Vivopoiscrivo e il suo mondo magico dietro la scrittura

“C’è qualcosa di delizioso sulla scrittura di quelle prime parole di una storia. Non si può mai dire con precisione dove ti porterà. La mia mi ha portato qui, dove appartengo”.
Qualsiasi sia la storia che viene raccontata, le parole sono in grado di portare con sè emozioni, a volte, indescrivibili. Soprattutto quando si tratta di un romanzo che tratta temi particolarmente vicini a noi. Facciamo, di quelle pagine, frammenti della nostra vita. Tutto si racchiude lì, tra il profumo della carta grezza. Quel profumo lo riconoscono bene soprattutto quelle anime piene d’arte, quelle che hanno il coraggio di mettere nero su bianco le loro storie. Abbiamo incontrato Vivopoiscrivo, pseudonimo di Chiara Inserra, scrittrice di 23 anni che quel profumo lo conosce bene. Un profumo che racchiude vita e delusioni. Amori e tradimenti. Follia e consapevolezza. Testa e cuore.

Intervista con Vivopoiscrivo

Siamo soliti riconoscere i nomi d’arte al mondo della musica, agli artisti che ci mettono la faccia e per cui può risultare più facile, forse, essere conosciuti e riconosciuti. Chiara Inserra ma per tutti Vivopoiscrivo. Azzardo o innovazione che uno scrittore si identifichi in un nome che non sia il suo?

Strategia. Qualsiasi sia il mondo a cui appartiene la tua arte, è doveroso che anche il nome con cui ti presenti e ti esponi agli altri ti rispecchi al 100%. D’altronde i social sono proprio i primi a richiedere una tua identità e che si tratti del tuo nome anagrafico o di un nickname poco importa. Se vuoi intraprendere un percorso, farti spazio tra la folla, hai bisogno di un nome che convince e che possa dare la possibilità di essere ricordato ma soprattutto che abbia originalità e che riporti ad un filo conduttore. “Scrivo ciò che vivo” è questo che mi sono sempre ripetuta. Ed è così che è nata Vivopoiscrivo. Una fusione con la mia persona, un cuore vagante che mi permette di essere me stessa. Una perfetta operazione matematica caratterizzata da un’assurda proprietà commutativa. Vivo poi scrivo. Scrivo poi vivo.

Il mondo degli scrittori lascia sempre molto spazio alla curiosità, soprattutto quella nei confronti dello scrittore. Addentrarsi nelle loro vite è un po’ come entrare in un’altra dimensione. Essendo un libro autobiografico, ovviamente, non ti chiederò quanto c’è di te nelle parole scritte ma quanto e cosa ti manca della Chiara del passato.

Alterno sorrisi a smorfie di disapprovazione. Molto spesso sono questi i miei due mood più grandi. Rileggermi, sicuramente, fa un certo effetto ma mi ha portato molta consapevolezza. Della vecchia Chiara mi manca la spensieratezza. Mi mancano le follie, le scelte prese di pancia senza pensarci troppo. Mi mancano leggerezza e spontaneità. Ora, crescendo, mi sento la responsabilità di dover badare di più alla mia persona, proteggerla da ciò a cui può andare incontro. Sono tutta cuore ma anche tutta testa. Posso dire di non essere cambiata ma di aver semplicemente imparato a pesare il mio istinto. Nel bene e nel male, quest’ultimo ha generato frammenti di cuore sparsi nel mio giovane vissuto.

Si può dire che la spontaneità fa parte di un’equivalenza perfetta in cui la sincerità fa da padrona. Nella scrittura, così come nei sentimenti, essere veri può essere un’arma a doppio taglio. Erri De Luca, famoso scrittore italiano , disse: “Non esiste il tradito, il traditore, il giusto e l’empio, esiste l’amore finché dura e la città finché non crolla”. Cosa pensi a riguardo?

Vivere i sentimenti nella più totale sincerità, molto spesso, cancella la magia del puro, soprattutto quando si tratta di amore. Cadere nel mondo del tradimento ti porta, di conseguenza, nell’evitabile senso di colpa. Ci dimentichiamo molto spesso che non è mai facile co-esistere con un’altra persona. Non è semplice accettare di essere lasciati ma allo stesso tempo non è facile prendere la decisione di lasciare. E’ doloroso essere traditi ma nemmeno accettare, nel lungo tempo, di aver tradito.
Quel tradimento con cui mi sono “sporcata” le mani e che mi ha sempre fatto riflettere. Non ho mai messo in dubbio i sentimenti provati dietro quella scelta. Tornassi indietro, sicuramente, non agirei d’istinto e direi alla vecchia Chiara che la strada del dialogo è quella più razionale, soprattutto nel lungo tempo. Ci sono scelte che per quanto facciano male non bisogna aspettare a prendere. Ci sono amori che arrivano al capolinea ed è giusto interrompere la corsa quando capisci che quel viaggio non sarebbe più in grado di riportarti a casa. Bisogna essere coraggiosi a lasciare la presa. “Meglio una triste verità che una dolce bugia”, mi ripeto sempre. Chi si arrabbierà con voi, prima o poi, troverà il modo di chiedervi scusa. In amore si sbaglia sempre in due, anche se a tradire sei stato solo tu.

Lune accese dentro soli spenti. Manuale di sopravvivenza per la giovinezza. Un titolo ricco di freschezza ma mistero allo stesso tempo. Cosa racchiude questo piccolo mondo di frasi e parole?

Racchiude tutte le mie esperienze di vita che mi hanno portato ad una crescita personale non indifferente. Ho imparato a vivere e prendere quello che la vita mi da, nel bene e nel male. Serve gioire ma serve soprattutto il dolore. Capisci di aver preso consapevolezza della forza dei tuoi sentimenti quando l’amore non lo cerchi e lo trovi dove non ti aspettavi.
Il libro parla di questo. Affronta temi non banali soprattutto per chi a vent’anni, almeno una volta, si è ritrovato sulle montagne russe della vita. Il punto più alto non è mai semplice da gestire. Essere in alto non è sempre positivo. Ci sono posti, sentimenti, vite, in cui è difficili abitare e l’unica cosa che ti tiene in vita è l’istinto di sopravvivenza. “Lune accese dentro soli spenti. Manuale di sopravvivenza per la giovinezza”, parla di un amore ormai finito, il mio. Parla di un amore puro macchiato dal tradimento. Perchè non è l’amore a far male, ma le persone. E questo libro nasce così, nasce proprio per questo. E’ il mio viaggio in una vita che rifarei ma con più consapevolezza. Non troverete delle regole da seguire ma parole, emozioni e storie in cui ritrovarvi, sorridere, piangere o gioire. Crescere nella mia giovinezza mi ha insegnato a capire che l’amore non può per forza avere un nome proprio se prima, quel nome, non è il tuo.

Il primo romanzo di Vivopoiscrivo
Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.