bellezza, di trovate geniali come lo smoking da donna, gli abiti trasparenti e la prima volta di una modella nera in passerella ( tutto targato Yves Saint Laurent) Il messaggio è che non ci vogliono per forza grandi cifre per un outfit di qualità. La bellezza e il gusto vanno trasmessi, insegnati e i giovani sono molto recettivi “.

Da queste parole si capisce immediatamente come mai la titolare di Marco Polo sia anche la creatrice di Iconicail format che Monica ha creato e che vuole essere un armadio, un contenitore,   una scatola per raccontare storie di moda, partendo dalle icone più prestigiose di tutto il mondo avvicinandole però alla gente.

IL FORMAT ICONICA

“La prima edizione di Iconica – spiega Monica Bruno-  ,  realizzata con il patrocinio della Città di Torino, della Camera di commercio di Torino e di Atout France (Agenzia per lo sviluppo del Turismo Francese) , era un omaggio a Yves Saint Laurent, che più di tutti ha rappresentato il profonda tra arte, cultura e società del XX secolo, anticipando lucidamente il ruolo che la moda avrebbe avuto nel mondo contemporaneo. Dalla moda all’arte, dalla letteratura alla musica, dal cinema al design, ICONICA intende raccontare scorci di vita, genio e follia, pubblico e privato, successi e tormenti dei grandi maestri.”

APPUNTAMENTO A SETTEMBRE

E parlando di questa prima edizione, la titolare di Marco Polo ci fa intendere che a breve ce ne sarà un’altra. Del tutto diversa, ma sempre all’insegna dello stile  e che coinvolgerà nuovamente la città di Torino per una settimana e più. Non svela molti dettagli ma accenna a settembre, a una locandina che ricorda i colori di Caravaggio, a un percorso studiato intorno a una tavola imbandita in epoche principesche e alla location prestigiosa di Palazzo Reale

Una storia che non finisce mai quella di Marco Polo, di Monica e del suo angolo di gusto del bello a Torino. Una storia che si rinnova sempre, come i suoi oggetti, le sue collezioni,  quella collana che sta proprio bene vicino a quella tappezzeria, e accanto a quel manichino con la testa di giraffa e a un cappellino verde che sovrasta irridente tutto.

Marco Polo si trova qui

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".