Anna Frank: 75 anni di ricordi, nel mese del suo anniversario.

Anna Frank, vero nome Anne, nasce a Francoforte il 12 giugno 1929 da Otto ed Edith Frank. Non è la prima figlia, perché prima di lei viene al mondo Margot, la sorella, tre anni più grande di lei. Quest’anno ricorre il 75° anniversario della sua morte. Ricordiamo la sua storia, per non dimenticare.
Un anniversario importante, che si unisce alla settimana dedicata alla memoria e all’antisemitismo. Anna ci conduce, attraverso i suoi ricordi, negli anni difficili in cui ha vissuto.

Il primo viaggio di Anna Frank

Non era un bel periodo, la Germania viveva una profonda crisi. Il lavoro scarseggiava e di conseguenza la povertà aumentava sempre di più. A quel tempo vi era Adolf Hitler, antisemita, il cui unico scopo era quello di attribuire agli ebrei la colpa di tutti i problemi che il paese stava subendo. Tutti gli ebrei incominciano a ricevere odio e così la famiglia di Anna Frank, vista anche la difficile situazione economica, decide di trasferirsi in un’altra città: Amsterdam. L’uomo, per portare avanti la sua famiglia, decide così di avviare un’impresa che commerciava pectina, ovvero una sostanza utilizzata come addensante per prodotti dolciari.

La casa sul retro

Anna ha solamente 10 anni quando la Germania nazista invade la Polonia. E come ben sappiamo, questo segna l’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Per gli ebrei la vita si complica sempre di più. Gli viene vietato di frequentare parchi, cinema, negozi e di essere proprietari di aziende. Ed è cosi che il padre di Anna perde la sua impresa e lei è costretta, come tutti gli altri ragazzi ebrei, a frequentare una scuola separata. La pressione si fa sempre più pesante e diventano dei clandestini per scappare da questa ostilità. Il padre di Anna costruisce un nascondiglio per potersi rifugiare con la sua famiglia e altre quattro persone. La ragazza resta in silenzio e vive di costanti paure. Ma trova subito un modo per dare voce a tutti i suoi pensieri e le sue emozioni.

Il diario dei racconti

È così che Anna incomincia a prendersi un po’ di spazio e a sentirsi meno stretta in quel nascondiglio. Scrive tutto ciò che sente e pensa, inizia a comporre un romanzo perché scrivere l’aiuta a far passare il tempo più velocemente. Il diario ha però vita breve. Il 4 agosto 1944 viene scoperta e portata via dalla polizia. Insieme alla sua famiglia viene deportata ad Auschwitz. Non è un bel posto e non serve esserci stati per provare ad immaginare. Pochi mesi dopo Anna viene deportata ancora e con lei, anche sua sorella. Insieme a Margot, viene trasferita nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove morirà nel marzo del 1945. Sono passati 75 anni da quel giorno, un anniversario pesante, quello che viviamo oggi, perchè il razzismo e l’antisemitismo, purtroppo, non si sono ancora estinti.

75à anniversario delle memorie di Anna Frank, un diario con i suoi ricordi

La morte di Anna Frank

Otto ed Edith rimangono ad Auschwitz, ma questo non ha cambiato le cose. Anche quel campo non è un bel posto, ci sono condizioni terribili. Il cibo è presente in pochissime quantità, anzi non c’è quasi niente, il freddo logora i corpi di tutti. Anne e Margot contraggono il tifo esantematico e a distanza di poco tempo, muoiono entrambe nel febbraio del 1945. Otto, il padre delle due ragazze, è l’unico sopravvissuto. Rimane solo e scopre che anche sua moglie Edith è morta.

Caro Diario …

“Caro Diario,

era così che iniziava anche lei, vero? Mi ricordo Anna Frank, tutti noi la ricordiamo. Perché se ci pensi, caro diario, come si fa a dimenticare l’atrocità e il dolore che, anni fa, hanno subito milioni di persone? Ti parlo come se fossi tu il suo diario. Sei diventato famoso lo sai? Sì, in tutto il mondo. Lo sapevi bene quanto Anna desiderava diventare una scrittrice o una giornalista. Ed è grazie a te e al suo papà che ora sei pubblico, accessibile a tutti. Ma non è finita qui. Sei stato tradotto in settanta lingue, hanno tratto un film e anche un magnifico spettacolo teatrale. Devo ringraziarti, caro diario, perché grazie alle tue pagine intrise di inchiostro nero, siamo venuti tutti a conoscenza del disastro atroce scaturito dalla discriminazione, dal razzismo e dall’antisemitismo. Ora siamo consapevoli di quanto l’uomo è in grado di generare odio.

Le mostre e il Museo

Sono tante le mostre a lei dedicate. Tra le più importanti, la mostra itinerante “Io sono Anna Frank”, che si è appena conclusa. A Bari “Anne Frank. Una storia Attuale”, con documentari, proiezioni e presentazione di libri. In occasione dei suoi 90 anni, persino Google ha celebrato Anna Frank con una mostra virtuale. Ma soprattutto, in ricordo di Anna, è stato allestito un museo permanente, “Casa di Anna Frank”, ad Amsterdam, la città dove ha vissuto.

Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.