Al Jarreau: il genio musicale di “Breakin’ away”

Per la rubrica “33 giri di ricordi”, meglio se in vinile, recensione retrospettiva di un album capolavoro:Breakin’ away” di Al Jarreau.

1981

7 maggio: Giovanni Foggi e Carmela De Nuccio, due fidanzati di 30 e 21 anni, vengono uccisi a colpi di pistola, dopo essersi appartati in auto, in cerca di intimità, a Scandicci, nei pressi di Firenze.

22 ottobre, Stefano Baldi e Susanna Cambi, due fidanzati di 26 e 24 anni, vengono uccisi, sempre a colpi di pistola, a Calenzano, nella campagna fiorentina. I duplici omicidi verranno attribuiti al “mostro di Firenze”.

13 maggio, Città del Vaticano: mentre attraversa Piazza San Pietro a bordo della papamobile, Papa Giovanni Paolo II viene ferito gravemente da colpi d’arma da fuoco sparatigli dal terrorista turco Mehmet Ali Ağca.

10 giugno: Alfredo Rampi, un bimbo di appena sei anni, dace in un pozzo artesiano a Vermicino, nei pressi di Roma. Dopo quasi tre giorni di tentativi falliti di salvataggio seguiti con il fiato sospeso tutto il paese, Alfredino muore dentro il pozzo, ad una profondità di 60 metri.

In giro per il mondo: Ronald Reagan succede a Jimmy Carter, come Presidente degli Stati Uniti d’America (comincia ufficialmente il periodo di “edonismo reganiano”), mentre in Polonia il Primo Ministro Józef Pińkowski si dimette e viene sostituito dal Generale Wojciech Jaruzelski.

La Juventus vince il 19° scudetto, in un campionato strano, post “totonero”, senza Lazio e Milan, retrocesse per illecito sportivo, e con Avellino, Bologna e Perugia, partite con un handicap di 5 punti.

Alice vince il Festival di Sanremo con “Per Elisa“.

Gruvillage 20 luglio 2015

Poche ore prima del concerto, mi sembra ieri, ho avuto l’onore e la fortuna, di incontrare il mio mito, “The Voice”. Questo è il racconto di quel pomeriggio pazzesco e indimenticabile.

Lui è nella postazione radio del centro commerciale e lo speaker lo sta intervistando. Mi fiondo davanti alla vetrata dello studio mobile e quando alza gli occhi gli faccio vedere il disco che ho portato con me, nella speranza di un autografo: “Breakin’ away”, il suo capolavoro. Lui mi vede, mi sorride, alza il pollice in segno di gradimento e mi fa segno che finita l’intervista metterà la sua firma sulla copertina.

Per un attimo vedo il pavimento diventare soffitto e viceversa, ma è un attimo.

Partono le note di “We’re in this love together”, il suo più grande hit-single, e comincio a cantarla sottovoce, alzo nuovamente gli occhi e vedo lui che fa altrettanto, con una intensità tale che sembra lo faccia per la prima volta. Gli sguardi si incrociano nuovamente, una scarica da migliaia di wolts, e come se ci fossimo accordati, al momento del solo di tastiera, la mano destra di entrambi comincia a suonare.

Non so suonare il piano, sono un batterista, ma in quel momento mi sento uno della sua band, e continuo insieme a lui.

Finisce la canzone e prima di ricominciare a parlare, mi guarda nuovamente e mi applaude.

Sto per svenire.

L’intervista continua e lui risponde sempre col sorriso sulla bocca, anche alle domande più banali, sempre gentile, mentre le persone che affollano il centro commerciale si fermano davanti allo stand della radio per qualche secondo e tirano dritto per la loro strada, senza sapere che, al di là del vetro, è seduto l’uomo che con la sua voce strumento, ha rivoluzionato il mondo della musica.

L’unico artista che ha vinto tre Grammy in tre categorie diverse: pop, soul e r’n’b.

Finisce l’intervista e mi piazzo davanti allo stand, lui mi indica al suo assistente e i body-guards mi lasciano passare.

