Arte Generata dall’IA e le Questioni Legate al Copyright.

L’avvento dell’intelligenza artificiale (IA) ha portato a un’incredibile espansione delle possibilità creative, aprendo le porte a nuove forme di espressione artistica e una delle sfaccettature più affascinanti di questa rivoluzione è l’arte generata dall’IA, un campo in rapida crescita che solleva interessanti questioni legate al copyright e alla proprietà intellettuale.

L’Esplosione dell’Arte Generata dall’IA: Una Nuova Dimensione Creativa

L’arte generata dall’IA combina algoritmi avanzati con dati e input umani per creare opere artistiche uniche. Gli algoritmi di apprendimento automatico vengono addestrati su grandi dataset di immagini, testi, suoni o altri tipi di dati, imparando a riconoscere modelli e stili. Una volta addestrati, questi algoritmi possono generare opere artistiche che variano da dipinti e musica a poesie e design.

Questo nuovo approccio all’arte ha portato a risultati sorprendenti e innovativi. Le reti neurali generative sono in grado di produrre dipinti che richiamano lo stile di maestri del passato o addirittura di inventare nuovi stili unici. Le composizioni musicali generative creano melodie che spaziano dal classico al contemporaneo. L’IA ha dimostrato di poter generare testi poetici e narrativi che sfidano le aspettative e sfociano nell’inesplorato.

La Querelle del Copyright: Chi Possiede l’Arte dell’IA?

Mentre l’arte generata dall’IA solleva l’entusiasmo per le sue possibilità creative, pone anche sfide significative in termini di diritti di copyright e proprietà intellettuale. Una delle principali questioni è quella di stabilire chi possiede i diritti su un’opera d’arte generata da un algoritmo.

Nel caso dell’arte tradizionale, il diritto d’autore è assegnato all’artista che ha creato l’opera. Ma quando si tratta di arte generata dall’IA, il quadro diventa più sfumato. Chi è l’artista? È l’umano che ha scelto l’algoritmo e gli input, o l’algoritmo stesso che ha creato l’opera? Questa domanda è fondamentale per stabilire chi ha il diritto di distribuire, modificare e trarre profitto da un’opera d’arte generata dall’IA.

Il caso giuridico USA: la sentenza che fa discutere

Nel dibattito in continua evoluzione sulla proprietà intellettuale e il diritto d’autore nell’era dell’intelligenza artificiale, una sentenza di rilievo ha suscitato profonde riflessioni all’interno del sistema legale americano. La questione centrale riguarda se le opere create da algoritmi di intelligenza artificiale debbano godere di protezione da copyright, considerando che, per la legge, il diritto d’autore si applica alle opere prodotte dalla mente umana.

La sentenza in questione è stata emessa da Beryl A. Howell, giudice federale di Washington D.C.. Questa sentenza, che rappresenta un punto di svolta nella giurisprudenza legata all’IA, solleva interrogativi cruciali riguardo ai confini tra creatività umana e generazione automatica di contenuti.

Il caso che ha catalizzato l’attenzione legale riguarda un’opera artistica creata attraverso Creativity Machine, dunque generata interamente da un algoritmo di intelligenza artificiale senza alcun intervento umano diretto. Stephen Thaler, fondatore della Imagination Engines e progettatore di Creativity Machine ha rivendicato il diritto d’autore sostenendo che l’IA è stata utilizzata come uno strumento creativo, analogamente a come un pennello o una macchina fotografica sono usati da un artista umano. Ed è proprio questa contraddizione che è stata oggetto di rifiuto d parte dell’ufficio del Copyright.

Non contento, Thaler ha citato in giudizio l’ufficio ma il giudice federale ha rigettato la richiesta, poiché l’opera è stata prodotta da un algoritmo senza coinvolgimento umano nel processo creativo, e il diritto d’autore (copyright) non trova ragione di accoglimento in quanto manca il requisito della creatività umana.

Le argomentazioni legali

Possiamo immaginare le argomentazioni di entrambi le parti. Se, da una parte, la richiesta era supportata dal fatto che la creatività umana non dovrebbe essere limitata al processo di generazione, ma dovrebbe estendersi alla capacità umana di progettare, addestrare e controllare l’algoritmo stesso, e dunque l’opera rifletteva le scelte e le decisioni prese dall’artista durante la fase di addestramento dell’IA e, quindi, meritava protezione da copyright, dall’altro lato, la legge prevede che le opere generate da IA non sono soggette a copyright poichè l’algoritmo non possiede autonomia creativa, bensì opera sulla base di regole predefinite e dati forniti dagli sviluppatori.

Pertanto, l’opera risultante non rappresenterebbe una vera espressione di creatività e originalità umana.

Questa sentenza ha il potenziale per ridefinire il modo in cui consideriamo il concetto di creatività e proprietà intellettuale nell’era dell’IA. Se la decisione dovesse stabilire un precedente, potrebbe portare a una nuova ondata di discussione sulla necessità di adattare il diritto d’autore alle sfide poste dall’intelligenza artificiale.

Il dibattito sulla protezione da copyright per le opere generate da intelligenza artificiale è destinato a crescere in rilevanza mentre le tecnologie continuano a svilupparsi. La sentenza in questione rappresenta solo l’inizio di una discussione più ampia e complessa sul ruolo dell’IA nella creazione artistica e sulla natura stessa della creatività. A prescindere dall’esito finale, è chiaro che il sistema legale dovrà affrontare sfide uniche nell’adattarsi a questa nuova realtà, bilanciando le esigenze degli autori umani, dei creatori di IA e del pubblico interessato.

Sfide Legali ed Etiche: Una Nuova Frontiera da Esplorare

L’ambito giuridico e etico dell’arte generata dall’IA è ancora in gran parte inesplorato. Le leggi attuali si riferiscono all’artista umano come detentore dei diritti d’autore, ma la rapida evoluzione dell’IA sfida questa concezione tradizionale. Inoltre, la difficoltà nel dimostrare la paternità dell’opera generata dall’IA può complicare ulteriormente il quadro legale.

Un’altra preoccupazione riguarda la possibilità di plagio e riproduzione non autorizzata. Gli algoritmi generativi possono produrre opere che somigliano a lavori preesistenti, sollevando interrogativi su quando un’opera è davvero originale e quando può essere considerata una copia.

L’arte generata dall’IA rappresenta un affascinante territorio inesplorato che incrocia creatività umana e potenza computazionale. Mentre ci immergiamo in questa nuova dimensione artistica, è cruciale affrontare le sfide legate al copyright in modo equo ed equilibrato. La definizione di diritti e responsabilità nell’ambito dell’arte generata dall’IA richiederà il coinvolgimento di giuristi, artisti, tecnologi ed esperti di etica, con l’obiettivo di creare una base solida per l’innovazione artistica futura. Nel cuore di questa evoluzione c’è la necessità di bilanciare la protezione dei diritti degli artisti umani con il riconoscimento dell’IA come co-creatrice di un’arte che sfida le convenzioni e ridefinisce la creatività stessa.

copyright - nella foto una testa di robot di profilo tutta in acciaio con circuiti che escono dalla testa

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GianPiero Trovato
GianPiero Trovato
Mangio libri di cibernetica, insalate di matematica, amo la tecnologia e senza non posso vivere. Sono curioso e soddisfare le curiosità altrui è la mia mission. La rete è il mio mondo e la mia casa.