“Miracolo Islanda”: c’è una storia di sport dietro la terra dei ghiacci

La storia di una nazione può essere legata allo sport? È quello che è successo all’Islanda, una terra all’apparenza fredda e spoglia, ricca di bellezze naturali ma penalizzata dai ghiacci. Il nuovo libro di Andrea Montemurro, il “Miracolo Islanda – Lo sport come antidoto alle devianze giovanili” edito da SportItalia Edizioni, tratta proprio di quanto lo sport sia stato importante per la gloria ma anche l’economia dell’Islanda.

Islanda, la terra dei ghiacci

“L’aver creato un sentimento d’appartenenza alla comunità nazionale è il segreto della formula vincente”, spiega Giorgia Meloni, autrice della prefazione al libro.

Un ambiente all’apparenza ostile ma sano, descritto attraverso l’analisi sportiva che Andrea Montemurro ha espresso anche da un punto di vista sociologico. “Dietro gli investimento dello Stato, dietro la programmazione sportiva, dietro la voglia di combattere le devianze giovanili, c’è un amore infinito per la propria terra” conclude Giorgia Meloni.

Ed è proprio l’ambiente a essere l’elemento fortuito che “ha consentito all’Islanda di farsi trainare dallo sport attribuendogli centralità e adottando una cultura fondata sui suoi valori” afferma Giovanni Malagò, autore anch’esso di una bellissima prefazione all’opera.

Il libro

Nella foto la copertina del libro "Miracolo islanda" con la bandiera islandese, sotto il titolo. La parola "miracolo" è grande in bianco" mentre "Islanda" è blu. Poi il sottotitolo in rosso, al di sotto lo sfondo di un campo sportivo.

Andrea Montemurro analizza il miracolo dell’Islanda in ogni suo contesto e da diversi punti di vista. L’autore ci porta in viaggio in una terra poco conosciuta. Ma offre soprattutto continui spunti di riflessione sia sulla connotazione magica del posto che sull’influenza morale e caratteriale. L’individuazione dello sport come antidoto per le devianze giovanili è il vero “miracolo” che ha trasformato l’Islanda e la consapevolezza politica di questa importanza si è ripercossa in maniera positiva su tutta la sua popolazione. Un esempio a cui guardare, un monito su cui riflettere.

Ma nessuna meglio dell’autore può spiegare un’opera. Per questo abbiamo fatto una piccola chiacchierata con Andrea Montemurro.

L’autore

Classe 1977, Andrea Montemurro è sposato e ha due figlie. Giornalista, sociologo e docente in fundraising, lo scrittore è anche consigliere federale della Figc e membro del commitee Uefa. È compositore di musica classica e musica da film.

Già presidente della Montemurro Holding, della Lazio calcio a5 e della Roma Volley, ha anche ricevuto riconoscimenti importanti e prestigiosi quali il “Premio Nazionale Gaetano Scirea” e il “Premio Città di Roma”.

Perché ha scelto l’Islanda come luogo protagonista del suo libro?

Più che di Islanda mi sono appassionato al “Progetto Islanda”. Parliamo dell’unica Nazione che negli ultimi anni ha deciso di puntare in maniera più che concreta sullo sport come antidoto per le devianze giovanili. I risultati, come racconto nel libro, sono eccezionali.

E lei ci è mai stato o vorrebbe andarci?

Sono da sempre intenzionato ad andarci e prossimamente credo che realizzerò questo desiderio, per poter incontrare i protagonisti della rivoluzione sportivo-sociale.

Uno sguardo all’attualità: da sociologo dello sport, quanto è mancata questa componente tradizionale per gli italiani in periodo di lockdown?

Molto, forse troppo. Però noi, come d’altronde il resto del mondo, siamo stati investiti da un qualcosa di assolutamente imprevisto e imprevedibile, oltre che grave. E quindi lo sport, così come qualsiasi altra attività, è passato in secondo pian. Al primo posto deve sempre esserci la tutela della salute di tutti.

Venerdì 12 giugno è tornato il calcio nelle tv degli italiani: ora come bisogna ripensare lo sport e la sua comunicazione?

Credo che il calcio professionistico sia ripreso per necessità economiche più che per pura voglia di sport. Diverso è il discorso del calcio dilettantistico che, in questo momento di crisi, ha il dovere di continuare a tenere ben chiari i suoi obiettivi, come quello di svolgere maggiormente il suo ruolo sociale.

Libri on the road

Disponibile in tutte le libreria, il testo non vuole essere solo una mera analisi sportiva, ma anche un manuale sociologico per raccontare le gesta dell’Islanda, la “terra dei ghiacci”.

“Miracolo Islanda” è inserito nel progetto “Libri on the Road” in collaborazione con #llMaggiodeiLibri”

libri on the road
il maggio dei libri
Giulia Di Leo
Giulia Di Leo
Laureata in Lettere moderne, ha frequentato la scuola di giornalismo all’Università Cattolica di Milano e oggi scrive per La Stampa e Zetatielle. Dice di sé: “ Sono una ragazza di provincia nata col sogno di scrivere, amo la mia città, Casale Monferrato, che mi ha insegnato a vivere di semplicità e bellezza, portandomi, poi, ad apprezzare la metropoli milanese che nella maturità mi ha conquistata. Non riesco a vivere senza musica: nata nel ’95, ho vissuto di riflesso gli anni delle musicassette degli 883. Mi nutro di cantautorato, pop, indie e trap per aprirmi al vecchio e al nuovo. Senza mai averne capito il perché, il giornalismo è sempre stato il sogno della vita, amo scrivere e la mia attitudine è raccontare e raccontarmi, con stile razionale e schietto. Il mio più grande desiderio è fare della mia passione un lavoro, avvicinandomi a tutti i mondi che fanno parte di me”.