Finchè la barca va…Tutte le contraddizioni del “piano coronavirus”

E’ iniziato il tempo delle analisi, l’emergenza è ancora alta così come è ancora prudente osservare le norme di contenimento. Ma i talk show e i vari salotti televisivi iniziano a fare delle analisi sulle contraddizioni del “piano coronavirus”. Le riflessioni sono plurime e in pieno stile italiano, dal giallo delle mascherine agli aiuti economici, è il caso di dire “finchè la barca va…”

Le Task Force

Forse non tutti sanno che la prima task force è stata istituita il 22 gennaio. Nasce per coordinare, in raccordo continuo con le istituzioni internazionali competenti, tutte le azioni di controllo da assumere al fine di limitare la diffusione del virus e verificarne la rispondenza alle raccomandazioni dell’OMS.

22 gennaio 2020. Nella prima riunione è stato verificato che le strutture sanitarie competenti sono adeguatamente allertate a fronteggiare la situazione in strettissimo contatto con l’OMS e il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie. A conclusione dei lavori il ministro Speranza ha dichiarato: “Il Servizio Sanitario Nazionale è dotato di professionalità, competenze ed esperienze adeguate ad affrontare ogni evenienza. Stiamo seguendo con la massima attenzione, in stretto raccordo con le istituzioni internazionali, l’evolversi della situazione”.

Il 31 gennaio il Ministro Speranza rilasciava questa dichiarazione:“Sul Nuovo coronavirus vogliamo dare un messaggio di assoluta serenità. Il Servizio Sanitario Nazionale è molto forte, abbiamo scelto fin dall’inizio di avere un livello di attenzione che è il più alto in Europa. In questo momento siamo l’unico paese che ha interrotto i collegamenti con la Cina, l’OMS ha riconosciuto pubblicamente che siamo quelli con il più alto livello di vigilanza e di salvaguardia delle persone“. Bergamo insegna.

Ad oggi sono stati assunti quattrocentocinquanta tecnici, per un totale di 15 task force. Un contingente di esperti necessario per gestire e contenere l’emergenza coronavirus, di cui uno assoldato al costo di circa 800 euro al giorno (fonte fuori dal coro), per un totale di circa 38mila euro. Solo per un consulente.

Lascio a voi i commenti.

Senza…speranza

I fatti sono che al 31 gennaio, i 5 milioni da destinare “all’attuazione dei primi interventi“, non si sono tradotti in camici e mascherine per il personale sanitario che di fatto, in alcuni casi, ha lavorato con i sacchi della spazzatura addosso, come è successo a Torino (fonte non è l’arena, fonte Massimo Giletti). Il presunto “potenziamento delle strutture sanitarie e di controllo alle frontiere aeree e terrestri”, a quanto pare, non è avvenuto e parrebbe pure che non si siano attuate misure di contenzione negli ambienti a rischio, come le case di riposo (fonte chi l’ha visto).

Non si è vigilato che venissero attuati protocolli di prevenzione negli ospedali e nelle RSA, reparti e percorsi destinati a Covid, uso preventivo di mascherine, tant’è che molte strutture hanno invece optato per circolari nelle quali si intimava di fare esattamente il contrario (fonte chi l’ha visto).

Per quel che riguarda le frontiere, sono rimaste aperte, a parte per chi proveniva dalla Cina, ma che poteva tranquillamente entrare in Italia passando da Francoforte. I porti sono stati dichiarati non sicuri il 7 aprile, ma le Ong hanno continuato a sbarcare migranti regolarmente.

Non di solo Covid muore l’uomo

A tutt’oggi i numeri stimati dalla Protezione Civile non sono attendibili, perchè le valutazioni non tengono conto di vari fattori che sono difficili da spiegare anche da parte dello stesso Borrelli (fonte conferenza stampa protezione civile). Il sistema sanitario ha bloccato di fatto qualsiasi altra prestazione e intervento chiurgico no covid mettendo a rischio la salute di molti italiani che molto probabilmente peggioreranno per i ritardi sui controlli, e firmando, ad esempio, la condanna a morte di Paolo, che aveva un intervento di trapianto da fare e che non è stato eseguito per l’emergenza Covid. Paolo non c’è più, fa numero tra i decessi da coronavirus e in qualche modo è così, anche se non ha mai contratto il virus.

Il giallo delle mascherine

Prima la mascherina non doveva essere usata, poi era vitale portare la mascherina. Poi di nuovo si cambia tendenza e la mascherina diventa di nuovo uno strumento di protezione vitale e obbligatorio, anche in presenza di congiunti. Ma per il capo della protezione civile è sufficiente la distanza sociale e dichiari apertamente, più di una volta, di non portarla (fonte conferenza stampa del 3 aprile e e del 4 aprile).

