Zucchero “Sugar” Fornaciari: la consacrazione di “Oro, incenso e birra”

Per la rubrica “33 giri di ricordi”recensione retrospettiva dell’album “Oro, incenso e birra”, di Zucchero “Sugar” Fornaciari.

La Storia non è solo quella che si studia sui libri di scuola. E’ storia tutto ciò che ha contribuito al nostro sviluppo sociologico e che ha segnato gli eventi culturali. Ogni contesto storico è stato accompagnato dalla musica, colonna sonora che ha “battuto il tempo” e raccontato in modo indelebile la storia, fissandola a colpi di note nella nostra memoria. Nasce così la rubrica “33 giri di ricordi”, la musica che ha fatto la storia.

Proseguono gli appuntamenti con i 33 giri di ricordi, meglio se in vinile, che hanno segnato un’epoca: oggi tocca all’album che ha riportato il blues e il rhythm’n’blues in testa alle classifiche italiane: “Oro, incenso e birra” di Zucchero “Sugar” Fornaciari.

1989

Un anno particolare che inizia già con un brutto incidente. A febbraio, un Boeing 707 decollato da Orio al Serio, destinazione Santo Domingo, si schianta contro una montagna in fase di atterraggio sull’isola Santa Maria. Il bilancio: 144 morti (137 turisti italiani + 7 dell’equipaggio), nessun superstite.

Gli anni di piombo si chiudono con un’umiliazione per l’Italia. Il 20 febbraio, il processo per la Strage di Piazza Fontana a Stefano Delle Chiaie e Massimiliano Fachini si conclude con una piena assoluzione per non aver commesso il fatto, e il 10 marzo, il processo d’appello per la Strage di Piazza della Loggia si conclude con l’assoluzione di tutti gli imputati.

15 aprile: 96 persone muoiono schiacciate nella calca all’interno dello stadio di Hillsborough (Sheffield), in occasione della partita di calcio di FA Cup fra Liverpool e Nottingham Forest.

Il 1989 segna anche l’inizio di un’era che cambierà l’infanzia di molti bambini: inizia la commercializzazione della console portatile che sarà la più venduta al mondo, il Nintendo Game Boy.

E’ anche l’anno in cui a Berlino, cade simbolicamente e fisicamente il muro che divideva la città dal 1961.

Anna Oxa e Fausto Leali vincono il Festival di Sanremo con “Ti lascerò“.

L’Inter vince il 13° scudetto, e l’attaccante nerazzurro Aldo Serena è il re dei bomber, con22 reti.

I Detroit Pistons vincono il campionato NBA, sconfiggendo ai play off i Los Angeles Lakers.

Zucchero “Sugar” Fornaciari: Oro, incenso e birra

La carriera del cantautore di Reggio Emilia è in un momento di costante ascesa: dopo gli inizi stentati, tipici di ogni superstar che si rispetti, compresa una figuraccia al Festival di Sanremo, nel 1982, dove arrivò penultimo con “Una notte che vola via”, davanti solo a Vasco Rossi, sì, proprio lui; sta arrivando, pian piano, il suo momento.

La ricetta è semplice, e per altro, già provata dieci anni prima da Andrea Mingardi, ma senza risultati tangibili (chissà perché): blues e rhythm’n’blues, ritmo e ballate, testi in italiano, molto spesso graffianti, e una voce di carta vetro che non passa inosservata.

L’ascesa comincia con un tris di album: “Zucchero & The Randy Jackson Band”, “Rispetto” e “Blue’s”.

Con “Oro, incenso e birra”, Zucchero “Sugar” Fornaciari cala il poker e fa saltare il tavolo.

Prodotto da Corrado Rustici, è stato per sette anni l’album italiano più venduto nel mondo, con oltre 8 milioni di copie vendute, prima di venire superato da “Romanza” di Andrea Bocelli.

