The Protector: recensione e curiosità della prima serie TV turca di Netflix

Non è facile in un mercato occidentale interessare un vasto pubblico ad una serie TV di produzione asiatica, turca per la precisione. E non è facile riuscire ad ammaliare tanti spettatori da giustificare una seconda stagione. Sfida vinta per Binnur Karaevli, creatore della serie TV “The Protector” distribuita da Netflix. La storia è ispirata ad un romanzo di İpek Gökdel ed è interamente ambientata in Turchia, a Istanbul.

Un fantasy che ha i tratti del thriller e il gusto di un giallo.

La prima cosa che colpisce sono le ambientazioni. Le scene girate in città sono magnifiche. Spaccati di vita quotidiana, immagini reali di una Istanbul vera, nel suo Gran Bazaar e nei suoi quartieri più poveri, così come il centro più moderno. Un vero è proprio tour tra le vie e gli abitanti di questa splendida città dalle mille ricchezze.

A seguire, il fascino del mistero, della città e del contesto narrativo.

Una storia arrivata alla quarta ed ultima stagione, con un successo inaspettato che si è consolidato puntata dopo puntata.

La prima stagione, andata in onda, sempre su Netflix, nel 2018, si è svolta in dieci episodi con un finale aperto ad effetto che ha incuriosito e invogliato gli spettatori ad attendere con trepidazione la messa in onda della seconda stagione. Da qui, una strada in discesa per la fortunata serie TV.

Istanbul veduta dall'alto
Istanbul

La storia del Protettore

Nella Istanbul di oggi, un uomo scopre di essere legato a un antico ordine segreto e parte in missione per salvare la città da un nemico immortale. E’ la storia Hakan (Çağatay Ulusoy), figlio adottivo di un mercante del Gran Bazaar di Istanbul (Yucel Erten). Lui non lo sa ma è un “eletto”, il protettore che dovrà salvare la città dagli immortali.

E’ l’ultimo discendente della stirpe dei protettori e tutto inizia quando una donna entra nel negozio del padre dove lavora, in cerca di una maglia antica molto particolare. la donna offre molti soldi ma il padre nega di avere quell’articolo. Hakan invece, sa che c’è e tenta di venderla alla donna, di nascosto al padre.

All’appuntamento si presenta con un amico, ma è una trappola. Li raggiunge anche il padre che riprende la maglia ma all’improvviso si apre una sparatoria e viene ferito gravemente. Non vuole andare in ospedale ma si impone per essere portato in una farmacia di sua conoscenza. E’ il covo dei “leali”, un gruppo che ha una sola missione: proteggere la vita del protettore con qualsiasi mezzo. Lo aiutano Zeynep (Hazar Ergüçlü), personaggio chiave di tutta la storia, e Kemal, padre di Zeynep. La figlia è stata addestrata fin da bambina per il suo ruolo di “leale” e sarà la figura più sorprendente di tutto il racconto. Grazie ai “leali”, Hakan scopre il suo destino.

La maglia è magica. Una volta indossata si unisce al suo corpo e gli conferisce il potere di essere invincibile, ma non basta per combattere gli immortali. Gli oggetti magici sono tre. Oltre alla maglia, ad Hakan servirà un anello con una pietra verde che si illumina in presenza di un immortale, ed un pugnale antico, l’unica arma che può ucciderli.

Ma chi sono gli immortali?

Faysal Erdem, l’ultimo immortale

E’ l’imprenditore più ricco di Istanbul, benefattore con molti, spietato assassino con i nemici. Faysal Erdem (Okan Yalabık) ha un unico scopo: riportare in vita la sua amata Rùya (Burçin Terzioğlu), un’immortale uccisa da un precedente protettore. Per farlo però ha bisogno del sangue di Hakan. Lo fa avvicinare dalla sua segretaria personale, la bellissima Leyla (Ayça Ayşin Turan). I due si inamoreranno e per Hakan saranno solo guai.

Faysal, in realtà, ha il compito di riportare in vita tutti gli immortali e compiere la sua missione di conquistare Istanbul e riportare tutti i suoi simili a casa.

Gli immortali sono coloro che hanno il compito di placare la sete di vendetta dell’Oscurità, tradita da Giustiniano quando Instabul si chiamava ancora Costantinopoli.

Ma l’amore per Rùya va oltre ogni missione e, del resto, per un uomo che ha attraversato i secoli, il benessere raggiunto in epoca moderna lo fa sperare di poter vivere felice con lei senza dover per forza tornare a casa. Distrubbere Istanbul è una vendetta che non gli appartiene più, fino a quando non arriva il Visir.

La storia di questo personaggio e talmente controversa da far nascere nello spettatore ammirazione per Faysal e, in alcuni momenti, riesce addirittura a far in modo che lo si ami e si faccia il tifo per lui.

Tutte le donne del Protettore

L’amore poi, fa e disfa le maglie del racconto. Hakan si innamora facilmente e piace alle donne. L’amore è il suo punto debole.

Non importa che siano mortali, immortali, o che siano passate da mortali ad immortali. Fin dalla prima puntata, Hakan si fa coinvolgere in avventure amorose che alla fine le daranno solo tormento. Per questa sua debolezza più volte rischia la vita e quella dei suoi “leali”. Ma è fatto così. Agisce seguendo le regole del cuore e non sempre ha torto.

Chi sceglierà tra Zeynep, Leyla e Nasan ?

The Protector

Diretta da Can Evrenol, Umut Aral e Gönenç Uyanık, l’intera serie vi tiene con il fiato sospeso ogni puntata di ogni stagione.

Talismani magici, superpoteri, strani simboli e viaggi nel tempo. Ma quello che vi fa restare incollati allo schermo sono gli aspetti psicologici e i tratti caratteriali dei personaggi, a partire proprio da Hakan. Una “testina di siluro” impulsivo e testardo, dominato dalle sue passioni e dai sentimenti. L’elemento vincente è proprio la versatilità dei caratteri di tutti i personaggi che passano da buoni a cattivi, per poi ritornare buoni o viceversa.

Tutti i personaggi rivelano un lato intimo ed umano, anche quelli antagosti, ed entrano nella narrazione con prepotenza e mistero.

Una storia che va in crescendo, con personaggi che arrivano nella sceneggiatura e che si incastrano perfettamente nella trama. Nessun ingresso “forzato” e nessun personaggio inutile. L’eterna lotta tra il bene e il male dove non c’è mai un momento per tirare il fiato e sperare in una tregua. Realizzata in 4k, le scene dei combattimenti sono realistiche e mai esagerate.

Gli effetti speciali sono ben dosati senza mai essere eccessivi.

Non concordo con chi sostiene che la quarta serie abbia dei ritmi forzati e delle accelerazioni eccessive della narrazione. Credo, al contrario, che sia come un brano rock, che inizia con un ritmo energico per poi concludersi con una performance della batteria.

Vero, forse si poteva ricamare un pò di più sui motivi per cui gli immortali vogliono conquistare Istanbul, ma questa sarebbe stata forse, un’altra storia.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”