Noi siamo eclissi. La storia di Quequacho e della Luna

Amore delle distanze.

Eclissi, o eclisse, per definizione, si tratta di un “evento astronomico che avviene nel momento in cui un pianeta o un satellite si interpone tra una sorgente di luce, ad esempio una stella o un corpo che brilla di luce riflessa, e uno dei due corpi celesti sopracitati. Il secondo corpo quindi, entra nel cono dell’ombra o di penombra del primo“.

La parola eclissi deriva del greco “ek”, preposizione che significa “da”, e “leipein”, che significa “allontanarsi” ovvero “nascondersi”, “rendersi invisibile”.

Succede spesso tra noi, quando tu ti allontani io divento invisibile. Ma non hai mai provato a spegnermi, tu che sei così pieno di te. Noi, che sappiamo brillare a modo nostro.

Sono sempre stata una persona molto tranquilla e potrei essere più Luna, che illumina il cielo buio tutte le notti. Ma mi sono sentita fin da sempre Sole, quello che ti porta spensieratezza, che ti scalda, che ti fa pensare al rumore del mare mentre cammini sulla sabbia ancora fresca di una mattina di Agosto.

Tu invece sei uragano e dovresti essere Sole, un’esplosione di mille colori e da quando sei arrivato hai portato così tanta luce che non ho badato al  rischio di bruciarmi. Ma mi ricordi di più la Luna, quando è nuova, soprattutto nelle sere quando non sei qui con me. E allora rivolgo lo sguardo al cielo avendo la certezza di guardare nella stessa tua direzione.

16 Luglio 2019.

C’è l’eclissi stasera“, ti scrivo e vorrei che potesse arrivarti il mio sguardo e magari anche quella carezza che userei come invito per dirti “Usciamo a guardarla?”

C’è l’eclissi stasera“, mi ribadisci. Hai sicuramente accennato un sorriso, lo fai sempre ogni volta che mi immagini bambina davanti a queste cose.  “Io da qui non la vedo. Me la fai vedere tu?” Aggiungi poco dopo. E vorrei tanto riuscirci ma come fai a fotografare il cielo? Sarebbe solo un bianco e nero con delle luci fioche, io che vorrei dedicarti tutte le stelle e nelle sere come questa, mi rendo conto che certi amori sono veri quando vivono la fatidica distanza. Milioni di palazzi, pali della luce, ferrovie e strade che per chilometri fanno ombra, sono l’eclissi tra te che sei Sole ed io che sono Luna.

Sai, a volte ringrazio la tecnologia. Se penso al potere che ha di unire corpi distanti mi fa sentire più vicina a te, ma poi penso a tutti i sorrisi che ti faccio e che non ti arrivano mai, Internet sembra non prendere bene in quei momenti.

Sorrisi che portano il tuo nome. A te, che sei Luna ma hai portato il Sole da quando sei arrivato. ho imparato ad apprezzare ogni stagione dell’anno e i giorni di pioggia che non mi sono mai piaciuti, mentre invece a te piacciono tanto.

Comunque bella eh, ma io preferirei guardare te.” Mi dici lontano chilometri.

Andrea riesce ad essere Luna e Sole. È Luna, silenzioso come la notte, non parla molto ma osserva tanto.  Accenna  poche parole, di gran significato che, nel silenzio più totale, sanno cullare perfettamente quando ho paura del buio. Ma poi è anche Sole, con un cuore che protegge sotto quella divisa, che lo fa sembrare tanto un duro.

Conosci la storia della Luna e Quequacho?”, mi chiedi.

Sa bene quanto mi piace quando mi racconta le storie. L’amore è un po’ cosi, è tutto un po’ ritornare bambini; mi farei raccontare anche le storie che già so, come quelle che mamma mi leggeva la notte per farmi addormentare, perché con lui ogni parola cambia suono.

No“, gli dico, stesa sul letto, mentre mi faccio da parte come a dover lasciare il posto a lui, che sedendosi mi sposta i capelli e incomincia a raccontare.

Sai perché la Luna si sente così sola?” mi domandi.

No, non lo so e resto in attesa di saperlo, probabilmente con gli occhi sgranati come quando da bambina vedevo i giochi di magìa.

Perché aveva un amante una volta. Lui si chiamava Quequacho e viveva con la Luna nel mondo degli spiriti… e ogni notte vagavano insieme per il cielo. Però uno degli spiriti era geloso, quell’imbroglione voleva la Luna tutta per sé. Così disse a Quequacho che la Luna voleva dei fiori e gli disse di venire nel nostro mondo per raccoglierle delle rose selvatiche. Ma Quequacho non sapeva che, una volta lasciato il mondo degli spiriti, non sarebbe più potuto tornare. E ogni notte lui, guarda su nel cielo, vede la Luna e ulula il suo nome ma, non può più toccarla.”

Ti avessi avuto accanto, ti avrei dedicato il mio silenzio più bello perché restare a guardarti avrebbe racchiuso il turbinìo di emozioni che ho dentro.

Non preoccuparti che tu non farai la stessa fine della Luna”, mi rassicuri subito dopo, perché sai quanto mi fa male sentire la presa che si allenta.

Anche se con te non è mai stato il gioco della fune, abbiamo fin da subito camminato lontani tenendo lo stesso lembo della corda, uniti dal nostro filo rosso.

Perché in amore dovrebbe funzionare così, perché si è in due e bisogna essere differenti abbastanza per potersi incastrare alla perfezione.

Quindi ricapitoliamo, tu uragano e Sole ed io tranquillità e Luna.  No , aspetta non era così. Io Sole e tu Luna giusto?  Quindi io il giorno e tu la notte?

Vabbè dai, facciamo che io rimango Sole e tu Luna, e stasera con questi maledetti chilometri di cemento, insieme, siamo una perfetta eclissi, perchè un amore come il nostro si trova una sola volta nella vita.

E tu invece, in amore cosa sei?

Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.