Microchip per animali, OIPA: obbligo anche per gatti e furetti

Aumento del numero di animali microchippati in Italia, un segnale di responsabilità e tutela, ma Oipa chiede che l’obbligo del microchip per animali si estenda anche a gatti e furetti

I microchip per animali rappresentano un’innovazione tecnologica fondamentale nel campo della protezione e dell’identificazione degli animali domestici. Questi piccoli dispositivi, spesso delle dimensioni di un chicco di riso, sono inseriti sottocute negli animali e contengono un codice univoco che consente di identificare in modo inequivocabile l’animale associato. L’uso dei microchip si estende a una vasta gamma di animali, inclusi cani, gatti, furetti e altri animali domestici, offrendo una serie di vantaggi significativi sia per gli animali stessi che per i loro proprietari ma, ad oggi, l’obbligo è solo per i cani, mentre sarebbe utile estenderlo anche a gatti e furetti, visto il crescere delle adozioni.

«L’obbligo del microchip per i cani è un efficace metodo di lotta al randagismo sia per identificare i cani presenti sul territorio, sia per riportare in famiglia animali smarriti. Stessa funzione potrebbe avere per gatti e furetti», commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto.

I Benefici dei Microchip per Animali

I microchip forniscono un metodo sicuro e permanente di identificazione degli animali. A differenza dei collari o delle targhette, che possono essere rimossi o persi, i microchip sono impiantati sotto la pelle dell’animale e rimangono al loro posto per tutta la vita dell’animale.

Uno dei vantaggi più evidenti dei microchip è la capacità di aiutare a ritrovare gli animali smarriti. Quando un animale viene trovato e portato in un rifugio o in un ospedale veterinario, il personale può scannerizzare il microchip e recuperare immediatamente le informazioni di contatto del proprietario.

Inoltre, grazie alla possibilità di identificare rapidamente gli animali smarriti e di riportarli dai loro proprietari, i microchip contribuiscono alla riduzione del numero di animali randagi. Questo non solo aiuta a mantenere al sicuro gli animali stessi, ma contribuisce anche a ridurre il sovraffollamento nei rifugi per animali.

Infine, i microchip possono anche essere utilizzati per memorizzare informazioni mediche sugli animali, come le loro vaccinazioni e le condizioni mediche preesistenti. Questo consente ai veterinari di accedere rapidamente alle informazioni cruciali sulla salute dell’animale, migliorando la qualità delle cure veterinarie fornite.

L’Anagrafe Canina e Felina: Un Sistema di Identificazione Centralizzato

Per garantire un efficace utilizzo dei microchip e una corretta identificazione degli animali, molte nazioni hanno istituito un sistema di anagrafe canina e felina. Queste anagrafi, spesso gestite dalle autorità sanitarie o da organizzazioni dedicate, sono dei registri centralizzati che contengono informazioni sugli animali microchippati, inclusi i loro proprietari e i dati sanitari rilevanti.

L’anagrafe canina e felina funziona come un database centralizzato in cui vengono registrati tutti gli animali microchippati di una determinata regione o nazione. Quando un animale viene microchippato, i dati relativi all’animale e al suo proprietario vengono inseriti nel database dell’anagrafe. Questo include informazioni come il nome e l’indirizzo del proprietario, i dettagli dell’animale e le informazioni mediche rilevanti.

Quando un animale viene trovato e portato in un rifugio o in un ospedale veterinario, il personale può scannerizzare il microchip e recuperare il numero di identificazione univoco dell’animale. Utilizzando questo numero, è possibile accedere al database dell’anagrafe e recuperare le informazioni di contatto del proprietario dell’animale, consentendo il rapido ritorno dell’animale smarrito al suo proprietario.

L’Oipa suggerisce di far controllare il microchip almeno una volta l’anno poiché vi possono essere casi, anche se rari, di microchip guasti e dunque non leggibili.

La situazione in Italia

Secondo i dati forniti dall’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (Oipa), il numero di animali microchippati in Italia ha raggiunto quota 15.600.787. Questo dato, reso noto dal Ministero della Salute e basato sull’Anagrafe degli animali d’affezione, evidenzia un importante aumento rispetto all’anno precedente.