Mi stringe forte le mani e mi ringrazia, “lui” che ringrazia me, e mentre firma la copertina, riesco a chiedergli, con un filo di voce, quale sia il segreto della sua voce. Mi sorride, mi stringe le mani ancora più forte, e mi risponde: “La mia voce è un dono di Dio, tutto quello che abbiamo è un dono di Dio e per questo dobbiamo ringraziarlo ogni giorno. Grazie di amare la mia musica”.

Mi sorride ancora una volta e si allontana.

al jarreau e lele boccardo in primo piano

Breakin’ Away

Nel vasto panorama della musica pop e jazz degli anni ’80, pochi album brillano con lo stesso splendore e l’intrinseca genialità come “Breakin’ Away

È un album che sfida la categorizzazione, mescolando abilmente elementi di pop, jazz, funk e R&B. Questa fusione di generi, sotto l’attenta e geniale produzione artistica di Jay Graydon, crea un suono fresco e innovativo che ha catturato l’immaginazione di un vasto pubblico. Dal ritmo travolgente di “Roof Garden“, alla dolce melodia di “We’re in This Love Together“, ogni traccia è un viaggio emozionante attraverso i talenti multiformi del vocalist di Milwaukee (Wisconsin – USA)

Al centro di “Breakin’ Away” c’è la voce straordinaria di Al Jarreau. Con la sua capacità di passare senza sforzo da note alte a basse, da toni dolci a quelli potenti, “The voice” dimostra di essere “IL” virtuoso del canto. Ogni canzone è un’esibizione di tecnica vocale impeccabile e di una sensibilità emotiva che penetra nell’anima di chi ascolta.

Accanto alla sua voce magnetica, i testi delle canzoni dell’album, aggiungono un’altra dimensione di profondità e significato. Le liriche affrontano temi universali come l’amore, la speranza e la resilienza, offrendo un messaggio di positività e di ottimismo che risuona ancora oggi.

Track by track

We’re in This Love Together” – Una delle canzoni più iconiche dell’album, con un ritmo incalzante e testi che celebrano l’amore e l’unità.

Breakin’ Away” – Il brano che dà il titolo all’album, caratterizzato da una melodia contagiosa e un messaggio di speranza e di libertà.

Roof Garden” – Una traccia funky ed energica che cattura l’essenza dell’ottimismo e della gioia di vivere.

Teach Me Tonight” – Una rilettura vibrante di un classico standard jazz, con la voce di Jarreau che brilla per la sua versatilità e la sua espressività. “The voice” è persino restrittivo.

My Old Friend” – Una ballata commovente che esplora il tema dell’amicizia e della nostalgia con una delicatezza e una profondità emotiva straordinarie.

Heart’s Horizon

al jarreau in concerto, indossa una t shirt bianca, pantaloni neri e camicia a riche

Nella mia memoria, quel concerto rimane indelebile e indimenticabile.

Una scaletta presa a piene mani dal repertorio degli anni ’80, in particolar modo proprio da “Breakin’ away” e “Jarreau” (1983). Tutti i brani riarrangiati in versione jazz a cui va aggiunta la tecnica dello “scat”, di cui Al fa largo uso durante tutto lo spettacolo: un mega show dal sapore “Blue rondo a la turk”, da lasciare il pubblico senza fiato.

Ripeto, uno show indimenticabile per un artista unico ed inimitabile: uno di quei concerti che riconciliano con la vita e con la musica.

Mi rimane, di quella serata, anche l’amicizia non solo virtuale, con il chitarrista John Calderon, musicista sontuoso, conosciuto nel backstage, con il quale mi sento ancora a distanza di anni, per parlare di musica, e non solo.

Un mio caro amico, musicista affermato, dice che Al Jarreau gli ha cambiato la vita. Concordo pienamente e sottoscrivo

Al Jarreau si è spento a Los Angeles il 12 febbraio 2017, all’età di 76 anni.

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.