Tweet col pensiero: non è fantascienza ma realtà

Philip O’Keefe ha inviato il primo tweet senza toccare la tastiera: è bastato il pensiero. Philip non ha poteri paranormali, è malato di SLA. E’ paralizzato completamente ed è il primo uomo a postare un tweet col pensiero, grazie alla tecnologia.

Si tratta di un interfaccia cervello-computer che permette di comunicare con il pensiero.

Ma come funziona?

E’ una tecnologia molto avanzata, pensata per venire in aiuto a soggetti affetti da gravi disabilità permanenti e che non hanno altri mezzi per comunicare. Il termine corretto è locked-in, cioè “chiusi”, imprigionati nel proprio corpo.

Si basa sulla comunicazione eye-tracking e sull’impianto nel cervello di una rete neurale artificiale che poggia sulla corteccia motoria.

La comunicazione eye tracking è già molto usata nei pazienti affetti da SLA. Le loro capacità di ragionamento e di comprensione sono attive, ma non le loro funzioni motorie. Per questo la tecnologia è riuscita a creare una comunicazione che permetta loro di esprimersi senza dover parlare o muoversi.

Le unità di controllo ambientale, ECU, per esempio, sono essenziali per l’autonomia dei pazienti. Grazie a queste, che sono integrate nei comunicatori, le persone possono accendere e spegnere la luce, controllare il condizionatore d’aria o la TV. Possono anche avviare una videochiamata o chiudere una porta. Tutto solo con lo sguardo, grazie alle centraline elettroniche.

La tecnologia eye tracking permette l’uso del computer e, di conseguenza, anche l’accesso ad internet.

Da qui all’uso dei socials, il passo è stato breve.

Hello world!

Il tweet arriva dall’Australia e a postarlo è Philip O’Keefe. Non ha ancora un suo profilo su Twitter, così il post compare a nome di Thomas Oxley, amministratore delegato della Synchron Inc, l’azienda che ha realizzato il dispositivo di comunicazione.

Un dispositivo che è impiantato direttamente nel cervello del paziente, collegato ad un comunicatore esterno.

Grazie q questa invenzione la persona si può collegare al computer, tramite un software, e gestire la navigazione come un qualsiasi altro utente.

“Simply but Thinking”, cioè semplice come bere un bicchiere d’acqua, come possiamo vedere in questo video.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”