Angelo Branduardi – Il cammino dell’anima Tour

Continua “Il cammino dell’anima tour” di Angelo Branduardi nei teatri italiani

Angelo Branduardi è uno dei cantautori più originali della storia della musica italiana e non solo. Artista di derivazione classica, ma dall’indole molto popolare, è stato ed è tutt’oggi uno dei maggiori ricercatori della nostra canzone.

Angelo Branduardi, l’uomo che viaggia nel tempo

Angelo Branduardi è un personaggio senza tempo, dalla voce inconfondibile, capace di reinventare melodie risalenti al Medioevo, come di far proprie le sonorità più moderne della musica contemporanea, e quelletipicamente folk, riscrivendole in chiave pop-rock.

Può piacere, o non piacere, ma indubbiamente rappresenta uno degli artisti più particolari del nostro panorama musicale.

Quarant’anni di anni di musica e non sentirli, un successo e una popolarità che non accennano a diminuire. Meritatissimo.

Le sue canzoni, capaci di fondere mirabilmente musica e poesia, affondano a piene mani anche nella spiritualità. Elemento fondamentale che per Angelo Branduardi, rappresenta “il tentativo di guardare al di là della porta chiusa, di scorgere ciò che non c’è ma che si vorrebbe che ci fosse”.

Il cammino dell’anima

Dopo “Il Rovo e la Rosa”, Angelo Branduardi ritorna per portarci virtualmente nell’anno mille. Il cammino dell’anima è il nuovo album, uscito il 4 ottobre, ed è l’opera visionaria di Hildegarde von Bingen, monaca, reclusa secondo la regola di San Benedetto, badessa di Bingen.

Hildegarde esplora senza paura il posto dell’anima nel Cosmo e gli dato voce con la sua arte di poeta e musicista.

Lungo il suo percorso di spiritualità, iniziato agli esordi della sua carriera, Angelo arriva alla riscoperta dell’opera di Hildegarde von Bingen, Santa e Dottore della Chiesa.

La musica è nata con la religione, con lo sciamano che faceva da tramite tra l’uomo e Dio” e per Hildegarde von Bingen “la musica è la forma più alta dell’attività umana, quella che meglio riflette l’ineffabile suono delle sfere celesti“, afferma Branduardi.

Il menestrello italiano


Soprannominato, giustamente, il “menestrello italiano”, da tempo conferma la propria versatilità in campo musicale, soprattutto nella dimensione live.

Da anni ormai presenta al pubblico diverse tipologie di spettacolo: dall’esecuzione in duo del repertorio di musica del passato, alla classica formazione folk-rock.

Una piccola anticipazione: nel 2020, per festeggiare i suoi settant’anni, uscirà la trilogia in vinile che partendo da “Futuro Antico”, attraverso “l’Infinitamente piccolo” dedicato a San Francesco, arriva all’opera di Hildegarde von Bingen.

Torino, teatro Colosseo

Angelo Branduardi ritorna a Torino il 26 Febbraio 2020, al Teatro Colosseo. Lo accompagnano da Fabio Valdemarin alle tastiere, Antonello D’Urso alle chitarre, Stefano Olivato al basso e Davide Ragazzoni alla batteria.

L’artista lombardo riporta così sul palco quel mondo musicale e creativo che, attingendo dalle leggende popolari e ai suoni del passato, lo ha reso unico sulla scena musicale italiana e internazionale.

Il “violinista che per combinazione ha scritto anche parole e musica”, come ama definirsi, torna sulle scene mettendo in scaletta i brani più amati del proprio repertorio.

Potremo ascoltare successi come “Si può fare”, “Confessioni di un malandrino”, “La pulce d’acqua”, e naturalmente l’immortale “Alla Fiera dell’Est”.

Tutti grandi successi che hanno arricchito gli ultimi 40 anni di musica italiana.

Il concerto è organizzato da PR DimEventi.

Le date del tour

Potete trovare tutte le date del Tour Il cammino dell’anima clikkando qui

La foto copertina è di Valeria Bissacco

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.