Charles Dickens, nel 2020 l’anniversario dei 150 anni dalla sua scomparsa

Quest’anno si celebra l’anniversario dei 150 anni dalla scomparsa del grande Charles John Huffam Dickens. Uno degli autori più famosi in tutto il mondo. E’ stato scrittore, giornalista e reporter di viaggio, nell’epoca vittoriana. Questo periodo deve il suo nome alla regina Vittoria del Regno Unito, un lasso di tempo che va da 1837 al 1901. 64 anni di pace tra le grandi potenze europee, un miglioramento dell’economia e soprattutto una forte fiducia nei confronti del regno inglese.

E’ durante questa meravigliosa epoca che il grande scrittore si fa strada con i suoi romanzi sociali, come Oliver Twist, David Copperfield, Canto di Natale e tantissimi altri. Romanzi che sono popolarissimi ancora oggi.

charles dickens, ritratto in bianco e nero, seduto rivolto verso sinistra, appoggia le braccia sulle gambe, con la testa leggermente inclinata, accenna un sorriso, su sfondo nero
Charles Dickens

Charles Dickens, l’inizio

Nasce il 7 febbraio nel 1812, a Portsmouth, Inghilterra.

Nell’età scolare, si appassiona alla lettura, passando la maggior parte del suo tempo fuori all’aria aperta, in mezzo alla natura. Lo scrittore dà vita alle sue finzioni letterarie grazie a un’invidiabile memoria fotografica, con la quale racconta i vividi ricordi della sua infanzia.

Ma non sono tutte rose e fiori, perché a causa di gravi difficoltà economiche della famiglia, viene costretto a dedicarsi a tutt’altro che alla letteratura. Per mantenere i suoi famigliari, comincia a lavorare in una fabbrica di lucido da scarpe, per ben dieci ore al giorno, a soli dodici anni. Questo provoca un grande dolore nel cuore di Dickens, sentendosi umiliato e abbandonato.

La madre e i fratelli si trasferiscono in un’altrà città, il padre è rinchiuso in prigione per debiti, mentre il nostro Charles continua a guadagnarsi da vivere nella fabbrica, e a condividere una casa con due ragazzi. Spostato quà e là come una pallina da ping pong, arriva ad essere affidato ad una coppia.

Poco tempo dopo, per un’incomprensione con il proprietario della fabbrica, viene licenziato. Ma il padre, una volta uscito di prigione, capisce che il ragazzo necessita di continuare assolutamente i suoi studi.

Dopo la tempesta arriva l’arcobaleno

Dickens, sotto la comprensione del padre, entra alla Wellington House Academy, e a soli quindici anni comincia a lavorare in uno studio legale come tirocinante. In poco tempo, però, capisce che non è quella la sua strada, e comincia a dedicarsi alla stenografia.

Allo stesso tempo, inizia a frequentare i teatri londinesi, dove conosce le tragedie shakespeariane, le farse e le operette musicali.

Prima di arrivare ad essere scrittore, Charles fa una lunga gavetta. Dopo lo studio legale, comincia a lavorare come stenografo presso alcuni tribunali ed uffici legislativi. Da lì, nasce il desiderio di diventare cronista parlamentare.

Non manca, ovviamente, la parte romantica, che interessa la figlia di un funzionario di banca, Maria Beadnell. Ma anche qui non sono rose e fiori, poichè la relazione non dura a causa delle differenze sociali tra i due, ritrovandosi, così, nuovamente solo.

Inizia a dedicarsi alla scrittura, e raggiunti i ventisei anni, viene pubblicato in dispense mensili sul giornale Evening Chronicle il romanzo “Quaderni postumi del Circolo Pickwick”, che lo rende famoso nel mondo della narrativa inglese.

Se son rose, fioriranno… anche i libri!

Nell’anno in cui inizia la sua carriera da scrittore, celebra le nozze con la figlia del direttore del giornale. E non poteva essere diversamente. Praticamente, l’amore della sua vita era più vicino di quanto pensasse!

Accompagnato dalla bella moglie, Catherine Hogarth, comincia una serie di pubblicazioni di opere e romanzi.

