Montalbano vivrà per sempre. – Lettera a Camilleri.

Il “Papà di Montalbano” era un po’ il papà di tutti noi.

 “E ora che sono diventato cieco vedo tutto più chiaro”. Andrea Camilleri, il creatore del Commissario Salvo Montalbano.

“Caro Maestro,
ed ora che è Lassù, come si vede il mondo?  Chissà se anche lì fa  prendere vita alle parole che scrive.

Lei lo sa bene cosa vuol dire avere vuoti incolmabili, non le domando neanche come si è sentito quando suo padre le ordinava di uscire fuori dalla stanza di ospedale.
Le avrà dato un ultimo bacio e chissà quanti altri avrebbe voluto dargliene.

Noi oggi, 17 Luglio 2019, un bacio lo mandiamo al cielo…sono tanti sa? Siamo in tanti qui a cui lei ha lasciato un vuoto dentro.

Allora Maestro, com’è li? Si sente amato come quaggiù? Ci sono libri fra le nuvole? Chissà se. tra una stella e un’altra, ripensa, ogni tanto, alle poesie che incominciò a scrivere quando aveva sette anni.

Mi piacerebbe sapere cosa ha provato quando per la prima volta ha sentito le sue parole uscire da bocche di chi mai si sarebbe immaginato nella vita, di come tutto ha preso forma, espressione..vita.

Vorrei,vorrei,vorrei.. vorrei sapere tante cose di lei, ma a volte il tempo toglie risposte e regala solo tante domande.

Ma avrei piacere di raccontarle come sono andate e come andranno d’ora in poi le cose quaggiù.

Attendavamo con ansia il Lunedì, che in realtà non è mai piaciuto a nessuno. Sa… l’inizio della settimana, il ritorno a lavoro dopo il weekend, lo stress dell’ufficio e il ritorno sui banchi.  Ma poi la sera, quando si rientrava a casa non si aspettava altro che sedersi a tavola e mangiare in sua compagnia, mio caro Maestro, ed anche se non sentivamo la sua voce raccontarci un nuovo episodio, noi la sentivamo comunque dentro.

Ho sempre pensato alla sua mente brillante, a come era in grado di non lasciarsi sfuggire alcun particolare e rimanevo con la voglia di scoprire nuove cose in ogni nuovo film.

Anche se sappiamo che lei ha sempre amato di più i suoi romanzi, senza nulla togliere al Commissario Montalbano.

Vuole sapere invece cosa accadrà d’ora in poi?

Succederà che il Lunedì sera ci sarà un po’ più di silenzio, almeno in casa mia. Non ci sarà la magìa che nasceva quando, prima di un episodio, c’era lei  contornato da una marea di libri, a raccontarci la trama di ciò che avremmo visto. Non era solo il “Papà di Montalbano”, lei era un po’ il papà di tutti noi, perché a volte capita spesso, di volerci sentire tutti un po’ attori e vivere vite degli altri.

Ma chissà come deve essere sentirsi famosi, esserlo.

Che poi, cosa vuol dire essere famosi? Cos’è cambiato nella sua vita?

Di lei sa cos’ho apprezzato? Il successo che non le ha fatto montare la testa, come ha sempre sostenuto, la notorietà che lo ha reso ancora più se stesso. Lei, che con il primo libro ricevette solo porte in faccia perché la lingua non andava bene e così ha cominciato a pensare diversamente, smettendo di farlo in italiano ad esempio.

Chissà quante cose pensava, quante parole aveva in testa ogni giorno.

Ha lasciato tante pagine bianche, ma ciò che è stato scritto resterà per sempre.

Buona Luna, mio caro Maestro.”

Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.