Multe illegittime e documenti segreti: processo al lockdown

Ricorsi accolti per multe illegittime, documenti secretati e amare riflessioni dei poliziotti sul futuro che ci aspetta

Multe illegittime, documenti segreti poi desecretati. Possibile che un Governo sequestri un popolo? Sembra una spy story, ma non lo è. Certo ci sono tutti gli ingredienti per un legal thriller in stile John Grisham.

Quanti di voi hanno violato l’ordine #iorestoacasa? E quanti di voi sono stati multati dalle ronde delle forze dell’ordine per essere usciti da casa nei giorni bui del lockdown? In quel periodo ne abbiamo sentite di tutti i colori sulle multe per “trasgressione lockdown” vecchietti con la busta della spesa? Multati. Quello che era uscito col cane? Multato. Un giro in macchina alle due di notte? Multato! Passeggiata senza un motivo valido da autocertificazione? Multato!

Multe da lockdown

Ricordo un articolo del collega Luca Serafini che sul Corriere di Arezzo scriveva che nella sola città aretina ammontava a 800mila euro la somma delle sanzioni date dalle forze dell’ordine a persone trovate fuori casa senza un motivo. Ricordiamo un attimo insieme le super multe per chi era fermato senza un motivo valido. A piedi, ma lontano da casa, la sanzione era di minimo 400 euro, se a bordo di un veicolo, auto, moto o bicicletta non importava, la multa partiva da 533 euro.

Bene, nella speranza che funzioni così in ogni tribunale italiano, stanno incominciando ad arrivare le prime sentenze ai ricorsi depositati e, sono a favore del ricorrente.

La sentenza 15 – 29 luglio 2020, n. 516 emessa dal Giudice di Pace di Frosinone parla chiaro:” il Giudice di pace, visto l’art. 23 della L. 689/1981, definitivamente pronunciando, ogni diversa domanda ed eccezione reietta, disattesa o assorbita, così provvede: accoglie il ricorso e, per l’effetto, annulla l’atto opposto con compensazione delle spese“.

L’art. 1 del DPCM dell’8 marzo 2020 è illegittimo

L’articolo 1 dell’ormai famoso DPCM dell’8 marzo 2020 annunciava le restrizioni, vietava di uscire di casa se non per comprovati motivi citati sull”autocertificazione e la conferenza stampa del 24 marzo annunciava nuove multe e sanzioni pesantissime.

Secondo la sentenza emessa dal Giudice di Pace di Frosinone tutto questo è illegittimo e viola l’articolo 13 della Costituzione italiana. Il confine è sottile ma netto: non va confusa la libertà di circolazione con la libertà personale. Solo un’autorità giudiziaria può limitare la libertà personaleLa sentenza cita: l‘art. 13 Cost., stabilisce che le misure restrittive della personale possono essere adottate solo su motivato atto dell’autorità giudiziaria. Pertanto, neppure una legge potrebbe prevedere nel nostro ordinamento l’obbligo della permanenza domiciliare, direttamente irrogato a tutti i cittadini dal legislatore, anziché dall’autorità giudiziaria con atto motivato, senza violare il ricordato art. 13 Cost.

Art 13 della Costituzione

La libertà personale è inviolabile.

Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria [cfr. art. 111 c. 1, 2] e nei soli casi e modi previsti dalla legge [cfr. art. 25 c. 3].

In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto”.

Le parole del giudice sono esaustive: Infatti, come ha chiarito la Corte Costituzionale la libertà di circolazione riguarda i limiti di accesso a determinati luoghi, come ad esempio, l’affermato divieto di accedere ad alcune zone, circoscritte che sarebbero infette, ma giammai può comportare un obbligo di permanenza domiciliare (Corte Cost., n. 68 del 1964). In sostanza la libertà di circolazione non può essere confusa con la libertà personale: i limiti della libertà di circolazione attengono a luoghi specifici il cui accesso può essere precluso, perché ad esempio pericolosi; quando invece il divieto di spostamento non riguarda i luoghi, ma le persone allora la limitazione si configura come limitazione della libertà personale.

Libertà personale e libertà di circolazione

La differenza è sostanziale e netta. Lo sanno bene all’estero.

A rifletterci bene, infatti, e Costituzione a parte, ad esempio in Francia e nel Regno Unito, non sono state istituite multe ne autocertificazioni. Le attività chiuse hanno immediatamente ricevuto i sotegni economici e così pure i lavoratori. Sono stati distribuiti in maniera capillare pacchi alimentari a tutti indistintamente e la popolazione è stata invitata a stare in casa.

Affidando tutto al buon senso, le restrizioni riguardavano i luoghi da frequentare, ma non c’era polizia che facesse controlli e multe, o che obbligasse la gente a riientrare nelle case.

Art. 78 e 95 della Costituzione

Ma non finisce qui. Dalla sentenza del giudice di pace di Frosinone emerge un’altra questione: l’illegittimità della dichiarazione di stato di emergenza. Parrebbe che anche qui ci sia una violazione della Costituzione.

Nella sentenza si legge che “non vi è nella Costituzione italiana alcun riferimento ad ipotesi di dichiarazione dello stato di emergenza per rischio sanitario“. Le motivazioni continuano. “I nostri Padri Costituenti hanno previsto nella Costituzione della Repubblica una sola ipotesi di fattispecie attributiva al Governo di poteri normativi peculiari ed è quella prevista e regolata dall’articolo 78 e dall’articolo 87 relativa alla dichiarazione dello stato di guerra”.

Stando a quanto letto, quindi, siamo in uno stato di illegittimità, visto che lo stato di emergenza è ancora in corso e lo sarà fino al 15 ottobre.

E cosa succederà con l’arrivo dell’autunno? Un punto interrogativo che si pone anche lo staff di poliziotti.it.

Poliziotti.it: Segreti e bugie

Si intitola così l’articolo sul portale di poliziotti.it. Le considerazioni sono giuste e sacrosante e vi invitiamo caldamente a leggere l’intero articolo (clicca qui) . In sintensi, non possiamo non ragionare insieme su alcuni punti sollevati.

Finiti i bonus, le promesse, i soldi, si dovrà fare conto con la realtà delle cose. Una pessima realtà per molti. Tanta sarà la rabbia e la frustrazione che scenderà in piazza insieme alle persone e non sarà facile contenerla e pur condividendone le motivazioni e comprendendone bene le ragioni a noi (Poliziotti) toccherà, come sempre, il lavoro peggiore“.

Già. Un compito non facile quello che spetta alle forze dell’ordine su una prospettiva non così impossibile, anzi, più che probabile.

Ma la parte più interessante è questa: “Avremmo voluto, come tutti i cittadini, prendere visione delle “carte” del Comitato Tecnico Scientifico, lo avremmo voluto non per semplice curiosità ma perché per quelle carte dovremo scendere in piazza a contenere la rabbia delle persone“.

Effettivamente, i documenti sono stati oggetto di una diatriba che aveva il sapore di un giallo. La richiesta da parte della Fondazione Einaudi e poi del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) è stata da prima rifiutata (non si sa perchè) dal premier Giuseppe Conte. I verbali sono stati desecretati solo il 5 agosto, il giorno stesso dell’uscita dell’articolo, ma la questione sollevata dallo staff di poliziotti.it rimane.

Cosa risulterà da quelle carte? Come reagirà la cittadinanza?

Non è per nulla finita…anzi, siamo solo all’inizio.

Fotocopertina da Repubblica Milano

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”