Com’e’ dura la natura! Il lato selvaggio del cinema ribelle

Senza dubbio mi state leggendo attraverso uno schermo, che sia del vostro tablet, cellulare o computer personale ma sempre in quel mondo virtuale senza spazio o confini cosi’ diverso dalla ruvida natura che oggi voglio affrontare con alcuni film che ho trovato strettamente pertinenti al riguardo.

Nel frenetico groviglio delle lunghe giornate tra impegni di famiglia o di lavoro, ognuno cerca di trovare il suo personale Nirvana in cui ritirarsi per rigenerarsi fisicamente e spiritualmente quando le nostre batterie mentali sono in riserva.

Infatti, qualsiasi sia il vostro lavoro e le vostre origini, al giorno d’oggi e’ difficile essere davvero in contatto con la natura in un ambiente quanto piu’ privo possibile di tecnologia.

Ma cosa dire per chi in questo stato ci vive perennemente e non soltanto quando e’ in pausa?

Proprio di questo parlano le storie dei film di oggi, personaggi alla ricerca di qualcosa che piu’ avanza il cosidetto progresso e piu’ ci manca terribilmente, cullati dalle mille comodita’ del mondo moderno che certo ci facilitano la vita, ma in un certo senso ci impediscono anche di viverla pienamente.

Uomini e donne che ancora lottano e sognano qualcosa di diverso, nel mezzo del cinico diniego generale che li etichetta come folli e obsoleti ruderi umani soltanto vittima della nostalgia verso un mondo che non e’ piu’ e non potra’ mai piu’ essere.

Volete conoscerli piu’ da vicino? Bene, mettetevi comodi allora, la natura ha tanta pazienza e vi aspettera’ senza lamentarsi.

Tracks – Attraverso il deserto (2013)

Tracks 2013 movie

Cominciamo con un film che ho colpevolmente dimenticato di aggiungere alla mia speciale raccolta di storie nel deserto, probabilmente la forma più pura della natura in quanto, come si dice, tutti noi polvere eravamo e torneremo di nuovo a essere, un giorno.

Ma prima di ciò possiamo anche toglierci qualche soddisfazione, come succede per la giovane Robyn Davidson, scrittrice/viaggiatrice che compie un epico viaggio di 1700 miglia da un capo all’altro dell’ Australia.

Lavorando umilmente come cameriera mentre impara i segreti della vita nel deserto da un allevatore di cammelli, resta fregata quando dopo due anni di duro lavoro, il padrone disattende la promessa e la caccia via senza darle nulla.

Ma Robyn non si arrende e, dopo aver lavorato in un altro ranch, ritorna dove l’hanno licenziata e trova un nuovo proprietario che accetta di darle il compenso a cui aveva diritto.

A quel punto, le manca solo il denaro per comprare le provviste, ma lo trova con l’aiuto del giovane Rick Smolan, reporter del National Geographic, a patto che lui possa seguirla e documentare la sua epopea con la sua fidata macchina fotografica.

Inizialmente Robyn non lo sopporta, trovando l’uomo irritante e irrispettoso delle tradizioni australiane, eppure alla fine sarà proprio lui ad aspettarla sulla linea del traguardo, come suo unico e solo vero amico.

Il regista John Curran dà il giusto ritmo lento esaltando il fascino autentico e genuino della protagonista Mia Wasikowska, insieme ad Adam Driver che interrompe di tanto in tanto questa catarsi con la natura, portando un po’ di genuina simpatia e incomprensione in una storia che altrimenti sarebbe stata eccessivamente seria.

Insomma, un film che è un puro atto d’amore verso la natura, raccontando inoltre una bizzarra storia vera che molti non conosceranno e da cui c’è molto da ammirare e imparare.

Captain Fantastic (2016)

Captain Fantastic 2016 movie

Dagli estremi del deserto australiano passiamo ora agli estremi di una scelta di vita alternativa, anche se nel cuore delle foreste di Washington.

Infatti, a due passi dello stato capitale degli Stati Uniti, ci avviciniamo ai bizzarri membri della famiglia Cash, che conducono un’esistenza pacifica e naturista lontano da ogni influenza della società capitalista.

