Rider e costi consegne: nasce a Milano il Social Delivery

Sottopagati, sfruttati e nessuna regolamentazione contrattuale. La dura vita del rider. Una figura che si è consolidata durante questo anno di restrizioni e che ha messo in luce un sottobosco di lavoro nero che fino a qualche mese fa reggeva su fragili equilibri, vicini al caporalato.

Oggi il “fattorino” della pizza è un mestiere molto in voga. Galeotto il lockdown, che continua a penalizzare la ristorazione nei locali e favorire quella a domicilio. Ragazzi che sfrecciano, con le loro bicilette, ovunque nel silenzio del coprifuoco, divorando strade su strade, consegna dopo consegna.

Il rider non consegna più solo le pizze, ma di tutto. Anche i ristoranti più à la pàge si sono appoggiati al delivery system per continuare a lavorare. Ma il mercato si è allargato anche a quegli esercizi commerciali che, di norma, frequentiamo fisicamente.

E-commerce per le botteghe di quartiere

Il mondo ha trasformato le sue abitudini, seguito alla pandemia. Le restrizioni hanno messo le attività commerciali nelle condizioni di doversi adattare ad una nuova forma di commercio che dall’on line va alla consegna a domicilio.

Un sistema inusuale, almeno in Italia, soprattutto per alcuni prodotti. Vero che le vendite on line sono entrate nell’uso comune, ma che i piccoli commerci cittadini si trovassero a dover vendere con consegne a casa, era una prospettiva che non si era praticamente mai resa necessaria.

Da qui, l’esigenza di appoggiarsi al servizio del rider, anche per consegnare acquisti diversi dal cibo e dai fiori.

L’idea del ” social delivery” nasce dall’esigenza di riconoscere giusti compensi e orari adeguati alla categoria del rider.

Una piattaforma on line dove si può acquistare on line dal commerciante di quartiere e approfittare della consegna a domicilio.

Un sito dove i piccoli artigiani, le librerie piuttosto che gli esercenti del vostro quartiere, propongono i loro prodotti.

La particolarità del progetto prevede che il prezzo da pagare per la consegna sia sulla base del calcolo di un “costo equo effettivo”. Il prezzo della consegna considera quanto sarebbe giusto pagare nel caso di un rider con regolare contratto e tutele adeguate.

Social Delivery

Si chiama So.De. (Social Delivery) ha come scopo quello di arrivare ad ottenere anche per il lavoro del rider, un contratto equo, con una formazione completa e dotato del giusto equipaggiamento.

Artefici di questa curiosa iniziativa, un gruppo di amici e imprenditori di Rob de Matt, noto bistrot milanese e associazione di promozione sociale e di Meraki, desideri culturali, associazione che si occupa di partecipazione culturale.

Al di là del “costo equo ed effettivo” di consegna, il cliente potrà scegliere se pagare quello a costo di mercato o liberamente dare un pò di più.

Crowfunding per equo solidale

La realizzazone di So.De. conta su un crowfunding ma sarà sostenuto in parte anche grazie al contributo del Comune di Milano. La città metterà a disposizione 37.500 euro se sarà raggiunta la cifra di 25mila euro con la raccolta fondi.

Sarà quindi fondamentale la partecipazione e la genersità individuale di tutti per rendere possibile la realizzazione di questo progetto che ha come obiettivo quello di creare posti di lavoro nel mondo del delivery ai giovani e ai disoccupati, fornendo un’adeguata formazione e la giusta regolamentazione contrattuale.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”