Regista e Produttore – L’eterna lotta nel cuore del cinema

Il rapporto tra un regista e il suo produttore è sempre stata una arida terra di nessuno dove battagliare tra le necessità commerciali e l’esperienza cinematografica nella realizzazione di un film.

In questa battaglia raramente vince il regista, a meno che non si parli di piccole produzioni indipendenti che spesso lasciano più libertà creativa.

Altrimenti spesso vince chi ci mette i soldi, ovviamente, siccome arrivando agli estremi può chiudere la baracca o semplicemente sostituire il regista se non può o non vuole arrivare a un armistizio.

Uno dei casi più clamorosi della storia del cinema fu Dune del 1984 di David Lynch, di cui abbiamo discusso ampiamente all’uscita del moderno remake in due puntate diretto da Denis Villeneuve.

La sua visione esoterica del famoso romanzo era originariamente un film di oltre tre ore che la produzione si rifiutò di distribuire.

Infatti il produttore Dino De Laurentiis, che aveva l’ultima parola sul girato del regista, fece rimontare tutto in una confusa versione di appena due ore che spogliava la storia di ogni anima con monologhi continui e salti temporali senza senso.

Tempo dopo ebbero modo di fare la pace realizzando uno dei migliori noir di sempre, Velluto Blu, con un budget infinitamente inferiore ma una completa libertà artistica al genio poeticamente oscuro di David Lynch.

Quindi con lo stesso regista e produttore, abbiamo due risultati completamente diversi che sottolineano quanto sia sbagliato imbrigliare lo stile unico e riconoscibile di un autore.

E inutile piegare una mente creativa a logiche commerciali che qualsiasi onesto mestierante potrebbe seguire, creando molti meno problemi, se è proprio quello che un produttore va cercando.

I film che guarderemo oggi nascono da cortocircuiti produttivi di questo tipo, quando il cinema si scontra con il cinema mentre cerca di creare cinema.

Mank (2020)

Mank 2020 film su regista e produttore

Per iniziare come meglio non si potrebbe, abbiamo un biopic d’autore che narra la realizzazione di quello che io (e non solo io) considero semplicemente il miglior film di tutti i tempi.

Quarto Potere è il più grande capolavoro nato dal genio ribelle di Orson Welles, un maestro duro e inflessibile che contribuì a riscrivere le regole della settima arte.

Pur essendo all’epoca ancora giovanissimo, era così promettente che ad Hollywood gli diedero assoluta libertà e quaranta milioni di dollari per realizzare il suo film.

Il regista decise allora di assumere Herman J. Mankiewicz, un autore inviso ai produttori per i suoi forti ideali di sinistra, per scrivere la sceneggiatura di quello che sarebbe diventato uno dei monumenti immortali del cinema.

Da tutti chiamato semplicemente Mank, lo scrittore creò una storia carica di odio e ironia che era la crudele parodia della vita del suo nemico per eccellenza, ovvero il boss della carta stampata William Randolph Hearst.

Costui aveva rovinato la vita di un aspirante regista che era molto amico dello sceneggiatore, sfruttandolo per la propaganda repubblicana e poi abbandonandolo alla rappresaglia pubblica che lo condusse fino al suicidio.

Saltando avanti e indietro nel tempo dal periodo di massimo fulgore fino alla caduta rovinosa di Mank, David Fincher narra il dietro le quinte dei complicati rapporti tra questo bizzarro sceneggiatore, il geniale regista e il loro intransigente ego-maniaco produttore.

Come protagonista abbiamo il grande Gary Oldman che cattura appieno la genialità autodistruttiva di questo personaggio, per il quale Quarto Potere fu l’ultimo film in cui poté lavorare, morendo solo e dimenticato una decina di anni più tardi.

Mank è un gioiello magnificamente fotografato in bianco e nero che segna l’evoluzione di Fincher da Seven e Fight Club a un cinema più impegnativo come Zodiac o questo splendido biopic.

