Sole contro il mondo – Storie vere di donne coraggiose

Ci sono soltanto donne protagoniste mei film di oggi, dentro alcune storie vere, per quanto incredibili e sconvolgenti possano sembrare.

Non è sempre facile realizzare un biopic quando il soggetto di partenza è già noto a tutti e tutti sanno gia’ come andrà a finire la storia.

Perciò quello che fa la differenza è lo stile del regista che ha in mano il progetto oltre che, ovviamente, la catarsi che riesce a dare l’attrice nel ruolo primario.

Alcune di queste donne usciranno con successo dalle mille difficoltà che devono affrontare, mentre per altre purtroppo resterà solo la fama postuma alla loro tragedia.

Quello che le unisce è la loro determinazione e caparbietà nel seguire la loro strada fino in fondo senza compromessi, nonostante siano apertamente ostacolate dalla società o anche le loro stesse famiglie.

A molta gente non piace chi devia dagli schemi prestabiliti scegliendo per conto suo cosa fare nella vita, perciò sono sempre pronti a piazzare vigliaccamente dei tronchi sui binari per fare deragliare il treno del destino.

Ma ora lasciamo parlare direttamente queste donne e ammiriamo le loro storie, che sono vere quanto basta per arrivare nei nostri cinema.

Erin Brockovich – Forte come la verità (2000)

Erin Brockovich 2000 movie

Iniziamo con una donna che ha raggiunto una importante posizione come attivista politica, pur essendo partita dal nulla come povera disoccupata e madre single con tre figli piccoli.

Seppure intelligente e di bell’aspetto, avendo anche vinto numerosi concorsi di bellezza in gioventù, questa signora non riesce a trovare un lavoro e vive alla giornata sommersa nei debiti.

Finchè non finisce in tribunale dopo essere stata investita in auto e aver fatto causa all’altro conducente, purtroppo senza ricavare un soldo neppure questa volta.

Impietosito (e intimidito) dalla sua delicata situazione familiare, il suo avvocato la assume come segretaria nel suo piccolo studio legale.

Un giorno per puro caso lei inizia a interessarsi a una semplice compravendita immobiliare, che stranamente contiene tutte le cartelle mediche personali dei residenti della casa in oggetto.

Scavando lentamente per arriverà alla verità, la donna scoperchierà un clamoroso caso di inquinamento aziendale che arriverà a coinvolgere addirittura altre 600 persone.

Steven Soderbergh confeziona una stramba legal comedy partendo dalla storia vera di Erin Brockovich, una donna forte e indipendente che fa un suo piccolo cameo nel ruolo di una umile cameriera.

A interpretarla c’è la splendente Julia Roberts, inarrestabile, volgare e aggressiva tanto quanto è semplicemente adorabile e irresistibile.

Semplicemente esilaranti sono i suoi duetti verbali con Albert Finney, il piccolo avvocato che si ritroverà coinvolto in un processo contro uno dei giganti dell’energia americana, la Pacific Gas & Electric.

Da molti anni, la compagnia inquinava le acque di questa piccola città della California, causando alle famiglie locali ogni genere di tumori e altre orribili malattie mortali.

Fu un’enorme colpo all’industria che dovette adeguarsi per evitare sanzioni e risarcimenti per oltre 300 milioni di dollari, come avvenne per la PG&E.

Una storia illuminante dove, per una volta tanto nella realta’ come nella fiction, prevale anche la giustizia.

Veronica Guerin – Il prezzo del coraggio (2003)

Veronica Guerin 2003 movie

La storia successiva purtroppo non ha altrettanto un lieto fine, portando alla spietata uccisione di una donna che fu una vera spina nel fianco per alcuni tra i peggiori spacciatori di droga irlandesi negli anni 90.

Questa donna era una giornalista per una piccola ma rispettata rivista di Dublino, la quale rimase colpita dai numerosi casi di overdose in aumento tra i giovanissimi.

