Alassio, una perla turistica con una storia antica e un muretto famoso in tutto il mondo

Quanti conoscono la storia del Muretto di Alassio? A chi venne l’idea e come, nel tempo, è diventato il simbolo della cittadina ligure?

Siamo ancora in estate (anche se sta finendo), così che parliamo di nuovo della Liguria e di un’altra sua perla, Alassio.

Situata nella provincia di Savona, conosciutissima pure al di fuori dei confini nazionali, deve la sua notorietà anche al famoso “Muretto di Alassio”.

Però, quello che pochi sanno, compresi gli stessi liguri, è la sua storia, e che l’ideazione del noto muretto si deve a un personaggio storico straniero di prima grandezza, Ernest Hemingway.

Incredibile ma vero, quasi tutti pensano che l’idea nacque a qualche italiano del posto per motivi turistici, invece non fu così.

La storia del “Muretto di Alassio”

Ma vediamo la sua storia, perché anche questa è storia, forse meno epica di quelle che spesso vi racconto in questa rubrica, ma pur sempre interessante e con vera una “perla storica” finale.

E poi, noi italiani, cerchiamo di riappropriarci delle nostre storie, anche quelle meno gloriose e famose, ma comunque aventi un’importante valenza socio-culturale.

Si racconta che l’idea sia del celebre scrittore Ernest Hemingway, seduto a un tavolino del Caffè Roma di Alassio.

Lo scrittore, amante dell’Italia, durante un suo soggiorno nel bellissimo borgo ligure, ebbe questa intuizione. La confidò al proprietario del locale, Mario Berrino e gli suggerì di porre una piastrella in ceramica per ogni frequentatore famoso che fosse passato dal Caffè Roma.

La cosa iniziò proprio così, con la posa (di nascosto e di notte) delle prime piastrelle in ceramica del famoso (a quei tempi) Quartetto Cetra con relative loro firme.

Siccome il Caffè Roma era, ed è ancor oggi, frequentato dai più famosi personaggi del cinema, della televisione, della moda, dello spettacolo e dello sport, il rito continuò negli anni, onorando la presenza degli illustri ospiti che lasciarono così traccia del loro passaggio e della loro memoria sul “Muretto di Alassio”.

Ernest Hemingway disegnato su una piastrella

Tutta la storia in una piastrella

Fra 1000 piastrelle, tutte uniche, c’è né una storicamente speciale.

Oggi le piastrelle in ceramica sul “Muretto di Alassio” sono più di 1000, costituendo un’opera unica al mondo.

Uno spettacolo colorato e di rara bellezza artistica, che però rappresenta anche parte della storia italiana dello spettacolo e della società.

È veramente uno spasso passeggiare lungo il muretto guardando e leggendo le varie piastrelle, i nomi dei personaggi famosi con le loro firme, quasi la storia scorresse insieme ai nostri passi.

Tanto è vero che una delle piastrelle che qui potrete vedere e ammirare, costituisce una “perla storica” che pochi conoscono e apprezzano.

Si tratta della piastrella che ricorda l’origine della città di Alassio

Le origini di Alassio fra storia, leggenda e amore

Su essa troverete i nomi dei due protagonisti di questa storia d’amore.

Si narra che Adelasia, figlia dell’imperatore Ottone I di Sassonia (912-973 d.C.) si innamorò di uno scudiero di corte di nome Aleramo.

Non potendosi unire ufficialmente in matrimonio, visto i diversi ranghi sociali, i due scapparono insieme, nascondendosi e stabilendosi sulle colline liguri di antico nome, Alaxio o Alascio, sopra l’attuale cittadina.

I due diedero origine alla stirpe degli Alearimici e allo sviluppo della sottostante città di Alassio. Tanto è vero che ancora oggi nello stemma comunale di Alassio è raffigurata una torre con Adelasia sopra di essa, per ricordare l’antica e nobile origine.

Una storia di mille anni fa, che pochi ricordano, ma che possiamo trovare immortalata sul “Muretto di Alassio”, un ponte fra il passato e il presente.

Alassio, lo stemma della città con una torre rossa con sopra una donna, sopra la torre una corona d'oro e l'immagine è cinta da una corona di alloro
Paolo Balocco
Paolo Balocco
Nato a Torino nel 1966, fin da giovane, grazie alla conoscenza del Generale Amoretti (scopritore dei luoghi dove avvenne il sacrificio di Pietro Micca durante il noto assedio del 1706), si interessa alla storia della città. Nel tempo ne scopre gli aspetti più insoliti e meno turistici, scrivendo quindi un libro intitolato “ITINERARI CURIOSI nei dintorni di TORINO”. Da sempre ama leggere opere e testi che fanno viaggiare in epoche passate, visitare luoghi esistenti da secoli, collezionare oggetti antichi. Ma soprattutto, ama riportare in vita antiche memorie, fatti e personaggi che hanno fatto la storia (in particolare del PIEMONTE) ma che poi sono stati quasi dimenticati da tutti. In pratica la riscoperta della grande bellezza di una regione e di una città che è stata prima capitale, non solo d’Italia, ma di tanti aspetti della scienza, dell’industria, della moda, dell’arte e della cultura nazionale.