Trumbo (2015)

Trumbo 2015 film su regista e produttore

Continuiamo a parlare di sceneggiatori, inquadrando il periodo più duro della vita di Dalton Trumbo, una delle penne più autorevoli e rispettate da tutti i registi e produttori Hollywood.

Sfortunatamente verso la fine degli anni 40 su di lui e numerosi colleghi si abbattè il ciclone della infausta commissione McCarthy, la quale dietro il pretesto della difesa dei valori americani rovinò la vita di innumerevoli simpatizzanti o attivisti comunisti.

La commissione non soltanto gli impedì di lavorare, ma addirittura riuscì a spedirlo in carcere per quasi un anno quando Trumbo si rifiutò di rinnegare i suoi ideali e fare i nomi di altri suddetti agitatori di sinistra.

Uscito di galera, lo sceneggiatore si trovò senza soldi e senza amici, ma per fortuna gli venne incontro il celebre Frank King, un ambiguo produttore di film a basso costo che gli affidò le sue sgangherate e improbabili sceneggiature.

Oltre a dare alla sua famiglia da mangiare, questo lavoro lo portò nuovamente alla attenzione di due maestri come Stanley Kubrick e Otto Preminger.

Sfidando i loro produttori, i due registi non scesero a compromessi e gli affidarono la sceneggiatura di quelli che sarebbero diventati due capolavori del cinema, Spartacus e Exodus.

Trumbo è la perfetta metafora dell’assurdità della società americana, che portò all’esaurimento e anche alla morte innumerevoli cittadini colpevoli soltanto di non pensarla come piaceva al governo repubblicano.

Nel mezzo di questa censura medioevale, lo sceneggiatore riuscì addirittura a vincere due premi Oscar, seppure sotto falso nome visto che era costretto a lavorare in clandestinità.

A interpretare il grande scrittore c’è Bryan Cranston, il famoso protagonista della serie Breaking Bad ormai sdoganato nel cinema internazionale.

Non possiamo quindi che amare un film che ci racconta la grandezza e le contraddizioni di una America che non perdona, ma a volte spesso dimentica volontariamente.

Hitchcock (2012)

Hitchcock 2012 film su regista e produttore

Ancora una volta parliamo della nascita di uno dei più grandi film di sempre, Psycho, una vera e propria pietra miliare degli horror psicologici.

Alfred Hitchcock non ha sicuramente bisogno di presentazioni, essendo un nome molto famoso anche a chi non ha mai visto neppure un titolo della sua enorme filmografia.

Tuttavia chi non ne conosce la storia pensa che il regista fosse come un privilegiato protetto dai grandi produttori, mentre in realtà gran parte dell’entourage di Hollywood lo detestava profondamente.

Perciò quando si impuntò nella decisione di realizzare questo strano horror trovò una forte opposizione al suo progetto, essendo molto diverso dai thriller romantici con cui aveva abituato il pubblico.

Infatti la Warner Bros voleva che lui realizzasse Casino Royale, famoso capitolo della saga di 007, siccome il regista aveva ancora un film da realizzare secondo il contratto e quello era il titolo che prometteva i migliori incassi.

Andando contro tutti, Alfred Hitchcock e sua moglie Alma Reville impegnarono tutto ciò che possedevano per trovare i soldi e realizzarlo, con i produttori che addirittura ne ostacolarono stupidamente la distribuzione una volta completato.

Con questo film del 2012, il regista Sacha Gervasi narra dei lunghi mesi della produzione di Psycho, utilizzando uno splendido stile di regia che è un omaggio alla intera carriera di quello che tutti giustamente chiamavano il maestro della suspance.

La sua testardaggine e il prezioso aiuto della moglie furono ricompensati dal grande successo di quello che, a conti fatti, fu il film che registrò l’incasso più ricco della sua lunga e prolifica carriera.

Anthony Hopkins e Helen Mirren danno vita con classe a questa storica coppia di registi, due menti creative che si stimolavano e provocano a vicenda, lottando per mantenere viva quella creatività che la macchina commerciale troppe volte finisce involontariamente con schiacciare.