Scalando la catena del potere, passa da intervistare i semplici tossici ai piccoli spacciatori locali, arrivando alla fine a trovare il pezzo grosso che gestisce il traffico in tutta la città.

Questo barone della droga ovviamente non prende con allegria le troppe domande della giornalista impicciona, così inizia a minacciare lei e la sua famiglia, arrivando anche ad aggredirla selvaggiamente di persona.

Tuttavia questo non riesce a farla arrendere, neppure quando rimane ferita alla gamba da un colpo di pistola.

L’escalation ha quindi il suo apice nel giugno del 1996, quando due scagnozzi del boss le tendono un agguato in autostrada sparandole sei colpi a sangue freddo.

Joel Schumacher svolge un buon lavoro di inchiesta cinematografica, ovviamente non mancando di drammatizzare all’americana la vicenda in certi punti, ma tuttosommato con un risultato più che accettabile.

Semplicemente straordinaria la performance di Cate Blanchett nel ruolo di questa donna che, con il suo estremo sacrificio, cambiò definitivamente la storia nella lotta al crimine in Irlanda.

Dopo la sua morte ci furono numerose manifestazioni e ronde permanenti di comuni cittadini per le strade di Dublino, mandando a monti gli affari di questi narcotrafficanti.

Il governo inoltre proclamò nuove misure che sequestravano ogni proprietà comprata coi profitti della droga con una vera rivoluzione di riforme legislative.

Un’altra epopea personale che ci insegna come, a volte, la persona giusta nel posto giusto può davvero fare la differenza.

Changeling (2008)

Changeling 2008 Storie vere di donne

Dobbiamo tornare ancora più indietro nel passato per guardare cosa è successo alla donna del prossimo film, protagonista di un storia vera che sconvolse l’opinione pubblica americana alla fine degli anni 20.

Ancora una volta si tratta di una madre single che, in un giorno come tanti altri, torna a casa per scoprire che suo figlio è scomparso.

La donna denuncia subito il fatto alla polizia, che si impegna per mesi nelle ricerche senza successo, salvo poi riuscire finalmente a riportare il bambino a casa.

Ma, sorpresa di tutte le sorprese, il bambino non è affatto il figlio della signora, che protesta vigorosamente rifiutando di riconoscerlo.

Non volendo ammettere nessun tipo di errore, il capitano della polizia non solo non accetta gli improperi della donna, ma addirittura la fa rinchiudere in un istituto psichiatrico.

Fortunatamente un reverendo e un famoso avvocato di Los Angeles si schierano dalla sua parte, riuscendo a farla liberare dalla assurda detenzione sanitaria.

Ma per la donna le brutte notizie non sono finite, in quanto un altro detective finalmente scopre che fine ha fatto suo figlio, vittima come molti altri bambini di un maniaco nel mezzo del deserto.

Alla regia di questo capolavoro biografico abbiamo niente meno che Clint Eastwood, una garanzia di qualità per il migliore cinema americano.

Pur essendo un fiero repubblicano, il regista non risparmia una critica feroce alle istituzioni e la polizia, inefficienti e ottusamente chiusi a ogni tipo di dissenso.

A dare vita alla storia vera di questa donna disperata c’è la magnifica Angelina Jolie, in quello che possiamo dire senza esitazioni è finora il miglior ruolo della sua carriera.

Non possiamo chiedere di meglio quindi per questo oscuro episodio di cronaca americano, raccontato con l’eleganza di una favola d’altri tempi e la durezza di un pugno nello stomaco.

Joy (2015)

Joy 2015 Storie vere di donne

Restiamo in america per conoscere la storia vera di un’altra donna dalla vita difficile, Joy Mangano, in un film che ci racconta l’escalation della sua carriera di imprenditrice.

Fin da piccola ha sempre avuto il desiderio di inventare ogni genere di cosa, una passione purtroppo soffocata dalla sua ingombrante situazione familiare.

