Mostre e musei chiusi? Niente paura c’è la Mail Art

Tempi davvero tristi anche per l’arte questi. Il coronavirus si è appropriato della nostra quotidianità un’altra volta, con mostre e musei chiusi. Di nuovo e non si sa fino a quando. Forse siamo anche un po’ stufi di tour virtuali in gallerie e realtà museali, nonostante curatori, critici, direttori e galleristi facciano l’impossibile per renderci fruibile gratuitamente e nel modo più vivace possibile le visite virtuali. E allora? La soluzione potrebbe stare nella Mail Art.

Mail Art, la prima fu Cleopatra

Leggenda narra, o meglio Edward Plunkett narra , che le origini storiche e mitologiche della Mail art si trovano nel gesto di Cleopatra che spedì sé stessa, come dono d’amore,a Giulio Cesare, arrotolata in un tappeto pregiato. Ora, Cleopatra a parte, pare che il movimento artistico sia partito dalle illustrazioni create dall’artista inglese William Mulready (17861863) per la riproduzione del primo stock di buste pre-affrancate prodotte per il lancio della Penny Post in Gran Bretagna nel 1840. 

In realtà la Mail Art vede la sua legittimazione nel 1962. Anno in cui Ray Johnson la codificò ispirato dai gruppi Fluxus con The Postman’s Choice, di Ben Vautier. Una cartolina con indirizzi diversi su ognuna delle sue due facce… recapito a discrezione del postino, come titolo premette. Ma anche ispirato dai Dada con le cartoline rettificate di Max Ernst e George Grosz oltre che alcune risoluzioni di Marcel Duchamp. Ma essenzialmente dal movimento futuristico dedicato ai collaggipostali di Ivo Pannaggi del 1920.

Mostre e musei chiusi? Niente paura c'è la Mail Art cartolina con disegni e scritte di Olivotto

L’arte di RayJohnson e la New York Corrispondance School of Art.

In pratica L’americano Ray Johnson realizzò il primo esperimento di MailArt “Add to and Return”, inviando per posta i suoi lavori in tutto il mondo. Un’ arte, quindi, contrapposta alla commercializzazione e mercificazione che stava prendendo sempre più piede per le leggi galoppanti del consumismo e del profitto.

Personaggio comunque chiave della pop art, Johnson partì da questo presupposto per fondare la scuola d’arte “per corrispondenza” New York Corrispondance School of Art. La consacrazione totale e assoluta di questo movimento che faceva confluire nella produzione artistica non solo gli elaborati spediti, ma le stesse buste, francobolli e timbri. Producendo così uno scambio non commerciale delle opere creative.

Mostre e musei chiusi? Niente paura c'è la Mail Art cartolina di Ray Johnson

Johnson morì il 13 gennaio 1995 gettandosi nelle acque ghiacciate dal ponte di Sag Harbor, Long Island. Definito  “il più famoso artista sconosciuto di New York” mise fine alla sua vita così, con una terribile, drammatica performance che fu celebrata, neanche a dirlo, con una cartolina postale.

Il fascino dell’arte postale

Il fascino di questa arte è dato dal duplice significato della produzione artistica: il messaggio e il mezzo con cui lo si spedice. In più si creano reti sinergiche dato che chi riceve la mail art non è un semplice destinatario, ma deve poi partecipare attivamente. E come? Aggiungendo il proprio contributo creativo e inviando la sua opera ad altri che successivamente faranno lo stesso.

Solitamente i MailArtist si scambiano opere in forma di lettere illustrate, cartoline, collage, timbri, buste decorate o illustrate, figurine e francobolli d’artista e oggetti tridimensionali come i libri d’artista. Ciò che importa è che l’ArtePostale non deve essere semplice arte spedita per posta. Un oggetto inserito in una busta anonima non è definibile come MailArt. Deve essere arte che sfrutta il servizio postale non solo come veicolo, ma come stessa opera d’arte.

Insomma se mostre e musei sono chiusi ci si può dare alla mail art. Facile, divertente, creativo, coinvolgente e soprattutto si può toccare. Ps. la posta funziona sempre, anche in lockdown.

Mostre e musei chiusi? Niente paura c'è la Mail Art
Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".