Sono un mito! Leggende e mitologia al cinema

Da creature e leggende antiche a volte può nascere del cinema che crea una emozionante mitologia moderna tutta nuova.

I simboli, le metafore e la forza narrativa rimane intatta, ma apprezzarli da un’altra angolazione può aprire una prospettiva molto diversa.

Possiamo dire che, per esempio, un personaggio come il super-eroe Hulk è una via di mezzo tra il caro vecchio Ercole e gli schizofrenici Dr. Jekyll e Mr. Hyde?

Spider-Man e Batman non sono forse al pari (come spunto di partenza) di altre mitologiche creature uomo/bestia come il Minotauro, le ammalianti sirene dei canti dei marinai o l’antica Sfinge adorata dagli egiziani?

Lo so che il ragionamento può sembrare un attimino forzato, ma che diamine in fondo parliamo di fiction, quindi che male puoi mai fare?

Quindi voglio che ci pensiamo tutti insieme, viaggiando dal passato al presente su cos’erano e cosa sono diventati i nostri miti oggi.

Trasformando gli antichi eroi delle leggende nelle nostre varie culture tramandati nei nostri cinema sotto forma di supereroi, vuol dire approfittare di quella mitologia e basta?

In realtà, molto più banalmente, tutto si evolve e cambia, e così deve fare anche il nostro modo di pensare.

E quindi giusto per l’occasione ecco qui tre bei film adatti all’argomento per pensarci su e divertirci un mondo allo stesso tempo.

1 – Mortal (2020)

Uomo con il potere nelle mani e occhi fiammeggianti

Mortal è la storia di un cittadino americano che da mesi vaga per i boschi norvegesi, evitando qualsiasi contatto con le altre persone.

Ma un giorno incontra per caso un gruppo di ragazzi che iniziano a deriderlo e insultarlo, fino ad aggredirlo fisicamente.

L’uomo non ha scelta e deve reagire, uccidendo quasi senza toccarlo uno di loro per difendersi.

Immediatamente arrestato e imprigionato, viene poi sottoposto all’interrogatorio di una giovane psicologa.

Cercando di descrivere quello che è successo, rivela inspiegabili e pericolose abilità soprannaturali.

Questi poteri sfuggono rapidamente al suo controllo e scatenano un incendio nella stazione di polizia.

Le autorità americane, che erano venute per espatriarlo, vedendo l’accaduto lo drogano pesantemente per poi trasportarlo via in elicottero.

Ma l’uomo si libera e riesce a fuggire, andando in cerca della psicologa che sembra essere l’unica in grado di placarlo quando il suo potere e sul punto di esplodere.

I due iniziano un lungo viaggio alla scoperta delle sue origini mitologiche, braccati senza tregua dalle autorità che li considera ormai dei terroristi.

Quando ti chiedono se sei un Dio, devi rispondere di si!

Tralasciando la citazione di Ghostbusters che mi strappa sempre un sorriso, Mortal è un ottimo film di caccia all’evaso con un inarrestabile protagonista nelle cui vene scorre il sangue divino.

Le autorità sempre più impotenti ed esasperate si fanno trascinare dalla follia mettendo in campo tutto il loro arsenale per catturarlo.

La prima parte del film è la più intrigante e misteriosa, dedicata alla scoperta delle sua nobile discendenza norrena.

Tutti e tutto sono immediatamente contro di lui per metterlo fuori combattimento, tranne la gentile e amichevole psicologa con cui lega fin dal primo istante.

La seconda metà è più classica con molta azione e combattimento, anche se il finale eccellente si discosta non poco dai soliti canoni dei supereroi.

Infatti, anche se la sua potenza e il controllo degli elementi sembrano infiniti, il suo lato umano sarà la debolezza dove le autorità cercheranno di colpirlo a tradimento.

Insomma un ottimo esempio di come si possano portare leggende e mitologia al cinema senza scadere nel solito tripudio insulso di effetti speciali.

Un cast di sconosciuti a volte e’ meglio

Nat Wolff è il protagonista di questa avventura fantasy, e il suo volto sconosciuto a mio parere aiuta molto la godibilità del film.

Il suo personaggio infatti risulta molto più credibile e umano della storia di quanto sarebbe stato sotto la schiacciante personalità di una star di Hollywood.

La crescita costante del suo potere e’ dosata il giusto senza troppo sprezzo del pericolo e improbabili eccessi di effetti speciali spaccatutto.

Lui stesso e’ ugualmente sorpreso e spaventato dalle sue capacita’, scatenando la sua furia solo come ultima difesa quando e’ sotto attacco.

Quando inizialmente cercano di capirlo e poi sottometterlo, gli uomini sembrano incapaci di accettare la realtà nonostante l’evidente scia di distruzione davanti ai loro occhi.

Sara’ solo quando alcuni di loro capiranno chi è veramente questo semi-dio che cercheranno, come al solito, di iniziare a pensare come usarlo per i propri fini.

Iben Akerlie è la giovane psicologa di larghe vedute che ne accetta subito la sua spaventosa natura accompagnandolo nella sua ricerca contro tutto e tutti.