Tuttavia, non dovete pensare a loro come dei selvaggi emuli di Tarzan, in quanto il capofamiglia Ben impartisce ai suoi figli una rigorosa educazione storica e politica, oltre ovviamente ad addestrarli fisicamente a come cacciare e sopravvivere nei boschi.

Quasi tutti loro sono felici e soddisfatti, eccetto il giovane adolescente Bo, che pur amando la famiglia vorrebbe comprensibilmente allargare i suoi orizzonti e viaggiare per scoprire il resto del mondo.

Tutto cambia quando un giorno ricevono la notizia della morte della madre, convincendoli a partire per il Nuovo Messico e riconciliarsi con gli odiosi/odiati parenti del lato materno per celebrare il funerale.

Come prevedibile, la collisione tra mondi così diversi genera problemi a non finire, ma apre anche gli occhi ai figli di Ben riguardo le piccole cose (forse anche stupide, ma divertenti) a cui devono rinunciare con la loro esistenza da eremiti e confermando ulteriormente i dubbi di Bo che è ormai al limite della sopportazione.

Purtroppo dal 2016 a oggi Captain Fantastic resta l’ultimo film del regista Matt Ross, una critica feroce alla società americana (e non solo) con il fantastico Viggo Mortensen come protagonista e dominatore totale della scena.

Un padre guerriero e filosofo apparentemente cordiale e socievole, che però forse impone troppo ferocemente il suo pensiero al resto della famiglia.

Mentre la natura, in questo film come nella realtà, sta proprio nella libertà di ognuno di poter scegliere il suo percorso di vita, nel bene o nel male.

Apostolo (2018)

Apostle 2018 movie

Passiamo ora a un’opera di fantasia dove la natura non è un semplice sfondo dove si svolge l’avventura, ma un protagonista attivo della stessa.

Tutto avviene su una lontana isola sconosciuta, dove vive una setta di fanatici volti al culto di una dea chiamata semplicemente “Lei”, portatrice di fertilità a una terra altrimenti soltanto una landa desolata di rocce vulcaniche.

Ma col tempo l’influenza di “Lei” sembra svanire, così le colture degli isolani si seccano e cascano a pezzi senza dare frutto alcuno.

La fame li porta quindi al ricatto, spingendo l’anziano leader Malcolm a rapire Jennifer, nobile figlia di ricchi mecenati inglesi, pretendendo un ricco riscatto per liberarla.

A questo punto entra in scena Thomas, fratello di Jennifer che aveva abbandonato e ripudiato la famiglia; ma viene reclutato dalla stessa per infiltrarsi nella setta e tentare un disperato salvataggio.

Thomas viene accolto sull’isola spacciandosi per un aspirante adepto del culto, scoprendo sulla sua pelle quanto siano vere la misteriosa “Lei” e quanto l’avida follia umana possa arrivare a deturpare e sfruttare la benevolenza della natura.

Alla regia di quella che è una delle migliori produzioni Netflix troviamo il giovane ma già amatissimo regista Gareth Evans, che in meno di 10 anni dal suo esordio si è già guadagnato il rispetto internazionale con i muscolosi eccessi marziali di film come Merantau e i due capitoli di The Raid.

Evans cambia genere lanciandosi nell’horror fantasy/psicologico e scegliendo come protagonista Dan Stevens, attore già famoso per la riuscita serie supereroistica Legion; qui in un ruolo più “umano” dove possiamo ammirare ancora meglio la sua recitazione.

Per tutti quelli abbonati al celebre servizio di streaming online, quindi, Apostolo è un must imprescindibile e una favola nera con una lezione morale nascosta sotto una ammirevole patina di “horror storico” di altri tempi.

Hold the Dark (2018)

Hold the Dark 2018 movie

Cambiando completamente scenario e contesto storico, restiamo con un altro film (stavolta distribuito soltanto) in streaming da Netflix.

Ci troviamo quindi ai nostri giorni nelle fredde e remote foreste dell’Alaska, dove una piccola cittadina è sconvolta dal miserabile destino di tre bambini rapiti e uccisi da un branco di lupi.

