Pena di morte abolita in Guinea Equatoriale e ora si guarda al turismo

Lo scrivo con la maiuscola per suggellare questo momento unico: LA GUINEA EQUATORIALE HA ABOLITO LA PENA DI MORTE. Storico e memorabile per il nostro Paese nella gestione del rispetto dei Diritti Umani”. Così scrive in un tweet il vice Presidente della Guinea Equatoriale Teodoro Obiang Nguema Mangue.

Una nuova legge firmata dal presidente Obiang Nguema Mbasogo (padre di Teodoro) apre ulteriormente il Paese a una visione più emancipata, anche in fatto di diritti umani, accusato da tempo di applicare sistemi di detenzione estreme, torture e anche di sparizioni arbitrarie. Nel Paese la pena di morte era la massima punizione per reati di criminalità, anche se l’ultima esecuzione è avvenuta nel 2014, stando a quanto afferma l’Organizzazione Amnesty International.

La Guinea Equatoriale dopo l’indipendenza

Ex colonia spagnola, la Guinea Equatoriale raggiunge l’indipendenza nel 1968. Ha vissuto sotto il regime di Francisco Macias Nguema, che ha portato il Paese alla distruzione politica ed economica, attirando a sè ogni tipo di malcontento. Malcontento che ha portato il nipote Obiang Nguema Mbasogo (attuale Presidente) a deporre lo zio con un colpo di stato. Fino all’alba del nuovo millennio, l’economia era basata sullo sfruttamento delle risorse forestali e sulle coltivazioni di cacao e di caffè. Ma nel 1995, la scoperta di giacimenti petroliferi ha portato la nazione a concentrarsi su un’economia focalizzata unicamente sull’estrazione di petrolio e lavorazione dei suoi derivati.

Lo sfruttamento delle risorse petrolifere però è in forte calo e, comunque, si continua a registrare una soglia di povertà spaventosa. E’ tra i paesi con il più alto PIL pro capite in Africa, ma con livelli di sviluppo socioeconomico poveri. Per questo motivo, la politica economica è ancora cambiata. Un programma nazionale massiccio che ha incluso la progressiva scolarizzazione di maschi e femmine, per avere un Paese che conta sui giovani.

Una politica, dunque, che è passata anche per la sanità, con un piano assistenziale che ha contemplato la pulizia delle strade, la nascita di ospedali e l’assistenza sanitaria.

Malgrado tutto ciò, il Paese vive uno spaventoso divario tra una vasta ricchezza di risorse e i livelli estremi di povertà e disuguaglianza. Per molti, la causa è da ricercare nel controllo che la famiglia Obiang esercita da sempre sul Paese e nel fatto che i suoi membri occupano le alte cariche istituzionali, sia politiche che economiche, e detengono ruoli di poteri nelle multinazionali e nelle aziende produttive locali. Ma l’impegno profuso per la crescita del Paese è continuo e costante.

Il prossimo obiettivo economico, è quello turistico, e un’apertura all’Occidente così importante, doveva per forza passare per una profonda trasformazione della giustizia, con l’abolizone della pena di morte. Un’emancipazione legislativa che non poteva più aspettare.

Una nuova frontiera per il turismo

Meno di 700mila abitanti per una superficie di poco più di 28mila kmq e ben cinque isole. E’ uno dei più piccoli stati africani.

Una rivalutazione delle aree costiere e delle isole per offrire all’Occidente nuove mete di vacanze. In quest’ottica, il Presidente ha incontrato la delegazione di tour operator italiani. I collegamenti aerei con Air France, Ethiopian Airlines e Royal Air Maroc, l’aeroporto internazionale nella capitale Malabo, sull’isola di Bioko, fanno della Guinea Equatoriale una meta raggiungibile e facile da gestire in un pacchetto vacanze.

La scelta può anche essere facilitata dal fatto che la religione è cattolica e che si parlano lingue latine, come lo spagnolo e il portoghese, oltre al francese e all’inglese.

Sono già nati diversi resort in grado di offrire ai turisti tutti quei conforts all inclusive tipici dei grandi Tour Operator. Inoltre, le isole offrono spiagge lunghe e bianchissime, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Maldive della Guinea Equatoriale” ed esiste persino una fabbrica del cioccolato.

Inutile dire che gli chef stellati italiani sono già sul posto per offrire cucina italiana di alto livello.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”