La ragazza, appena uscita da una terribile tragedia personale, vede infatti in lui un’opportunità per redimersi e fare ammenda per i suoi errori.

La sua conoscenza della psicologia sarà poi fondamentale, aiutandolo ad aumentare il controllo del suo potere per evitare ulteriori tragedie accidentali.

Ma la polizia e i soldati guidati dall’americana Priyanka Bose rovineranno puntualmente tutto non dando pace al ragazzo nemmeno per un momento.

La donna del governo, tra l’altro, non è uno dei tanti cattivi stereotipati e mal scritti, anzi fin da subito deve la vita all’uomo a cui darà la caccia senza tregua per tutto il film.

In ultima analisi, anzi, lei è proprio la prima a intuire il suo vero potenziale e capire subito che sarà impossibile fermarlo.

Quando la regia va al di la’ degli effetti speciali

André Ovredal conferma ancora di avere grande talento, dopo i suoi gia’ intriganti Trollhunter, Autopsy e Scary Stories to Tell in the Dark.

Il regista combina sapientemente effetti speciali a un montaggio moderno, dentro una classica cornice thriller per costruire la tensione e il pathos della storia.

Nel suo cinema la mitologia cresce esponenzialmente con il ritmo della storia, e all’aumentare della consapevolezza e le leggende che iniziano a circolare sul protagonista.

Mortal è un film con stile e personalità, senza diventare un full-action totale come gli X-Men o gli Avengers.

Naturalmente, ciò è dovuto anche a un budget notevolmente più basso, ma spesso la necessita’ aguzza l’ingegno e si finisce con l’avere idee ancora migliori di chi ha mezzi più’ grandi.

In definitiva, consiglio questo film mitologico a chi ama i supereroi e le antiche leggende piene di fantasia e avventura, inserite in magnifiche location e un’atmosfera più unica che rara.

2 – The Golem (2018)

Bambino e mito davanti a un villaggio in fiamme

Una donna che vive da sempre nella sua piccola comunità ebraica, soffre ancora per la morte del suo bambino avvenuta molti anni prima.

Inoltre, il suo piccolo villaggio è improvvisamente sconvolto quando un gruppo di uomini irrompe violentemente durante un matrimonio.

Il loro leader incolpa gli ebrei per aver portato la peste nella regione e pretende che la loro guaritrice curi dalla piaga la sua giovane figlia.

Ma le condizioni della ragazza sono troppo gravi e la comunità si prepara per la sua tremenda punizione.

La donna, disperata, ricorre a un antico rituale della cabala ebraica per evocare la creatura mitologica protettrice del suo popolo: il Golem.

Il rituale funziona ma con conseguenze terribili e inaspettate.

Infatti, la creatura rinasce con le sembianze del suo amato e defunto figlio, seminando immediatamente terrore tra i loro nemici.

Inizialmente lei è ovviamente felice di avere di nuovo suo figlio e aver schierato un temibile e invincibile scudo a difesa della gente del villaggio.

Ma ben presto si rende conto che nella creatura c’è ben poco del suo bambino oltre all’aspetto esteriore.

Legato alle sue emozioni e impulsi più profondi e inconfessabili, il mostro inizia a uccidere per conto suo anche la sua stessa gente.

La vendetta non è mai un buon affare

The Golem è un piacevole esempio di cinema fantasy horror che magia, mitologia e leggende religiose in una piccola e affascinante tragedia familiare.

Ambientato nei tempi passati di questa isolata comunità ebraica, gli usi e i costumi dei protagonisti rendono ancora più urgente il desiderio di riscatto della protagonista.

Un epoca di forte repressione del gentil sesso, quando le donne non avevano ancora pari diritti e nessun accesso alla cultura o la lettura come gli uomini.

Il loro unico ruolo era quello di essere le custodi del focolare domestico e madri di famiglia, obbligate ad accettare con gratitudine il loro destino senza protesta alcuna.

Ma quando il mostro obbedisce solo alla protagonista, la donna diventa la figura più potente e importante del villaggio.

Ma il suo potere è altamente instabile e il mostro diventerà presto una minaccia molto più pericolosa degli stessi invasori che dovrebbe combattere.

Inizialmente guidata da buoni propositi, sarà facile per la giovane madre cadere in trappola cedendo ai propri desideri e alle proprie paure.

Quando l’odio viene dall’amore e finisce nel sangue

Hani Furstenberg interpreta un personaggio forte e debole allo stesso tempo.

La protagonista evoca il mostro desiderosa soltanto di proteggere e vendicare il suo popolo, ma la cura risulta essere molto peggio della malattia.

Quando poi diventa evidente a tutti che il bambino è una minaccia mortale, la donna va in totale diniego della realtà non volendo perdere suo figlio un’altra volta.

Il comportamento bigotto e sessista della comunità e di suo marito non aiuta sicuramente a migliorare la situazione.

Ishai Golan, nel ruolo del suo partner, inizialmente sembra simpatizzare e capire le sue motivazioni.

Ma come gli altri avrà paura di reagire prontamente al nemico, lasciando che gli abusi spingano la rabbia della donna oltre il punto di non ritorno.