Hollywood Ending (2002)

Hollywood Ending 2002 film

Dopo tre film che parlano della vita e la carriera di alcuni tra i più brillanti registi e sceneggiatori di Hollywood, passiamo adesso a una storia di finzione con un maestro tra i più citati nei miei articoli cinematografici, ovvero Woody Allen.

Ma pur essendo inventato, come molte altre sue opere prende spunto dalla sua vita ed esperienze personali, creando un personaggio che è una ironica parodia di sè stesso.

Infatti, Allen interpreta un regista dal passato glorioso ma un presente infelice e pieno di delusioni, il quale per fare qualche soldo dirige saltuariamente degli spot pubblicitari.

Tuttavia la sua ex-moglie gli porta l’occasione per una rivincita quando convince il suo attuale compagno, un produttore cinematografico, a ingaggiarlo per realizzare un film ad alto budget.

Ingoiando il suo orgoglio e mettendo da parte la gelosia verso la donna, Allen inizia a girare la storia per poi purtroppo ritrovarsi completamente cieco nel bel mezzo delle riprese.

Dagli esami non risulta nessun problema fisico, quindi i medici sono convinti si tratti di un blocco psicologico che svanirà da solo col passare del tempo.

Intanto però c’è un film da finire e il regista non può assolutamente permettersi di perdere la sua ultima occasione, così inizia a fare di tutto per fingere di vederci ancora.

Woody Allen crea una metafora perfetta del fascino e la arroganza del cinema americano, cieco e sordo ad ogni critica dallì’esterno.

Hollywood Ending è uno delle sue ultime commedie vecchio stile, passando poi a storie più adulte come gli ottimi Match PointMidnight in Paris, oppure Café Society.

Per chi ama la stupida/intelligente ironia di questo regista è assolutamente un must, mentre per tutti gli altri potrebbe essere un buon punto di partenza per conoscere il suo stile e la sua filmografia.

Ed Wood (1994)

Ed Wood 1994 film su regista e produttore

Alla fine di questa cascata di talento abbiamo la biografia romanzata di quello che, per una volta a opinione unanime di pubblico e critica, è universalmente riconosciuto come uno dei peggiori registi della storia del cinema.

Tuttavia il suo desiderio di creare arte era così forte che superava tutti i suoi limiti personali e di budget, riuscendo a entrare nel cuore di altri aspiranti registi come il giovane Tim Burton che poi gli dedicò questo film nel 1995.

A interpretare questo folle e incapace visionario del cinema c’è un allucinato Johnny Depp, in cerca dei soldi per realizzare le sue assurde storielle che mescolavano commedia, horror e fantascienza.

Dopo alcune esperienze deludenti finalmente arriva alla prova del fuoco realizzando il film che lo farà passare alla storia, intitolato Plan 9 from Outer Space.

Lungo il percorso dei suoi fallimenti però si fece anche numerosi amici, i quali accettano entusiasti di partecipare al progetto. 

Molti di loro in realtà non avevano molte alternative, come una bella presentatrice televisiva finita in disgrazia, un lottatore di wrestling in pensione e la ex superstar del cinema Bela Lugosi.

Soprattutto per questo grande attore, rovinato dalla sua dipendenza dalla morfina, il folle film di Ed Wood sarà uno splendido canto del cigno, nonostante morirà prima della fine delle riprese costringendo il regista a trovare le idee più incredibili per sostituirlo.

Ed Wood è il film più sentito diretto da Tim Burton, il quale negli ultimi anni è calato in popolarità pur avendo portato nei cinema alcuni fantastici e assurdi horror come Dark Shadow.

Questo elogio alla creatività senza talento è un inno d’amore verso la spinta al desiderio di fare cinema, a prescindere dai soldi e la possibilità di fare carriera.

Come non amare i puri sogni infantili di un regista come questo?

La risposta potrete trovarla solo nei vostri cuori, se avrete il coraggio e l’interesse di fare la domanda onestamente. Nel frattempo, come al solito, vi rimando al mio sito di cinema dove tutti i giorni vi consigliamo nuovi e vecchi film:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!