“Oltre le bende”: visibile al pubblico il restauro di un’antica mummia egizia

Oltre le bende: storia di un antico egiziano” è un progetto singolare ed alquanto insolito.
A partire dal 16 giugno e fino al 3 settembre 2021, presso la Sezione Egiziana del Museo Civico Archeologico di Bologna sarà visibile al pubblico il restauro di una mummia umana di adulto conservata nei depositi del museo dal lontano 1994.

L’annuncio arriva direttamente dalle istituzioni museali del Museo Civico Archeologico, Istituzione Bologna Musei e Musei Civici di Mantova.

una restauratrice sta operando su una mimmia egiia di colore beige, distesa su un lettino bianco all'interno di un laborartorio

John Doe

Maschio, altezza di circa 160-163 cm, l’età biologica alla morte, sopraggiunta in età matura, tra i 50-55 anni.

Causa della morte, sconosciuta.

Questi i primi dati rilevati dall’indagine ad altissima definizione. L’esame era finalizzato alla diagnostica delle caratteristiche anatomiche, delle eventuali evidenze paleopatologiche, dello stato conservativo del corpo e delle tecniche di imbalsamazione. Utilizzando il metodo del radiocarbonio (14C) si è inoltre scoperto che i tessuti utilizzati per avvolgere il corpo, prelevati dal sudario e dagli strati inferiori del bendaggio della mummia, risalgono all’VIII-VI sec. a.C ( Medio Regno, 2046-1794 a.C.).

Nell’ambito delle indagini di imaging, un particolare rilievo ha avuto la tomografia assiale computerizzata (TAC). L’esame è stato effettuato nel gennaio 2020 presso il Dipartimento di Radiologia dell’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna sotto la direzione della Prof.ssa Rita Golfieri e del suo staff.

Un’altra struttura di eccellenza, l’Istituto per lo studio delle mummie afferente all’Eurac Research di Bolzano diretto da Albert Zink, dapprima ha esaminato, sotto la supervisione di Marco Samadelli, responsabile del laboratorio di Conservazione, lo stato di conservazione della mummia riportandola ad un adeguato stato di mantenimento. Infine, Alice Paladin, responsabile del laboratorio di Antropologia, ha condotto lo studio antropologico, paleopatologico e delle tecniche di imbalsamazione sul corpo mummificato.

Ma da dove viene questo prezioso testimone del tempo?

Storia di un egiziano

Pelagio Palagi (Bologna, 1775 – Torino, 1860) era architetto, pittore, scultore, ornatista e collezionista. Acquistò questa mummia, il cui contesto archeologico di provenienza rimane tuttora sconosciuto, nel 1833 assieme a due sarcofagi a cassa e ad un’altra mummia. All’epoca, il mercato antiquario offriva molte opportunità di acquisto, sia per l’arrivo di consistenti nuclei di oggetti direttamente dall’Egitto, sia per lo smembramento di importanti collezioni costituite nel XVIII secolo. Palagi attinse certamente a entrambi i canali per i suoi acquisti.

In quel tempo, l’artista si era già trasferito da Milano a Torino al servizio di Carlo Alberto di Savoia. Era un “pittore preposto alla decorazione dei Reali Palazzi”, ma queste antichità egiziane continuarono ad arricchirne la casa museo milanese. Dopo la sua morte furono trasferite a Bologna.

Nel passaggio da Milano a Bologna si perse contezza di questa e di altre mummie perché nascoste all’interno di sarcofagi, non sempre di pertinenza. Il primo a registrare a Bologna l’esistenza della mummia fu Giovanni Kminek-Szedlo, primo curatore della Collezione Egiziana del Museo Civico inaugurato nel 1881 in Palazzo Galvani. La mummia restò ininterrottamente esposta al primo piano del museo sino al 1994. In seguito, fu trasferita nei depositi in concomitanza al trasferimento della Collezione Egiziana in nuovi spazi museali al piano interrato di Palazzo Galvani.

una mummmia distesa su un lettino, fatta con diversi tessuti e bende di colore beige

Tra le bende…

L’esame preliminare al restauro ha consentito di stabilire che il corpo è stato bendato utilizzando un ricco apparato tessile. Due sudari sovrapposti e bende ricavate da teli di grandi dimensioni. I sudari erano presumibilmente tinti di rosso, ma il colorante compare solo in alcune parti, quelle più protette dalla luce.