Infatti, dopo la separazione dei suoi genitori, suo padre passa da una donna all’altra mentre sua madre resta a vivere in casa sua senza fare nulla tutto il giorno, eccetto guardare una telenovelas dopo l’altra.

Come se non bastasse, nel seminterrato vive a scrocco anche l’ex marito, aspirante cantante latino americano in attesa di un successo che non arriverà mai.

Tutto sembra quindi essere contro di lei, costretta a turni infiniti alla reception dell’aeroporto mentre sogna una vita migliore per lei e sua figlia.

Finchè un giorno, per caso, ha una semplice idea: inventare un mocio la cui estremità assorbente sia smontabile e comodamente pulibile in lavatrice.

Tuttavia avere realizzare l’idea si rivelera’ un impresa quasi impossibile, ma che l’aiuterà a capire la vera natura della sua famiglia e quanto costerà essere finalmente davvero libera.

Non posso criticare la regia di David O. Russell, autore per esempio di The Fighter, piccola perla della boxe e sogni di gloria proletari.

Il regista certe volte usa dei tempi narrativi un pò troppo lunghi, tuttavia il suo messaggio di rivalsa sociale (ed economica) partendo dal basso arriva sempre forte e chiaro.

Semplicemente fenomenale è la bellissima Jennifer Lawrence come protagonista, che subisce come un punchball ogni sopruso per tutta la storia per poi esplodere contro tutto e tutti.

Insomma una volta tanto abbiamo una buona favola sul sogno americano, dove comunque non mancano le ombre di quel sistema capitalistico che paradossalmente fa di tutto per ostacolare chi ha davvero talento.

A Quiet Passion (2016)

A Quiet Passion 2016 Storie vere di donne

Per il gran finale torniamo ancora più indietro nel tempo, alla metà del diciottesimo secolo, per un film biografico sulla storia vera di Emily Dickinson, donna dal carattere impossibile e una delle poetesse più sensibili e inusuali della sua generazione.

Fin dall’inizio la vediamo lottare contro l’autorità religiosa, un duello che porterà avanti tutta la vita, mollando il college ancora giovanissima per tornare a stare con la sua famiglia.

Pur essendo un avvocato tosto e brillante negli affari, suo padre era anche un uomo dalla mente aperta che poco tollerava la pressione della chiesa e le storture dell’epoca come l’orribile schiavismo, che entro breve avrebbe portato a una guerra di secessione.

Mentre suo fratello si sposa e parte per il fronte tra le loro proteste, Emily e sua sorella rimangono sole a mandare avanti la baracca dopo la morte di suo padre e l’aggravarsi delle condizioni di sua madre.

Pur non essendo clamorosamente bella o piacevole nei modi, grazie al suo talento lei attira diversi spasimanti, affascinati dalle sue poesie che lo Springfield Repubblican stampava settimanalmente.

Tuttavia, la donna deciderà di restare single fino alla fine, incapace di accettare il cappio matrimoniale e le normali convenzioni di quei tempi.

La regia di Terence Davies è senza infamia e senza lode, non mostrando particolari lampi di ingegno ma scegliendo saggiamente di fare parlare direttamente le poesie della Dickinson, che ci accompagnano da una scena all’altra nelle varie transizioni della sua vita.

A dare un volto alla poetessa abbiamo Cynthia Nixon, in un ruolo insolito dopo la celebre serie Sex and the City, per un personaggio definitivamente più complesso e sfaccettato.

Un’artista intransigente verso gli altri quanto con sè stessa, vivendo solitaria proprio come l’anima delle sue poesie, che purtroppo diventeranno davvero famose e apprezzate soltanto dopo la sua morte.

Come per le altre donne di oggi, quindi, abbiamo verso di lei una vera ammirazione ma non molta invidia, in quanto non so quanti di noi vorrebbero passare attraverso le sofferenze che abbiamo visto in queste storie. Nel frattempo, se avete ancora fame di ottimo cinema, vi rimando come ogni volta al mio sito personale:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!