Al 4 febbraio 2023, erano registrati 14.983.797 animali microchippati, mentre nel medesimo periodo dell’anno successivo, tale numero è salito a 15.600.787. Questa crescita significativa dimostra un crescente impegno da parte dei proprietari nel garantire la sicurezza e l’identificazione dei propri animali domestici.

Analizzando i dati per regione, emerge che la Lombardia continua a detenere il primato con 2.484.207 animali microchippati, seguita dal Veneto (1.648.410), dall’Emilia Romagna (1.543.895), dal Piemonte (1.250.097) e dalla Campania (1.248.539). Tuttavia, è importante notare che esistono disparità significative tra le regioni, con la Valle d’Aosta che conta solo 35.009 animali iscritti all’Anagrafe.

È preoccupante notare che, nonostante questo aumento complessivo, molti proprietari non rispettano ancora l’obbligo di microchippatura dei propri animali. Questo comportamento irresponsabile non solo mette a rischio la sicurezza degli animali stessi, ma può anche compromettere la salute pubblica e la gestione degli animali randagi.

Una panoramica sui dati evidenzia che i gatti microchippati sono ancora relativamente pochi, senza contare i furetti, meno diffusi nelle famiglie italiane. Questa disparità è dovuta al fatto che non esiste alcun obbligo di iscrizione alle Anagrafi territoriali per queste due specie.

microchip per animali - la tabella regione per regione

L’Importanza dell’Obbligo di Microchippatura

L’utilizzo della banca dati rappresenta uno strumento fondamentale per la localizzazione dei cani smarriti, consentendo di accedere all’anagrafe di provenienza attraverso il codice a 15 cifre del microchip. Questo codice può essere ottenuto mediante la lettura del microchip, operazione eseguibile dai servizi veterinari delle ASL e dagli ambulatori veterinari privati dotati di apposito lettore.

Affinché l’anagrafe canina e felina sia efficace, è essenziale che tutti gli animali domestici siano microchippati e registrati nel sistema. In molte nazioni, l’obbligo di microchippatura per cani è diventato una pratica comune e in alcuni casi è addirittura obbligatorio per legge. Tuttavia, per i gatti e altri animali domestici, la microchippatura non è sempre obbligatoria.

«In Italia, la legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo (legge n.282/91) ha reso obbligatoria l’iscrizione di ogni cane all’anagrafe regionale, sia esso di proprietà privata o randagio, e questo è un chiaro ostacolo all’abbandono di un cane adottato da un canile. Occorrerebbe ora introdurre l’obbligo anche per gli altri animali d’affezione», dichiara Comparotto.

Per quanto riguarda i gatti, non essendo obbligatoria la loro microchippatura, a livello nazionale, l’Oipa informa che è online dal 2011 un’Anagrafe nazionale felina (Anf) gestita dall’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi) che registra, su base volontaria dei richiedenti, i dati identificativi dei gatti con microchip. Tutti i proprietari di gatti possono rivolgersi a un medico veterinario aderente all’Anf per l’identificazione e la registrazione del gatto.

Il Ruolo delle Organizzazioni Animaliste

Le organizzazioni animaliste svolgono un ruolo cruciale nella promozione dell’uso dei microchip e nell’implementazione di politiche volte a garantire una corretta identificazione degli animali domestici. Organizzazioni come l’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) si battono per l’introduzione di leggi nazionali che rendano obbligatoria la microchippatura non solo per i cani, ma anche per i gatti e altri animali domestici.

«In attesa dell’introduzione di un obbligo generale, ci appelliamo a tutte le Regioni affinché con proprie leggi introducano l’obbligo d’iscrizione all’Anagrafe degli animali d’affezione. Sarebbe un ulteriore stretta al fenomeno dell’abbandono e della sovrappopolazione degli animali chiusi in canili e gattili», concludeil presidente OIPA.

Immagine di copertina generata con IA Bing

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”