Per sventare la minaccia la signora Medora Slone, madre di una delle piccole vittime, assume l’ex cacciatore in pensione Russell Core per stanare il branco e sterminarlo.

Inizialmente riluttante, Russell accetta nonostante i molti sospetti che aleggiano su Medora e il suo controverso marito Vernon; impegnato nella lontana campagna militare americana in Iraq.

Molti credono infatti che la coppia sia dedita all’antico Culto del Lupo e che forse sono stati loro stessi ad offrire in sacrificio i bambini, compresi i loro stessi figli.

Mentre Vernon ritorna dalla guerra solo per cominciarne un’altra, Russell dovrà rivelare i torbidi segreti nascosti dietro questi efferati omicidi.

Anche stavolta abbiamo alla regia un genio poco convenzionale come Jeremy Saulnier, che dopo ottimi film come Blue Ruin e Green Room, conferma tutto il suo talento con un thriller glaciale come la natura fredda e spietata dell’Alaska.

Una terra dove gli uomini sono più selvaggi e crudeli degli stessi animali, come scoprirà a sue spese il protagonista Jeffrey Wright, finalmente in un ruolo di primo piano dopo una vita da attore caratterista.

Ancora più inquietante la coppia di folli amanti composta da Alexander Skarsgård e Riley Keough, altri due talenti in ascesa che negli ultimi anni tra film come The Northman o The Lodge sembrano davvero non fallire mai un colpo.

Perché il vero amore forse è come la natura stessa, indifferente ai giudizi e la morale altrui e ancora meno disposto a compromessi verso il sistema di regole di una società in disfacimento.

La donna elettrica (2018)

Woman at War 2018 movie

Concludiamo questo piccolo viaggio di selvaggia solitudine con un film bizzarro a metà tra la commedia nera e un documentario d’impegno civile tra i bellissimi panorami incontaminati (beh mica tanto incontaminati, come vedremo) nei grandi spazi luminosi della fredda e rigogliosa natura islandese.

Molti cittadini vivono felici in quello che credono essere il Paradiso in terra, tranne la nostra protagonista Halla che non può più sopportare la devastazione e inquinamento dei numerosi complessi industriali della potente multinazionale Rio Tinto.

Così questa donna, dietro l’apparenza innocua di maestra e direttrice del coro locale, è in realtà una guerriera anonima che si infiltra tra i macchinari e la rete elettrica di questa società, sabotandoli o distruggendoli sotto il nome di battaglia di “Donna Elettrica”.

Come al solito, l’opinione pubblica è divisa nei suoi confronti, tra chi apprezza e sostiene le sue gesta e altri che invece vorrebbero vederla marcire in galera.

Molto più uniti sono invece i dirigenti della Rio Tinto, i quali assumono dei mercenari per sorvolare e controllare l’area soggetta ai sabotaggi, controllando le ampie distese di terra di nessuno con dei droni nella speranza di stanarla.

Per Halla diventa sempre più difficile compiere le sue missioni clandestine, temendo di essere arrestata specialmente in vista dell’arrivo di una bambina ucraina che sta cercando di avere in affidamento.

Come se non bastasse, la donna deve convivere anche con l’assillo della sorella gemella Ása, aspirante guru a cui sembra non importare nulla tranne un imminente viaggio spirituale in Oriente; ma scopriremo alla fine non essere poi così stupida o egoista come sembrava.

Benedikt Erlingsson scrive e dirige una deliziosa avventura tutta al femminile, spaziando tra l’attivismo politico e il dramma personale dello stupendo personaggio interpretato dalla sconosciuta ma perfetta Halldóra Geirharðsdóttir, nel doppio ruolo di Halla e la sua gemella Ása.

Una conclusione che ritengo perfetta ai cinque film che ho voluto consigliare oggi, ognuno con una prospettiva differente sulla complicata relazione e convivenza tra l’intricato mondo della natura e l’ancora più complesso mondo delle relazioni umane. Voi cosa ne pensate, c’è ancora speranza per la vecchia Terra o abbiamo già varcato il punto di non ritorno? Pensateci bene prima di rispondere e, nel frattempo, se volete altri consigli cinematografici visitate il mio sito personale:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!