Una volta evocato il mostro, l’uomo terrorizzato si troverà faccia a faccia con il figlio che pensava ormai di aver seppellito per sempre.

Menzione speciale anche per il giovanissimo Kirill Chernyakov, il mostro temuto da tutti e amato e odiato dalla donna.

Il piccolo attore, inquietante e silenzioso, riusce solo con lo sguardo a incutere il timore di una creatura omicida soprannaturale.

Doron e Yoav Paz dirigono un buon film di genere con sfumature psicologiche interessanti e buoni momenti horror splatter.

La mitologia del Golem viene da leggende ben note a tutti, ma portate finalmente a cinema con dei protagonisti più umani e interessanti.

Infine, se mi perdonate una lettura del tutto personale, possiamo dire che forse l’unico innocente di tutta la vicenda, a suo modo, è proprio il Golem.

Infatti, l’essere viene risvegliato contro la sua volontà per uno scopo e lo persegue assolutamente senza scelta e quindi senza esitazione e responsabilità.

Nascendo e morendo con lo stesso sguardo apatico e indifferente, la sua non vita e’ solo uno strumento nelle mani di altri senza nessun libero arbitrio.

3 – Lady in the Water (2006)

Ragazza seduta vicino a una finestra

Il custode di un grande condominio riceve continuamente proteste per strani avvistamenti nella piscina comune al centro del complesso.

Sorvegliando costantemente il posto, una notte vede una sconosciuta emergere dall’acqua per rubare degli oggetti.

La ragazza si rifugia nel suo appartamento, dicendo di essere braccata da una creatura malvagia e invisibile.

Inoltre, sostiene di avere la missione di cercare e aiutare un uomo molto speciale che lei non conosce, ma sa per certo vivere nelle vicinanze.

L’uomo è inizialmente scettico, ma lentamente si convince che la ragazza sia in realtà la creatura di una antica leggenda orientale.

Una particolare ninfa dell’acqua che arriva in aiuto degli uomini, come fonte di fiducia e di ispirazione, in certi momenti particolari della storia umana.

Ma il predatore da lei temuto cerca di ucciderla ripetutamente e cosi’ il custode dovrà’ radunare un gruppo di coraggiosi tra i suoi coinquilini per aiutarla.

Una leggenda antica in tempi moderni

Lady in the Water è una dolce fiaba contemporanea dalle deliziose sfumature fantasy e horror.

La storia viene rivelata lentamente come una favola della buonanotte, momento dopo momento e personaggio dopo personaggio.

La mitologia di questo cinema e’ incentrata sulle leggende di predestinazione dei suoi eroi e la ricerca di ognuno di noi del proprio scopo e destino.

In questo piccolo mondo, così familiare e vicino alla nostra realtà quotidiana, il soprannaturale irrompe senza preavviso nel cuore della notte.

Tutti gli abitanti dell’intero edificio saranno coinvolti nell’avventura della dolce ninfa della piscina, incantati dalla sua magica bellezza e candida innocenza.

Infatti, ognuno di loro senza saperlo ha un ruolo predestinato che dovrà scoprire per aiutare la ragazza a tornare nel suo mondo.

Il gusto per il classico non muore mai

M. Night Shyamalan conferma tutto il suo amore per lo stile classico e l’ampio respiro delle vecchie leggende e i loro archetipi di trama e personaggi.

Il protagonista Paul Giamatti è l’eroe sofferente che all’inizio vive solitario tacendo a tutti il suo tragico passato.

Nonostante sia costantemente in compagnia di persone che lo cercano per il suo aiuto, l’uomo è inesorabilmente perduto e abbandonato al suo dolore.

Solo quando trova la ninfa interpretata dalla stupenda Bryce Dallas Howard l’uomo ricomincia a vivere sul serio.

Nello scopo della creatura acquatica anche lui ritrova il suo scopo, aiutandola a compiere la sua missione per un bene più grande.

La ragazza legge subito nei suoi pensieri e vede il suo dolore, aiutandolo ad aprirsi e a parlare di ciò che ha taciuto per così tanto tempo.

Infine, come al solito Shyamalan ritaglia per se stesso un piccolo ruolo fortemente legato alla sua esperienza.

Il regista infatti interpreta uno scrittore bloccato dalla paura della pagina bianca, come vittima di un oscuro e sinistro incantesimo.

Un incantesimo che solo la ninfa potrà annullare in quanto incarnazione vivente dell’ispirazione e la fantasia umana.

Lady in the Water fu accolto malissimo e fischiato da gran parte del pubblico, diventando uno dei più grossi flop spernacchiati dai nemici del regista.

Peggio ancora, come penitenza finale fu aggiunto ai Razzie Awards come peggiore film di quell’annata cinematografica.

Un destino ingiusto da cui personalmente mi dissocio con tutte le forze, consigliandovi di dare una possibilità a questo film che saprà stupirvi con la sua magica immaginativa e atmosfera.

Come sempre mi auguro che i questi piccoli consigli vi tornino utili e vi ricordo che per ulteriori dritte su film, generi, registi e attori da seguire… potete collegarvi al mio sito:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!