In ogni caso, le mascherine diventano introvabili. E proprio nel momento in cui erano più facilmente reperibili, arriva il prezzo imposto a 50 centesimi senza IVA, promesso da Arcuri e annunciato da Conte. Se si trovano costano 61 centesimi, comprensivi di IVA, ma sono riapparsi i cartelli “mascherine esaurite”. Piuttosto che venderle a quel prezzo, i commercianti le tengono in magazzino o le rimandano indietro ai fornitori. La versione ufficiale è che aspettano il rimborso dello Stato per rimetterle in vendita. Il tempo tecnico che serve per farsi crescere una barba da hipster.

Nel caso non lo sapeste, ci sono milioni di mascherine inscatolate ferme alle dogane perchè o sono state acquistate a prezzi maggiori, o non hanno ancora la certificazione.

Perchè non produciamo italiano? Facile, no? Ma certo che produciamo mascherine in Italia. Sono tante le aziende che hanno raccolto l’invito di convertire la loro produzione e si sono messi a fabbricare mascherine, ma nessuno li aveva avvisati del futuro prezzo imposto. Inoltre, risultano essere solo 5 le aziende autorizzate. Perchè? Sulla base di quale criterio sono state scelte?

Parola d’ordine: “Tempestivamente”

Quell’ ormai storico decreto del 31 gennaio conteneva una parola chiave: tempestivamente.

Tempestivamente, i Covid hospital sono spuntati fuori nella conferenza stampa del 21 aprile, dopo quasi tre mesi dalla dichiarazione di emergenza e dopo icsmila decessi e contagi.

Tempestivamente, il lockdown ci ha chiusi in casa solo il 13 marzo. Molti medici avevano già avuto casi di polmoniti anomale fin dal mese di dicembre, il Paese è in stato di emergenza ma partite di calcio, fashion week e Festival di Sanremo hanno avuto luogo comunque.

Voce del verbo fare, modo indicativo, tempo futuro

Il problema vero è una questione di tempi, quelli dei verbi che sono coniugati tutti al futuro. Per dirla alla Baglioni, la vita è adesso.

Perchè è ora che non ci sono soldi, e non per colpa degli italiani. E’ ora che la gente non ha risorse. Ci sono buste paghe da 2 euro, da 5 euro e non sono mezzadri immigrati. Sono cuoche di mense scolastiche, con figli che mangiano tutti i giorni e affitti da pagare. E no, non è facile da comprendere, è più facile chiedere il rimborso del bonus a un vedovo di trent’anni solo perchè prende 190 euro di reversibilità (fonte fuori dal coro).

Sono operai, baristi e camerieri che non hanno ricevuto nulla perchè il datore di lavoro non ha i soldi per anticipare la cassa integrazione destinata alle piccole imprese e che non è ancora arrivata. Sono i commercianti della micro economia che si vedono arrivare le cartelle dall’INPS e hanno ancora la saracinesca tirata giu.

Tempestivamente, con calma e per favore, stanno ancora aspettando che si attui il decreto Cura Italia, perchè gli ammortizzatori previsti non sono stati ancora attuati. Cosa si aspetta? Si aspetta che siano gli imprenditori ad anticipare la cassa integrazione, che le casse dello Stato si riempiano con gli adempimenti fiscali di giugno?

Dove prenderanno i soldi gli imprenditori italiani per pagarli? Da un “atto d’amore” da parte delle banche?

Finchè la barca va

Gli italiani useranno davvero i prestiti a garanzia, che tra l’altro sono uno sfacelo di burocrazia e ricatti bancari, per pagare le tasse?

Ci dobbiamo aspettare una Patrimoniale storica, degna del periodo di Amato, quando sottrasse in una notte dai conti correnti degli italiani una piccola, iniflua percentuale salva Stato?

Protocolli, cavilli, codici e codicilli, buoni sulla carta ma inapplicabili nella realtà dei fatti. Inoltre, ma giusto per disquisire, si rendono conto questi signori di quanto costa adeguare un negozio a quelle misure? Poichè già solo una bottiglia d’alcol è introvabile e se c’è costa l’ira di Dio, come pensano che questi piccoli commercianti trovino i soldi per acquistare plexiglass e macchinari per la sanificazione? Non hanno lavorato! Sono chiusi da tre mesi! Non hanno avuto entrate!

A chi gioverà tutta questa burocrazia? Chi ingrasserà le ruote degli ingranaggi?

I fatti sono che avremo un periodo ben più grave da passare, dove i malati saranno tanti e non basteranno mascherine e distanza sociale per prevenire, ne vaccini o cure al plasma per curare.

Saranno quelli che nel frattempo si sono ammalati di povertà. Sono quelli che oggi non possono aprire la saracinesca perchè i protocolli sono talmente complicati, stilati da auterevoli tecnici del comitato che dimostrano di non sapere nulla di come funziona un bar, un ristorante, un’ estetista o un parrucchiere, che non esisteranno più, perchè se non li ha uccisi il coronavirus, li ucciderà la miseria.

mascherine facile fase due se ami l italia mantieni le distanze
Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”