Sanità e futuro: servizi digitali, tecniche innovative e sostenibilità

Cosa pensano gli italiani della sanità? E quale futuro si prospetta per il Servizio Sanitario italiano? Se la vostra risposta viaggia tra la disperazione e il pessimismo più totale, sappiate cohe molti italiani la pensano diversamente e sono molto fiduziosi nel futuro della sanità. L’indagine del Censis rileva dati confortanti. L’ultimo rapporto aggiornato al 2022, infatti, rivela che, oltre ad essere un popolo molto più informato e interessato, in fatto di salute, siamo un popolo che ripone molta fiducia nei nostri medici.

Il rapporto Censis ha evidenziato che la pandemia ha avvicinato le persone all’informazione scientifica, grazie, ovviamente, a internet. Sono molti gli italiani che ricercano nel web patologie e sintomi, ma che hanno comunque la consapevolezza dell’importanza di rivolgersi a specialisti e medici di base per le cure.

Vediamo nel dettaglio quello che il Censis evidenzia sullo stato della sanità italiana e del servizio sanitario offerto.

Identikit del paziente futuro già in formazione

La rinnovata centralità sociale della salute imposta dalla pandemia accresce la volontà dei cittadini di giocare un ruolo attivo nei processi riguardanti la propria salute. Il 66,9% degli italiani dichiara di informarsi in autonomia su web e social network su aspetti della sua salute, dai sintomi alle patologie, con valori più elevati tra le donne (70%), i giovani (77,1%) e i laureati (74,4%).

La soggettività matura si esprime anche nella richiesta di farmaci, servizi, prestazioni e soluzioni terapeutiche sempre più individualizzate: è molto o abbastanza importante per il 94,3% degli italiani avere una maggiore personalizzazione delle cure, per il 92,9% che i percorsi di cura, dal domicilio al territorio, fino agli ospedali, siano modulati sulle esigenze personali del paziente. In tale quadro, il 92,1% dichiara di avere molta o abbastanza fiducia nei medici e per l’83,9% devono essere al centro della sanità del futuro. Pur nella straordinaria importanza attribuita alla sanità digitale, oltre l’80% degli italiani è convinto che il digitale non dovrà mai sostituirsi al rapporto umano con il medico.

Segnali di nuova sanità da verificare

Per il 61,0% degli italiani nei prossimi anni il Servizio Sanitario migliorerà anche grazie alle lezioni apprese durante la pandemia.

Come?

Tra le cose di cui nei prossimi cinque anni ha bisogno, il 50,9% dei cittadini indica l’aumento del numero di medici di medicina generale, il 46,7% la modernizzazione di tecnologie e attrezzature diagnostiche per accertamenti, il 45,3% l’attivazione o il potenziamento dei servizi sul territorio, come le Case della salute, il 39,6% più posti letto negli ospedali, il 34,0% l’attivazione dell’assistenza domiciliare digitale (teleconsulto, teleassistenza).

Inoltre, per il 93,7% degli italiani la spesa pubblica per la ricerca in salute e sanità è un investimento, non un costo. Il 94,4% si attende che ricerca scientifica e innovazione migliorino l’efficacia delle cure e la qualità della vita in caso di malattie croniche, il 92,0% che si scoprano tecniche innovative per contrastare nuovi virus e batteri, il 91,1% che si riduca il rischio di ammalarsi. Il 70,1% dei cittadini è pronto a rendere disponibili i dati sulla propria salute per studi, ricerche, sperimentazioni. E l’80,2% si aspetta che lo studio dei big data dia un aiuto concreto alla creazione di terapie e farmaci personalizzati.

Più sostenibili, più in salute

Il 91,1% degli italiani si dichiara pronto a cambiare il proprio stile di vita per una società più sostenibile, di cui il 41,0% è pronto ad attuare un cambio radicale delle proprie abitudini. La mobilità, settore ad alto impatto sull’inquinamento atmosferico con ricadute negative anche per la salute delle persone, è un ambito in cui opinioni e comportamenti dei cittadini stanno evolvendo verso una maggiore sostenibilità.

Il 64,5% dichiara di muoversi a piedi, evitando di utilizzare l’automobile o altri veicoli, quando la distanza tra il luogo di partenza e quello di arrivo lo consente. E il 62,2% è favorevole alle domeniche in cui vige il divieto di circolazione per i mezzi più inquinanti. Nei consumi alimentari, per il 48,1% degli italiani impatto sulla salute e attenzione all’ambiente sono fattori che coesistono e orientano scelte e decisioni di acquisto.

Il rapporto Censis

Se l’ultimo rapporto Censis ci dà un chiaro quadro della percezione degli italiani in fatto di servizio sanitario e sanità, ci dà anche una netta visione del target di utenti che, per l’età raggiunta, necessitano maggiormente di cure. Il nostro è un Paese di “vecchi” (ma questa non è una novità), gli anziani non mettono in conto di passare la loro vecchiaia in una casa di riposo.

Preferiscono le cure a domicilio e questo fa si che ci sia una forte domanda di colf e badanti, una spesa che è preferibile alle rette delle residenze sanitarie assistenziali, meglio note come RSA. Ne consegue che la nostra sanità ha un caricoimportante, derivante dal sostegno economico all’anziano indigente che preferisce le cure domiciliari.

Silver welfare: l’enigmatico futuro dei pensionati italiani

Dopo essersi ritrovati nel periodo pandemico al vertice della piramide dei garantiti, il ritorno improvviso e inatteso dell’inflazione ha collocato i pensionati tra coloro che sono più esposti all’erosione del potere d’acquisto. Pensando al proprio futuro, solo il 38,7% si sente con le spalle coperte sul piano economico (nel 2019 il dato era al 68,2%). La fragilizzazione della condizione economica dei pensionati non solo rischia di mettere in crisi il «silver welfare» a supporto di figli e nipoti, ma alimenta anche la loro paura verso alcuni rischi sociali.

Il 35,2% dei pensionati si sente poco coperto in caso di malattia e della necessità di ricorrere a prestazioni sanitarie, il 45,4% in caso di non autosufficienza. Più di 16 milioni di pensionati attivano una spesa complessiva annua per le pensioni di oltre 312 miliardi di euro, con un importo medio di 1.500 euro circa per tredici mensilità. Ma esistono differenze significative nei redditi pensionistici che rendono alcune tipologie di pensionati più esposte ai rischi di questo momento. Al Sud le pensioni medie sono di circa il 20% inferiori a quelle del Nord e quelle delle donne sono inferiori di circa il 28% rispetto a quelle degli uomini.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”