L’album, ritenuto giustamente il “magnum opus” del bluesman reggiano, è presente nella classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre, secondo la rivista Rolling Stone Italia, alla posizione n. 26.

zucchero sugar fornaciari - la copertina dell'album oro incenso e birra
La copertina dell’album “Oro, incenso e birra”

Diavolo in me

I’ve got a message for you, from my heavenly father. Everybody out there united for peace, love, joy, happiness. Let it in your soul this morning brothers and sisters. Let him come on out, let him come on in. Everybody knows he’s there, come on and listen to me. Come on brothers and sisters Sanctify, sanctify, sanctify your soul, sanctify. Amen”.

Un sermone, diventato un must soprattutto nei concerti, che apre la canzone simbolo di tutto il disco: sacro e profano, sesso e religione, elementi per altro tangibili fin dalla copertina, che presenta una serie di riproduzioni del Giudizio Universale di Michelangelo.

Una canzone feticcio di quello che è l’artista emiliano in quel periodo, e probabilmente la ricetta vincente di tutto il progetto. Certo, i richiami a “big” Joe Cocker, sono tangibili e per niente mascherati, e all’epoca, hanno fatto storcere il naso ai fans più aggiornati, musicalmente parlando, ma tant’è: un hit single, il primo di una lunga serie, per un album che si è dimostrato un “all hits”.

Mama & Nonna

Momenti di elettricità acuta, alternati a ballate strappamutande: “Oro, incenso e birra” è anche questo.

Madre dolcissima”, presenta atmosfere decisamente blues, in cui si avverte una sorta di preghiera indirizzata alla Vergine, ma anche e soprattutto alla madre del cantante. La canzone diventerà un classico da concerto, dove le varie coriste, “sisters” per meglio dire, nel corso degli anni, potranno mettere in evidenza le loro doti vocali.

Diamante”, con il testo, anzi la poesia pura di Francesco De Gregori, nel corso degli anni a venire diventerà una ballata evergreen, è una dedica alla nonna di Zucchero, che si chiamava appunto Diamante, ed è imperniata sui colori e i sapori della campagna emiliana del dopoguerra.

zucchero sugar fornaciari: il cantante, vestito di nero, cappello nero in testa, fotografato in campagna. album: oro incenso e birra

Iruben me

La mia canzone preferita in assoluto: qui Zucchero “Sugar” Fornaciari esprime al massimo le proprie qualità vocali, impreziosite forse dal più celebre assolo di Corrado Rustici alla chitarra.

La canzone, partendo da atmosfere paludate e soffici, prosegue in un crescendo di tensione, fino ad un picco finale in cui il turbamento interiore dell’artista, è ben rappresentato dai riferimenti alla natura. Il titolo fa riferimento al suono del nome di una ragazza danese che Adelmo ha incontrato durante un giorno di pioggia.

L’album, dalla prima all’ultima traccia, è una vera pietra miliare: “Overdose (d’amore)”, “Nice (Nietzsche) che dice”, “Il mare impetuoso al tramonto salì sulla luna e dietro una tendina di stelle…”, “A Wonderful World” in cui suona Eric Clapton e “Libera l’amore” con la musica di Ennio Morricone, mantengono un livello altissimo, mai più raggiunto in seguito.

D.O.C.

Infatti: “Oro, incenso e birra l’ho concepito con rabbia e tribolazione, con i crampi allo stomaco e le viscere a brandelli”, ebbe a dire l’autore riguardo al concepimento del disco.

Rabbia e tribolazione che in seguito, probabilmente, sono venute a mancare: nonostante un successo che diventerà planetario, complice una certa paraculaggine nella scelta dei compagni di viaggio e delle collaborazioni, il bluesman emiliano farà e rifarà il verso a se stesso, clonandosi in diverse occasioni, da “Spirito DiVino” sino all’ultimo “D.O.C.”, senza più raggiungere, men che meno superare, le vette di creatività e di originalità, raggiunte con questo album.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.