“Carlo Bossone, uno stile…una scuola”. La mostra a Novara.

Si inaugura giovedì 8 settembre alle ore 16, al Broletto di Novara la mostra “Carlo Bossone, uno stile …una scuola”, organizzata dal Comitato Fondazione Carlo Bossone e a cura di Moreno Bossone.

La mostra, che vanta l’esposizione di circa 50 opere, ha il gusto di una retrospettiva: ripercorre la storia di Bossone, negli snodi fondamentali della sua evoluzione, dagli esordi degli anni Venti e Trenta, fino alle ultime realizzazioni degli anni Novanta, seguendo un preciso percorso cronologico.

Un viaggio in luoghi affascinanti

La mostra, visibile fino al 20 settembre, è un viaggio sterminato e affascinante tra i paesaggi montani ossolani, i canali e le banchine di Chioggia, la pampa Argentina, i monti trentini e svizzeri. Ma è anche un viaggio attraverso la sua scuola, tramite le opere dei suoi allievi, e nella vita più intimista e privata delle raffigurazioni degli interni e dei numerosi ritratti.

La mostra si divide in 5 sale contigue. Nella prima sala posto alla vera e propria retrospettiva. La sua storia pittorica, uno spaccato sull’artista solitario e meticoloso che centra la sua ricerca artistica sulla luce, sulla rappresentazione del paesaggio come “sentimento muto” come ben ha descritto Gianni Pizzigoni.

interno del Broeltto di Novara chiostro con archi
il complesso del Broletto esterni

La scuola Bossone, il Rosa e l’Argentina

Nella seconda sala trova il suo posto la “Scuola di Carlo Bossone” con l’esposizione di varie opere dei suoi allievi. Allievi a cui Bossone insegna, con grande passione e dedizione fino agli anni Ottanta. La scuola costituisce un importante capitolo della sua vicenda artistica e l’attuale diffusione della pittura paesaggista montana ha avuto in Bossone uno dei principali artefici e promotori.

Nella terza Sala troviamo le riproduzioni di soggetti in varie declinazioni come il Monte Rosa. Opere che riprendono, come nel suo stile, i cambiamenti di luce, le mutazioni del tempo, delle stagioni con i cambiamenti multicolori movimentati a seconda del gioco di luce che li irradia. La quarta sala è dedicata alle opere raffiguranti ambienti interni e ritratti. Le genti di montagna durante i parchi pasti, i rigidi inverni trascorsi nel calore delle stalle insieme agli animali, le donne che filano o fanno la calza. Vecchi pastori, vecchiette al filarello, giovani donne che leggono, mungono. E poi ancora interni e nature morte.

paesaggio invernale a Vanzone
Opera del 1949 – Paesaggio invernale a Vanzone – Carlo Bossone – collezione privata

Per finire la quinta sala dedicata all’Argentina ed ai quadri in ambienti lacustri. Sfumature, luci, ombre. Nell’esperienza argentina – spiega il curatore Moreno Bossone- “Carlo, percorrendo migliaia di chilometri attraversa la grande terra solo, senza maestri e quindi quasi costretto a dover esternare la propria vena artistica scevra da qualsiasi influenza di paragone con altri maestri dell’epoca”.

Cenni Biografici

Carlo Bossone nasce a Savona nel 1904, lontano discendente di San Giovanni Bosco. Con la famiglia si trasferisce a Torino dove compie i suoi studi all’Accademia Albertina, allievo di Ferro e Guarlotti. Privatamente prende lezioni da Vittorio Cavalleri, allievo di Fontanesi. Frequenta negli anni giovanili la Valle Anzasca e inizia il suo smisurato amore per il Monte Rosa. Nel dopoguerra, insieme alla famiglia, emigra in Argentina, che si rivela un’esperienza quasi mistica. Rimane isolato per intere settimane nelle Pampas, si spinge fino alla Cordigliera delle Ande e alla Terra del Fuego sempre dipingendo senza sosta, en plein air, come un “sentire in modo divino e interiore il paesaggio” delle Ande e Pampas.

In seguito, ritorna in Italia, nell’Ossola, dove stabilisce la sua dimora ai piedi del Monte Rosa e fonda, negli anni Ottanta una scuola di pittura. Si spegne, proprio sotto il monte a lui così caro, nel 1991. Innumerevoli le mostre in vita: Milano, Torino, Stresa, Parigi, Buenos Aire, Cordoba, Mendoza. E poi ancora Roma, Genova, Savona. Molte delle sue opere sono presenti in diversi musei d’Europa e Sud America. Dalla sua morte il Comitato Fondazione Moreno Bossone si occupa di tenerne viva la memoria.

paesaggio montano con fondo il rosa
senza titolo Carlo Bossone 1974

Info e prenotazioni

La mostra Carlo Bossone, Uno stile…una scuola è visitabile dal 8 al 20 settembre presso il Broletto di Novara in via Fratelli Rosselli 20, Novara.

Orari da martedì a domenica dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00. Visite guidate su prenotazione il sabato e la domenica alle ore 11 e alle ore 16.00.

Prenotazioni tramite mail comitatobossone2021@gmail.com oppure telefonicamente sul 3477109233 anche tramite sms o whatsapp.

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".