Inizia un periodo di grandi soddisfazioni, sia personali che professionali. Infatti, con l’arrivo del piccolo Charles Culliford Boz, il primo di dieci figli, solo un anno dopo, nel 1837, esce la prima puntata di Oliver Twist.

Viene considerato uno dei migliori autori inglesi, nonché padre del romanzo sociale, dove descrive le condizioni delle classi più svantaggiate.

L’autore arriva anche in America, dove ad aspettarlo ci sono un bel po’ di giri di letture delle sue opere. Pianifica di farne ben 100, ma è arriva a 72, a causa di un brutto impedimento, che pian piano lo porta alla fine della sua carriera e della sua vita.

ritratto di Catherine Hogarth, moglie di charles dickens, ha lo sguardo rivolto verso sinistra, con un'espressione seria, ha i capelli raccolti in uno chignon, con due grosse ciocche boccolose ai lati della testa, ritratto in bianco e nero, con colori sfumati
Catherine Hogarth

La fine di Charles Dickens

Giorno dopo giorno, il suo stato di salute peggiora a causa di un attacco di paralisi. Non si piega a niente il nostro scrittore, continuando il suo tour di letture in Filadelfia, New York, Baltimora e Washington. Incontra personalmente anche il presidente degli Stati Uniti, Andrew Johnson.

Il suo medico gli consiglia vivamente di porre fine al suo tour. Dopo essersi fermato per un po’, le sue condizioni migliorano. Tuttavia, nel 1870, un’emorragia cerebrale gli è fatale.

Charles Dickens muore il 9 giugno nel 1870.

La tomba si trova nell’Abbazia di Westminster, nell’angolo dei poeti, il Poets’ Corner, accanto ad Henry Fielding, uno dei tanti autori a cui si ispirò per la creazione del romanzo sociale.

Il Romanzo Sociale

Ciò che ha reso Charles Dickens immortale è la sua scrittura. E’ considerato il padre del romanzo sociale, poichè descrive esattamente il contesto storico in cui è nato e vissuto. Molto spesso autobiografico nella descrizione dei personaggi, le situazioni che descrive sono squarci di vita tipici dell’era vittoriana. Uno spaccato storico che si apre sulla povertà e la degradazione sociale dei quartieri cittadini britannici. Una commovente narrazione di storie semplici, accomunate dalla miseria delle classi sociali più svantaggiate, vittime della civiltà industriale. Conseguenze di una rivoluzione industriale di cui lo stesso Dickens è testimone. un’infanzia negata, le ristrettezze economiche, l’impossibilità delle famiglie di permettersi gli studi per i figli e l’inesorabile fine dei sogni di gioventù.

Questa visione di una società degradata, così ben descritta da Dickens nei suoi romanzi attraverso la descrizione di bambini sporchi, vestiti di stracci, costretti ad elemosinare o a rubacchiare, una società priva di diritti e la povertà sociale, fa si che ancora oggi, per descrivere una situazione socio-economica di paesi arretrati e poveri, si uso l’aggettivo dickensiano. E, del resto, ben poco è cambiato da allora.

Quanto aveva ragione Charles Dickens quando diceva:”Era il tempo migliore e il tempo peggiore, la stagione della saggezza e la stagione della follia, l’epoca della fede e l’epoca dell’incredulità, il periodo della luce e il periodo delle tenebre, la primavera della speranza e l’inverno della disperazione. Avevamo tutto dinanzi a noi, non avevamo nulla dinanzi a noi.”

Ana Maria Manea
Ana Maria Manea
Studentessa aspirante insegnante di inglese. Poetessa Dice di sé: “25 anni molto ambiziosa e sognatrice, scrivo poesie fin dal momento in cui ho preso in mano per la prima volta una penna, all'età di 6 anni. A scuola ero una piccola Hermione Granger, e ho sempre amato scrivere. Ma la mia vera passione prende piede all'inizio della mia adolescenza, con la poesia intitolata "Il valore della donna", sul tema della violenza sulle donne. Sono talmente legata alla natura che mi circonda e alla vita, che mi basterebbe anche solo una goccia di pioggia perché l'ispirazione prenda il sopravvento”.