I guasti maggiori rilevati sono da attribuirsi alle precedenti traversie collezionistiche e alle condizioni di esposizione. L’azione combinata della luce e degli agenti inquinanti ha accelerato il degrado chimico-fisico del materiale cellulosico, indebolendone la tenuta meccanica generale.


La prolungata azione della luce combinata alla scarsa tenuta delle tinture riscontrate sui tessuti faraonici ha alterato in modo significativo le tinture originali del tessuto, indebolendone al contempo la struttura meccanica. E’ ragionevole pensare che tingessero senza l’ausilio di mordenzature adeguate e questo produceva tinture più deboli e maggiormente foto-sensibili.

Il restauro si propone di stabilizzare lo stato di conservazione, arrestando il degrado del materiale mediante la rimozione delle cause principali (polvere, agenti inquinanti, stress meccanico, deformazioni), di recuperare l’integrità del bendaggio, sia dal punto di vista meccanico che estetico e di studiare l’apparato tessile.

…Oltre le bende

La restituzione alla visione pubblica della mummia appartenente alla raccolta Palagi nell’ambito della collezione Acerbi, metterà a confronto due tra i più importanti collezionisti di antichità egiziane della prima metà dell’Ottocento, senza per questo esaurire il proficuo rapporto di collaborazione con finalità culturali instauratosi tra Bologna e Mantova. L’iniziativa costituisce, infatti, solo uno dei tasselli di un accordo pluriennale di più ampio respiro. Un piano di riordino complessivo delle collezioni civiche della città lombarda. La collaborazione nasce con l’obiettivo primario di studiare, valorizzare e migliorare la fruizione pubblica di un importante patrimonio archeologico, etnografico e storico-artistico.

Il trattamento conservativo rappresenta la premessa necessaria al trasferimento in sicurezza della mummia. Il Museo Civico di Bologna ha concesso tale reperto in prestito ai Musei Civici di Mantova. Il prestito avrà una durata di 5 anni, e comprende un prezioso gruppo di 11 bronzetti di divinità egiziane.
A distanza di 27 anni, la mummia tornerà quindi visibile al pubblico nella sede di Palazzo San Sebastiano a Mantova. Questo contributo arricchirà e impreziosirà la Collezione Egiziana di Giuseppe Acerbi.

Cinzia Olivia,restauratrice di tessuti antichi e una dei i massimi esperti nel restauro dei tessuti antichi e consulente di importanti istituzioni museali ha curato l’intervento di restauro conservativo.

Il progetto si svolgerà in tre tranches: 16-18 giugno, 12-16 luglio, 30 agosto-3 settembre 2021. I visitatori potranno osservare dal vivo le operazioni necessarie al complesso restauro tessile di una mummia egiziana dalla storia millenaria, in parte ancora inedita.

Gli ingressi saranno gestiti nel rispetto delle misure di sicurezza finalizzate al contenimento del rischio di contagio da Covid-19.

lo staff che ha partecipato al restauro della mummia, tutti in piedi intorno al reperto archeologico all'interno di un asala dellìistituto di ricerca
Oltre le bende: storia di un egiziano

Info e credits

Il progetto del nuovo Museo della Città di Palazzo San Sebastiano costituisce il cuore del piano di riordino complessivo delle collezioni di proprietà civica che il Comune di Mantova sta sviluppando in accordo con le altre istituzioni museali cittadine.

Il progetto è realizzato in collaborazione e grazie al finanziamento del Comune di Mantova con il contributo di Fondazione Banca Agricola Mantovana e Regione Lombardia.
Vede inoltre le preziose collaborazioni istituzionali con il Dipartimento di Radiologia dell’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, l’Eurac Research – Istituto per lo studio delle mummie di Bolzano e la rivista MediterraneoAntico.
La mummia appartiene alla straordinaria collezione di antichità egizie, greche, etrusche e romane che Pelagio Palagi destinò per lascito testamentario al Comune di Bologna.
Il piano strategico del Comune di Mantova prevede un complesso programma di riordino delle Collezioni civiche. Consiste in un nuovo percorso espositivo per il Museo di Palazzo San Sebastiano, in cui verranno trasferiti i due importanti nuclei di reperti di Giuseppe Acerbi e di Ugo Sissa.

Anche la Fondazione Banca Agricola Mantovana sostiene il progetto di riordino dei Musei Civici di Mantova, finanziando l’allestimento delle nuove sezioni egizia, araba e mesopotamica di Palazzo San Sebastiano.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”