Nasby & Crosh, il nuovo EP “Hush beyond the storm”

Nasby & Crosh, band pop, folk e acustica milanese, pongono fine a una lunga “tempesta”, con il loro nuovissimo EP “Hush Beyond The Storm”.

Nasby & Crosh

Già il nome, Nasby & Crosh, mette curiosità. Chissà perchè ci vedo un lontano riferimento a Crosby e Nash…curioso anagramma, o solo colpa di una maglietta? Whatever, il gruppo nasce inizialmente come duo nel 2012, ma successivamente si aggiungono altri musicisti.

La band è composta da Luca Cirio, voce, chitarra acustica e banjitar, Alessio Premoli, chitarra acustica, Federico Cavaliere, cori, piano, glockenspiel, Domenica Vena, basso e cori, e Riccardo Quagliotti, wooden drums.

L’idea che hanno è quella di trasformare la propria visione musicale in intrattenimento. il loro è uno show a tutti gli effetti, studiato per stupire e divertire, dove il contatto e l’interazione col pubblico sono fondamentali.

C’era una volta il concept album

Il concept album è un’idea che arriva da lontano. Bisogna risalire agli anni ’70 per parlare di “concept” o di progressive album. I primi a pubblicarne uno furono i Pink Floyd, ma c’è chi giura che il primo in assoluto uscì a firma di Rick Wakeman. Volendo andare più lontano ancora, abbiamo Omero e la sua Odissea, ma questa è a tutti gli effetti, un’altra storia.

Sta di fatto, che per “concept album” si intende una serie di canzoni legate tra loro da una storia che prosegue da un brano all’altro. A volte da un album all’altro, come “The Storm”, la trilogia composta da Nasby e Crosh.

Hush Beyond The Storm è, infatti, l’ultimo capitolo di una trilogia che racconta l’arrivo, il passaggio e la fine di una tempesta.

The Storm

E’ una raccolta che comprende delle cover, qualche vecchia filastrocca e alcuni inediti, per un totale di 12 brani racchiusi in tre EP, spalmati in sei anni, per la regia di BT Sound Productions.

Si parte con la quiete prima della tempesta, “Quiet Before The Storm”, nel 2014, nel 2018 arriva la tempesta, “Here Comes The Storm”, entrambi autoprodotti.

Nel 2019, un’interiezione live, complice, la collaborazione con il fonico e produttore Larsen Premoli, grazie al quale pubblicano in digitale l’LP “Living Through The Storm”, collage di diverse registrazioni live.

E infine il silenzio, “Hush Beyond The Storm”, fuori da febbraio 2020, chiude la trilogia.

Un viaggio musicale che racconta ciò che può esplodere nella mente e nel corpo di una persona affetta da ipersensibilità. La rappresentazione in musica di una tempesta emotiva che travolge tutto e tutti attraverso l’incapacità di gestire le proprie emozioni e dare loro un ordine per priorità Ma si sa, dopo la tempesta è quiete ed è (forse) l’occasione di ricostruire tutto da capo.

La quiete dopo la tempesta

Pianoforte e archi trovano spazi importanti in tutti e quattro i brani, e rappresentano una naturale evoluzione rispetto ai precedenti lavori. L’EP è caratterizzato da un genere folk, ma anche da aperture verso altri generi che donano molteplici colori. Vengono, infatti, utilizzati diversi strumenti e particolari armonie vocali. Caratterizzato da armonie vocali, malgrado l’anima new folk, l’album presenta sfumature prog con aperture verso altri generi.

Produzione a cura di Luca Cirio, Gabriele Faoro e Alessio Premoli. Master, mix e registrazioni presso RecLab Studios di Buccinasco (Mi).

More Info

“Hush Beyond The Storm” è disponibile, già dal 14 febbraio, in digital download e sulle piattaforme streaming.

Potete seguire le date dei prossimi live sul loro sito ufficiale, su Facebook, Instagram e, ovviamente, sul canale YouTube!

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”