The Monkey Weather: intervista nel segno di Matilda

Tornano ospiti di Zetatielle Magazine, The Monkey Wheather, di cui ci siamo occupati in occasione del nuovo singoloMatilda“.

Ho avuto la possibilità, che non mi sono certo lasciato scappare, di incontrare i tre ragazzi della band di Domodossola.

Questo è il fedele racconto della chiacchierata.

Ciao ragazzi e ben ritrovati. Cominciamo con una domanda che forse non vi ha mai fatto nessuno…da dove deriva il nome Monkey Weather…?

Ciao a voi, molto bello ritrovarsi, un po’ come ricercare sempre il significato del nome della propria band.

Noi siamo dei figli del brutto tempo, siamo nati in Ossola, una delle zone d’Italia dove piove di più. Volevamo ritrovare casa nostra nella lingua inglese, così abbiamo scoperto che il “monkey weather” è un modo di dire che hanno gli anglosassoni per indicare il brutto tempo, ciò che noi definiamo tempo da lupi.

Da Domodossola a Liverpool e Londra: un po’ di storia della band

Ci piace sporcarci le mani di fish&chips, bere birra e ascoltare musica che arriva da oltre manica, tutto questo ci ha fatto conoscere, fare un viaggio, suonare tanto e aver avuto la voglia 10 anni fa di cominciare a raccontare le nostre di storie e non più solo quelle degli altri.

Tanti ragazzi ancora oggi vogliono andare a Londra, è ancora una delle prime mete da percorrere verso la libertà. Noi facemmo quel viaggio on the road per cementare un’amicizia, per dare un inizio “biblico” alla band come direbbe Rkid.

E poi?

Tornammo da quell’esperienza determinati più che mai, sognando quello che poi abbiamo avuto la fortuna di vivere condividendo palchi con qualcuno dei nostri eroi, come i Kasabian e gli Skunk Anansie.

Definite la vostra musica: indie, brit pop o qualcos’altro?

Una delle cose più belle che ci abbiano detto alla fine di un nostro live, ovviamente dopo chiederci se volessimo da bere, è stata questa: “sembrate i Nirvana che suonano i Beatles”.

Grande!!!

Di certo non ci reputiamo assolutamente così geniali, ma l’idea di fondo è questa, abbiamo una forte attitudine punk, ma un gusto più gentile, alcune nostre radici affondano nel cantautorato, ci piace pensare che queste cose agli antipodi convivano nel nostro sound.

Difficilissimo oggi risultare freschi e originali, ma si riesce a essere personali rimescolando i vari elementi che ci piacciono nel modo più omogeneo possibile. Per fortuna le nostre tre personalità sono affini ma allo stesso tempo molto diverse, dalla risoluzione del loro conflitto esce il nostro sound.

Questa è la grande risorsa di una band, dal confronto si può solo uscire migliori.

Dieci anni di carriera, una discografia tutta in inglese e il nuovo singolo in italiano: come mai questo cambiamento così radicale?

Questione di stimoli, lo stimolo più grande te lo da il cambiamento, quale cambiamento più grande ci può essere per una band al nostro livello di una sfida del genere.

Eravamo a una classica grigliata del primo maggio, con Kappa il nostro editore, si parlava di come continuare, ci lanciò la sfida: “riuscireste a mantenere il vostro sound ma con il cantato in Italiano?”

Eccoci qui, vogliosissimi di potervi far ascoltare ciò che abbiamo prodotto.

Parlatemi di Matilda

Matilda è quella cosa o persona che ti fa star bene quando tutto intorno a te fa schifo e ti opprime. E’ quel barlume di speranza che tutti dovremmo avere quando la tristezza ci morde. 

Ognuno di noi dovrebbe averne una, non per forza è un amore o una relazione, può essere anche una bicicletta che porta lontano dai guai, oppure un figlio che non fa dormire la notte ma che con uno sguardo apre il cuore.

Matilda salva l’anima perchè la scombina, perchè è l’imprevisto positivo che aiuta a svoltare, per girare pagina serve spesso una mano ad andare in una direzione che da soli non si sarebbe mai presa nemmeno in considerazione.

“Palazzo Britannia 107”: perché questo titolo e cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo album

Matilda è il primo ti tanti personaggi che vi faremo conoscere.

Questi personaggi non per forza si conoscono, ma popolano tutti il nostro palazzo immaginario di ragazzi che come noi non sono dei vincenti, ma a suon di imprecazioni riescono a trovare la loro strada, ad affrontare una normalità alienante in modo unico.

Ci siamo ispirati al Village Green dei Kinks, che raccontavano i personaggi della provincia inglese che sognavano la bella vita londinese, cosa che facciamo ancora tutti noi ragazzi della provincia italiana.

Covid e restrizioni permettendo, potremo vedervi in tour?

Ci piacerebbe tanto dirti di si, nella nostra dimensione e condizione è difficile avere certezze in questo momento. Stiamo pianificando qualche acustico prima della fine dell’anno, seguiteci sui nostri social per avere news.

Poi speriamo che in primavera la situazione migliori, per noi e per tutte quelle persone che lavorano nella musica. Stiamo vedendo tanti amici soffrire, locali che ci hanno dato tanto in questi dieci anni in grave difficoltà.

La situazione è seria, ma cerchiamo sempre di rimanere propositivi, ottimisti e disponibili a dare una mano per quanto ci sia possibile.

Dai, ci vedremo presto, on stage: sono curioso!

Contaci. Ti aspettiamo!

Potete seguire The Monkey Wheathers su Facebook, Instagram, Spotify e sul sito ufficiale.

Matilda” (Ammonia Records), è disponibile su YouTube, in digital download e in streaming, dal 17 luglio.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.