Renato Caruso: la nuova opera multimediale tra musica e scrittura

Tanta carne al fuoco. Un’opera multimediale, che più multimediale non si può: un album “Grazie Turing”, un libro “# diesis o hashtag” e un videoclip “La tela di Godel”. Il tutto ad opera di Renato Caruso.

Il chitarrista, compositore e docente crotonese ci regala una serie di opere che si incastrano perfettamente l’una con l’altra, rendendo questo multi-progetto un qualcosa di davvero unico.

Un perfetto cadeau natalizio, visto che siamo nel periodo.

L’intervista

Ho avuto il piacere di incontrare, per ora in modo virtuale, ma spero di poterlo fare presto “in presenza”, il Maestro, ma anche Professore, Renato Caruso, e vi garantisco che è stata un’esperienza unica. Non si è trattato solamente di un’intervista, ma di una vera e propria lezione: musica, filosofia, matematica, storia e scienza. Troppo? Troppa carne al fuoco, come detto poc’anzi? Assolutamente no.

L’artista crotonese ci porta a scoprire mondi inimmaginabili: partendo dalla musica si finisce con l’informatica, attraverso un percorso interessante e coinvolgente.

Senza dimenticare la “Fujabocla”, genere musicale inventato dallo stesso Renato Caruso.

Vi invito a guardare e sentire la nostra chiacchierata: rimarrete affascinati.

Grazie Turing

L’album è un omaggio ad una delle più grandi figure del ‘900, Alan Turing, una figura rivoluzionaria e particolare, sia per le sue scoperte scientifiche sia per la sua tormentata vita privata. Ideatore del primo computer, eroe di guerra processato ingiustamente per la sua omosessualità e pioniere dell’intelligenza artificiale che, grazie alla sua macchina, decifrò i codici tedeschi e fece importanti esperimenti di sintesi con la musica.

La cover dell’album è impreziosita dall’opera “Think different” di Giuseppe Veneziano, uno dei massimi esponenti della “New Pop” italiana.

Composto dallo stesso Renato Caruso, vanta la produzione e gli arrangiamenti di Pino Di Pietro, superbo musicista, collaboratore per anni di Enrico Ruggeri, tra gli altri.

renato caruso - la copertina del disco

# diesis o hashtag

Il disco è la colonna sonora perfetta per immergersi nella lettura del libro.

L’opera è strutturata come un dialogo tra due amici, una fisica teorica e un musicista. Francesca è una giornalista e scrive articoli di fisica, mentre Renato è un chitarrista e gira l’Italia con i suoi concerti. I due si scambiano opinioni e prospettive differenti, accorgendosi però di arrivare sempre a un punto comune.

Musica e scienza: due discipline che hanno più punti in comune di quanto si potrebbe pensare.

La prefazione è di Giovanni Caprara.

renato caruso - la copertina del volume #diesis o hashtag

La tela di Godel

La musica è il suono della matematica”: il senso del videoclip è racchiuso nei titoli di coda.

Carta, matita, pentagramma, formule matematiche, note musicali, computer, smartphone, fiori che sbocciano e grattacieli: presente, passato e futuro in un caleidoscopio di immagini, sottolineate dalla magia che solo la chitarra acustica riesce a trasmettere.

Consiglio strettamente personale: prima di ascoltare il disco e di leggere il libro, guardate il video. Tutto sarà più chiaro.

Credits

“Grazie Turing” (distribuzione Believe) è disponibile in streaming e in digital download (clicca qui per il multilink)

“# diesis o hashtag” (OneReed) è disponibile nelle librerie e negli store digitali dal 20 settembre.

La tela di Godel” è disponibile su tubo dal 3 dicembre.

Potete seguire Renato Caruso su Facebook, Instagram, sul sito ufficiale e sul canale YouTube.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.